Zero Waste Italy e Legambiente hanno organizzato per sabato 19 settembre, a Firenze, una “Assemblea nazionale del Movimento Legge Rifiuti Zero”, pubblicizzata anche su una pagina Facebook di un sedicente “Movimento nazionale”,   (https://www.facebook.com/events/467032926806481/), che sancisce pubblicamente l’alleanza annunciata il 28 aprile a Roma e da noi denunciata come una operazione di vertice condotta dalle due organizzazioni in segreto ed all’insaputa del Movimento stesso.

 

La presenza di Legambiente con una propria relazione a sostegno dell’iter parlamentare della nostra Proposta di Legge Rifiuti Zero (come dichiarato nel programma), all’interno di una manifestazione lanciata pubblicamente a nome di una parte minoritaria del Movimento, conferma l’obiettivo di Zero Waste Italy di tentare di coinvolgere mediaticamente tutto il Movimento LRZ in questa alleanza ormai consolidata, nonostante questo comportamento abbia già causato una profonda spaccatura a livello nazionale tra i vari coordinamenti regionali, operazione sleale già in atto dal 2014 per appropriarsi dell’iter parlamentare della Legge RZ attraverso accordi sottobanco con i gruppi parlamentari.

Le motivazioni oggettive che i firmatari di questo documento hanno denunciato dal 29 aprile in poi, rispetto a questo inammissibile patto di vertice, non attengono solo alle modalità con cui è stata condotta la trattativa privata tra Zero Waste Italy e Legambiente nazionale, ma sono ben solidamente contenute nelle note posizioni contrastanti che Legambiente ha su punti qualificanti della Legge Rifiuti Zero che oggi dichiara di voler appoggiare.

Tali punti di totale contrasto sono sintetizzabili nelle posizioni di Legambiente nazionale rispetto a:

  • Sostenere che non si debba azzerare il sistema di incentivazione agli inceneritori esistenti che, sulla scia del percorso dello Sblocca Italia sostenuto anche da Realacci del PD, vede un punto centrale nella riclassificazione dei 42 impianti di incenerimento da smaltimento a recupero di energia, passaggio che giustifica la persistenza dell’indegno sistema incentivante,
  • Sostenere che la produzione di CSS da rifiuti da avviare ad impianti di cogenerazione, come i cementifici e le centrali termoelettriche, sia un processo ambientalmente addirittura positivo, valutando solo gli aspetti sostitutivi del pet-coke con il CSS ma non quelli pesantemente negativi derivanti dalla combustione di CSS, come la enorme produzione quantitativa totale di particolato tossico (diossine, furani, pcb, metalli pesanti),
  • Sostenere che occorre potenziare e moltiplicare la produzione di energia da fonti rinnovabili, soprattutto attraverso la costruzione di centrali a biomassa/biogas da colture dedicate, nonostante sia dimostrato che tale processo è chiaramente un fenomeno speculativo che produce lo sradicamento dell’imprenditoria agricola produttiva a favore di una imprenditoria parassitaria che vive sugli incentivi pubblici o su modalità pesantemente inquinanti come lo spandimento del digestato nei campi.

 

http://espresso.repubblica.it/attualita/2013/11/29/news/indovina-con-chi-siamo-in-affari-1.143547

http://espresso.repubblica.it/attualita/2013/11/29/news/indovina-con-chi-siamo-in-affari-1.143547

http://recall.azzeroco2.it/la-campagna/filiere-energetiche-2/biogas/ 

Altre pesanti considerazioni, che si aggiungono a questi elementi di oggettivo contrasto, sono quelle in merito al “conflitto di interessi” che Legambiente nazionale vive al suo interno tra il suo presidente onorario Ermete Realacci, in quanto presidente della commissione ambiente del PD alla Camera dei deputati, e quanto pubblicato da tempo sulla partecipazione azionaria diretta od indiretta riconducibile a Legambiente in grandi aziende private che si occupano di costruire e gestire impianti di produzione di energia e di trattamento rifiuti, come abbiamo appreso dal Fatto quotidiano e dall’Espresso.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/10/legambiente-una-lobby-economico-politica-laccusa-degli-altri-ambientalisti/1003687/ 

Le diverse inchieste giornalistiche pubblicate dal Fatto quotidiano e dall’Espresso raccontano e ricostruiscono una catena di interessi e partecipazioni dirette o indirette che esclude che ci possa essere alcuna collaborazione tra un Movimento Nazionale Popolare fatto di volontari votati altruisticamente alla causa della tutela della salute e dell’ambiente ed una organizzazione con un chiaro orientamento politico e che cresce in virtu’ di finanziamenti pubblici e di compartecipazioni dirette od indirette nel mondo del business.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/10/legambiente-fa-business-con-lecologia-i-dubbi-degli-esperti-e-una-onlus/1003675/

Quanto esposto porta alla inevitabile conclusione che la spaccatura è stata voluta e perseguita da Zero Waste Italy nell’arco del 2014 per tentare di appropriarsi di una proposta di legge di cui non si è nè titolari nè rappresentativi dei quattordici depositanti ufficiali, nè, tantomeno, per tutte le motivazioni esposte, la proposta di legge può in alcun modo essere condivisa o rimessa nelle mani di Legambiente nazionale !!!

Questo tentativo di indegna appropriazione, oggi sancito anche pubblicamente, ci induce ad una azione forte di difesa delle battaglie del MOVIMENTO NAZIONALE POPOLARE che ha ideato, coordinato e contribuito al successo della Legge Rifiuti Zero, con una NETTA SEPARAZIONE dei rispettivi percorsi tra noi e Zero Waste Italy, pur con le inevitabili conseguenze nelle attività sul territorio nazionale ed in parlamento.

 

LE OLTRE 90.000 FIRME DEI CITTADINI CHE HANNO SOSTENUTO

LA NOSTRA PROPOSTA DI LEGGE RIFIUTI ZERO NON SONO IN VENDITA !!!

Roma 18 settembre 2014

 

Segreteria nazionale                                    Movimento Nazionale Popolare – Legge Rifiuti Zero

 

leggerifiutizero@gmail.com                         www.leggerifiutizero.it