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“Chiudere i CIE immediatamente, cancellare la legge Bossi-Fini e legiferare per rendere possibile un’accoglienza civile alle persone che dal Sud del mondo arrivano  nel nostro paese, e in tutta Europa, alla ricerca di una vita capace di restituire loro lavoro, dignità e umanità”. É l’appello che Ornella De Zordo, capogruppo di perUnaltracittà, rivolge ai partiti presenti in Parlamento al di là della loro appartenenza alla maggioranza dopo l’ennesima tragedia verificatasi in un Centro di Identificazione ed Espulsione. In particolare nel CIE “Sant’Anna” di Isola Capo Rizzuto, dove il trentunenne marocchino Moustapha Anaki è morto per un non meglio precisato “malore” e dove è in corso una sacrosanta rivolta.

“I CIE sono luoghi di reclusione in cui è sospeso ogni diritto e in cui vengono rinchiuse persone senza alcuna accusa, che non hanno commesso alcun reato, semplicemente perché sprovviste di documenti o permessi di soggiorno; spesso fuggite da zone di guerra o di fame, costrette in condizioni inumane. In questi centri – ha proseguito De Zordo – si ripetono con agghiacciante frequenza episodi di violenza da parte del personale di custodia, suicidi e atti di autolesionismo da parte dei trattenuti, esseri umani disperati condannati solo per essere nati nella parte sbagliata del mondo.”