Considerandola “coordinatore” del traffico di armi attivo nonostante il lungo embargo internazionale sull’export bellico dal suo paese, l’ambasciatore nordcoreano in Myanmar è stato inserito nella lista nera di personalità a cui sono indirizzate le sanzioni.

Kim So-chol, che avrebbe agito come intermediario sul territorio birmano per conto dell’azienda commerciale Komid (Korea Mining Development Trading Corporation, a sua volta da tempo interessata da sanzioni), copertura per i traffici illegali del regime, centrale nell’ammodernamento dell’arsenale bellico nordcoreano e nell’export di armi indispensabile al regime per la sua sopravvivenza.

Centrale anche nell’approvvigionamento di armi e attrezzature dei militari birmani nei decenni del regime prima dell’apertura alla democrazia parlamentare nel 2011. I nordcoreani hanno anche costruito bunker, aeroporti e infrastrutture in diverse aree del paese e una fitta rete di rifugi sotto la nuova capitale Naypiydaw.

A indicare il ruolo centrale di Komid, solo una delle iniziative con cui il regime nordcoreano si procura commesse e capitali aggirando le sanzioni, oltre che al “prestito” di lavoratori-schiavi a diverse nazioni e l’imposizione di decime ai nordcoreani all’estero, il Tesoro Usa. Comunicando le sanzioni, ha definito l’azienda “mercante di armi di primaria importanza e maggiore esportatore di beni e equipaggiamento connessi ai missili balistici e a armi convenzionali”.

Le sanzioni imposte a Komid come a altre iniziative commerciali, gruppi e individui proibiscono a cittadini o imprese statunitensi di avere rapporti commerciali con esse, rendendo loro difficile accesso alla finanza globale e limitandone libertà di azione e opportunità di guadagno.

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