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Io faccio così #48

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“A tribe is wanted”, ovvero “cercasi tribù”. Tutto è iniziato da una email inviata nel 2006 al fine di trovare 5000 persone disponibili a versare 130 sterline a testa per sviluppare una comunità sostenibile per eco-turismo nell’arcipelago delle Fiji. Il messaggio è stato accolto e così, grazie al crowdfunding, è nata la comunità dell’isola di Vorovoro ed è partita l’avventura di Tribewanted.

Fondata nel 2006 da Ben Keene, poi diventato socio dell’italiano Filippo Bozotti, la cooperativa inglese Tribewanted porta avanti un progetto di turismo sostenibile e responsabile con l’obiettivo di trovare un giusto equilibrio di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, valorizzando le tradizioni e la cultura locale.

Tre le comunità sinora create: una nelle Fiji (nell’isola di Vorovoro), una sulla John Obey Beach in Sierra Leone, e una a Monestevole, in una piccola frazione di Umbertide in provincia di Perugia.
Dal 2013, inoltre, Tribewanted è partner del progetto Guludo, in Mozambico.

Isola di Vorovoro

Nelle comunità Tribewanted inizialmente è il team internazionale che gestisce il progetto, ma entro la fine della prima stagione turistica si trasferisce conoscenza al personale locale affinché la comunità possa essere gestita localmente. In tal modo si genera anche occupazione.

Le comunità fisiche sono unite da una community online mondiale, che oggi conta circa 10.000 “Tribe members”. Ogni mille tribe members che verseranno 10 sterline al mese (circa 13 euro) consentiranno a Tribewanted di aprire una nuova comunità nei paesi scelti dalla maggioranza. L’obiettivo è quello di costruire una rete di 10 nuove comunità modello che dimostrino concretamente che la sostenibilità può essere realizzata realmente e che uno stile di vita diverso è possibile, oltreché necessario.

John Obey Beach in Sierra Leone

Ogni membro della tribù usufruisce di sconti e benefici quando decide di trascorrere in una delle comunità Tribewanted una ‘vacanza alternativa‘. L’idea, infatti, è quella di offrire l’opportunità di vivere un’esperienza basata sulla condivisione delle attività e sullo scambio di competenze, tempo e risorse. “Noi crediamo – si legge sul sito di Tribewanted  – nella forza delle esperienze comunitarie al fine di influenzare positivamente il cambiamento dei comportamenti delle persone. Attraverso la creazione di comunità sostenibili e la condivisione di esperienze interculturali significative, stimolanti e divertenti, sia sul campo sia online, vogliamo dare un’impronta positiva che ispiri altre persone a fare lo stesso”.

Dalle Fiji alla Sierra Leone, fino alla nascita, nel 2013, della comunità sostenibile di Monestevole, nel cuore dell’Umbria, per dimostrare che anche in un Paese ‘sviluppato’ è possibile portare avanti un progetto basato su un modo diverso di viaggiare e vivere il territorio.

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Nel cuore verde dell’Italia, Tribewanted Monestevole è costituito da un casale del 1500 e 25 ettari di bosco. Qui vi abitano e lavorano stabilmente 10 persone che condividono il loro tempo e le loro attività con gli ospiti della comunità. I tribe members e gli ospiti possono così partecipare a progetti di bio-edilizia, di energia rinnovabile, di riciclo delle acque e di permacultura, ma anche svolgere vari compiti quotidiani, dalla manutenzione dell’orto alla raccolta delle olive, dalla vendemmia alla musica, dall’accudire gli animali e molto altro.

È alla comunità di Monestevole che il co-fondatore di Tribewanted Filippo Bozotti dedica la totalità del suo tempo da quando, nel 2012, ha deciso di tornare a vivere in Italia dopo molti anni trascorsi all’estero. “Ad un certo punto ho sentito il desiderio di mettere radici. Tutti mi dicevano di non tornare in Italia e questo è uno dei motivi per cui io invece ho deciso di farlo”.

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Una laurea in finanza alla Boston University che gli è servita per capire cosa non voleva fare, il desiderio di informarsi accresciuto dopo i fatti dell’11 settembre e quindi la presa di coscienza di voler esser parte della soluzione e non complice dei meccanismi che hanno generato gli attuali problemi del mondo. È stato graduale il percorso che ha portato Filippo alla decisione di dedicarsi a questo progetto, convinto che il cambiamento debba avvenire dal basso, dalla comunità, a livello locale e sistematico.

“L’Italia ha tantissime opportunità per diventare un esempio nel mondo. Nel nostro Paese esistono tanti progetti virtuosi, e allo stesso tempo c’è ancora molto da fare. Credo che il cambiamento arriverà quando raggiungeremo il ‘punto critico’, che di solito è l’1% della popolazione impegnata in progetti di cambiamento. Sono sicuro che prima o poi avverrà una grande transizione, in Italia e nel mondo. Spero che questa arrivi in modo pro-attivo e non reattivo”.

1. Tribewanted Monestevole è aperto a tutti. Anche le persone non iscritte al Tribewanted possono accedervi, pagando il 20% in più rispetto ai membri.

Il sito di Tribewanted 
Il sito di Tribewanted Monestevole 
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L’articolo originale può essere letto qui