1° dicembre 2014

A causa di problemi di connessione, alcune parole e frasi sono incomprensibili.

Vi ringrazio moltissimo.

Io non sono certo qualificato per questo tipo di onore. E’ un privilegio straordinario essere incluso tra tutti quelli che nel mondo hanno lottato per i diritti umani anche a costo di grandi rischi personali, anche quando era difficile, quando nessuno guardava, quando cercavano un riconoscimento e non lo ricevevano mai. I premi vengono assegnati come riconoscimento individuale, ma io posso solo accettarlo collettivamente. Questo premio riconosce il lavoro di tutti quelli che, non solo negli ultimi anni, ma per decenni, hanno considerato i diritti umani come il nuovo nome di un concetto antico, il concetto di libertà. Il prezzo di lottare per la libertà in tempi di cambiamento, in tempi di paura, in tempi di nuovi pericoli e nuove minacce, è imprevedibile e spesso molto alto.

I giornalisti con cui ho avuto il privilegio di lavorare, gli editori di tutto il mondo, gli attivisti, gli informatori e gli esponenti della società civile hanno corsi grandi rischi. Parecchi di loro, come Sarah Harrison, che è presente nel pubblico, non possono tornare a casa. Io stesso sono in esilio ormai da un anno e mezzo. E’ improbabile che questo cambi presto, ma ne vale la pena. Tutti i prezzi che abbiamo pagato, tutti i sacrifici che abbiamo fatto, io credo che li rifaremo. So che io lo rifarei, perché la cosa non riguarda solo me. Riguarda la società in generale, non quello che lui o lei… (incomprensibile). Questo riguarda noi, i nostri diritti, il tipo di società in cui vogliamo vivere, il tipo di governo che vogliamo avere e il tipo di mondo che vogliamo passare alla prossima generazione.

Quando parliamo di governo, dobbiamo pensare non solo alla sua qualità, ma anche al rapporto che vogliamo avere con esso. Pensiamo a un rapporto da sudditi, o a un rapporto di parità? E questo comprende anche tutte le menti brillanti che oggi dominano, tutti gli esperti, tutti i funzionari eletti, tutti i rappresentanti della gente nelle industrie che lavorano su questi temi. Non possiamo prendere decisioni corrette se non abbiamo tutta l’informazione. Quando si parla di governi e di democrazie, queste istituzioni sono fondate sul principio del consenso e il consenso non è significativo se non è informato.

Ora, è questo principio che mi ha spinto. Quando pensiamo alle sfide e ai problemi che abbiamo davanti, alla nuova atmosfera di paura in cui tutti i governi e le istituzioni del mondo stanno operando, come risposta a queste minacce e valutiamo come stanno andando le cose, troviamo motivi di speranza. Io sono ottimista. Quando guardiamo cos’è successo dall’anno scorso, da quando sono arrivato dalle Hawaii e sono uscito allo scoperto, mi hanno chiamato spia e traditore. Alcuni dei personaggi più importanti e potenti degli Stati Uniti hanno discusso (incomprensibile) mettermi in (incomprensibile). Dovevi essere attaccato da (incomprensibile). Questa controversia è in gran parte conclusa. I governi prima hanno detto che la gente non aveva bisogno di conoscere questo tipo di informazioni, che questo ci avrebbe sporcato le mani di sangue, che i giornali hanno messo a rischio delle vite, che avrebbero abbattuto degli aeri in volo sull’Europa e in effetti hanno bloccato l’aereo del presidente boliviano pensando che io fossi a bordo e avessi chiesto asilo, cosa che non ho fatto. Tutto questo non succede più. Invece (incomprensibile) vediamo incredibili dibattiti nei parlamenti del mondo, nei giornali e nelle istituzioni accademiche. Vediamo la natura stessa di Internet che cambia grazie a nuovi ritrovati tecnologici che proteggono i diritti della gente, che proteggono i nostri diritti in un modo nuovo e importante che valica le frontiere. Indipendentemente dal modo in cui i diritti vengono protetti in Cina, se usi un servizio che protegge i diritti a quel punto le leggi di quella particolare giurisdizione non contano. Questo è un gioco incredibile per i diritti umani nel mondo.

Quando parliamo delle istituzioni governative e dei cambiamenti che stanno avvenendo, il luogo in cui questo è più evidente sono gli Stati Uniti. Lo stesso governo che mi ha denunciato e accusato tra l’altro di spionaggio, dicendo che ho venduto informazioni ai nostri nemici, ora dice che non è vero e che non ci sono prove… (incomprensibile). Il direttore della NSA dice che non vede il cielo cadere. Il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato di aver nominato dei revisori indipendenti per esaminare questi programmi di sorveglianza di massa e vedere se (incomprensibile) e la loro conclusione è che non hanno impedito neanche un singolo attacco terroristico. Questo è un punto cruciale, perché la sorveglianza di massa, la politica che ci è stata tenuta nascosta – e non parliamo solo degli americani o degli svedesi, ma del mondo intero – non ci ha aiutato, nonostante abbia fatto tanto chiasso. Il presidente ha detto che il dibattito avvenuto da allora non ci ha indebolito come nazione, ma ci ha resi più forti. E’ questo è stato solo l’inizio. Da allora abbiamo visto corti federali americane esprimersi contro questi programmi, la Corte Europea di Giustizia definirli un’inutile violazione dei diritti che fa correre rischi inutili agli individui. L’ONU ha diffuso un rapporto secondo cui la sorveglianza di massa viola i diritti umani fondamentali.

Queste cose ci accompagneranno in ogni paese. Ci forniscono una base su cui costruire. Possiamo andare avanti e continuare a discutere queste politiche, questi programmi decisi dietro porte chiuse, senza che ne siamo consapevoli e senza il nostro consenso, per dire “Sono ragionevoli? Sono necessari? Sono adeguati alle minacce che abbiamo davanti? Usano i mezzi meno invasivi necessari alle indagini governative?” Qui non si tratta di eliminare tutti i comitati di intelligence, di fermare le indagini di polizia e ridurre la nostra sicurezza. Qui si tratta della sicurezza della nostra società. Si tratta di assicurare i nostri diritti e le libertà che abbiamo ereditato come generazione e che vogliamo passare alle generazioni future.

Tutti insieme, usando questo forum aperto, questa discussione, grazie ai sacrifici fatti da tanta gente in tutto il mondo, possiamo godere di queste libertà, possiamo avere questi diritti, possiamo avere una società liberale e aperta. Anche in momenti pieni di minacce, difendiamo i valori liberali. Nonostante tutto quello che abbiamo ottenuto l’anno scorso, riconosciamo tutti che è solo l’inizio, che c’è ancora molto da fare e che insieme possiamo ottenerlo. Spero di poter contare su di voi l’anno prossimo, quando proporremo all’ONU di nominare un nuovo relatore speciale sulla privacy e i diritti digitali per assicurare la difesa della libertà a prescindere dal luogo in cui un’agenzia opera e la tecnologia viene collocata e a prescindere da quale paese decida che sta affrontando nuove minacce che richiedono una limitazione dei nostri diritti.

Vi ringrazio. Vi ringrazio moltissimo

Traduzione dall’inglese di Anna Polo