Il vicepresidente boliviano Alvaro Garcia Linera ha dichiarato giovedì scorso che il socialismo è il potenziamento del sistema comunitario in espansione, in base alla volontà della società e rappresenta un’antitesi al capitalismo.

Durante la sessione d’investitura per il nuovo mandato del presidente Evo Morales nell’Assemblea Legislativa Plurinazionale (A.L.P.), la seconda carica dell’esecutivo boliviano ha sostenuto che nel socialismo “c’è una sola forma di amministrare la ricchezza che detiene la chiave del futuro, quella comunitaria, che sorge e si espande in base all’azione volontaria dei lavoratori, all’esempio e all’esperienza della propria società.”

Ha affermato che l’azione di uno Stato rivoluzionario consiste nell’espandere e nel rafforzare il modello che sorge dai produttori, i quali decidono di assumere il controllo del proprio lavoro su scala espansiva.

In questo contesto ha sostenuto che il socialismo è un lungo processo di transizione, nel quale lo Stato rivoluzionario e i movimenti sociali si fondono, ai fini d’innescare una democratizzazione nelle future decisioni e permettere alle attività economiche di rispettare la logica comunitaria “al posto della logica del profitto”.

“Il nostro socialismo sarà comunitario nel futuro, ma lo è anche nelle sue radici e nei suoi antenati; veniamo  infatti dal sistema comunitario ancestrale delle popolazioni indigene e la condivisione del bene comune rappresenta la tendenza latente nelle conquiste della scienza e dell’economia moderna.” ha inoltre sottolineato Garcia Linera.

Secondo Garcia Linera il futuro sarà un tipo di socialismo comunitario, nazionale, continentale e a grande impatto planetario, che incorporerà il sapere e le pratiche indigene di dialogo e convivenza con la Madre Terra.

A suo parere il socialismo è il “campo di battaglia” in ogni territorio nazionale tra una civiltà dominante – il capitalismo ancora maggioritario ma già in decadenza – e una nuova civiltà comunitaria che sta emergendo.

Per il vicepresidente boliviano il socialismo non è né una nuova civiltà, né un nuovo tipo di sistema economico e nemmeno una nuova società, bensì lo “straripamento democratico” della società organizzata in movimenti sociali e il “superamento della democrazia fossilizzata”, dove i governati si limitano a eleggere i governanti.

“Il socialismo è democrazia rappresentativa in Parlamento, più democrazia popolare nelle comunità agricole e urbane, democrazia diretta nelle strade e nelle fabbriche, tutto nel mezzo di un governo rivoluzionario e uno Stato dei movimenti sociali.”

Ha infine spiegato che il socialismo esiste quando la democrazia attraversa tutte le attività quotidiane delle persone, dall’economia fino all’educazione, oltre alla lotta nazionale, continentale e internazionale per l’ampliamento dei beni comuni.

Traduzione dallo spagnolo di Paola Mola