Battersi per un mondo libero dalle armi nucleari

Fin dalla chiusura del sito di esperimenti nucleari di Semipalatinsk, 20 anni fa, il Kazakistan si è impegnato per l’abolizione delle armi nucleari.

L’anno scorso per proseguire questa lotta è stato aperto ad Astana il  Nazarbayev Center.

Roman Vassilenko, Vice-direttore del centro, è molto impegnato in questo tema. Qualche settimana fa ha partecipato a Oslo alle conferenze sulle armi nucleari e ha scritto questo articolo, che siamo lieti di pubblicare.

A 20 lunghi anni dalla chiusura del sito di esperimenti nucleari di Semipalatinsk, in Kazakistan, il ricordo della tragedia è ancora vivo e le armi nucleari rappresentano ancora una minaccia per il mondo intero. Tuttavia si intravede uno spiraglio di cambiamento: oggi sono molte le nazioni, le organizzazioni e le singole persone che si interessano alla questione del disarmo nucleare e molte di loro sono impegnate a sollevare l’argomento nelle più alte sfere. Speriamo che i loro sforzi possano innescare una reazione a catena a livello globale per quanto riguarda il disarmo nucleare. Le cose possono, ma soprattutto devono cambiare.

Occorrono però più voci, più sforzi e maggiore coinvolgimento. Serve una massa critica di persone a sostegno del nostro movimento. Per fare questo è importante che il mondo non dimentichi il dolore della tragedia di Semipalatinsk.

Recentemente, 400 membri di varie ONG di 100 paesi hanno partecipato al Forum Internazionale della Società Civile di ICAN (Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari) che si è tenuto ad Oslo il 2 e 3 marzo. La conferenza internazionale sull’“impatto umanitario delle armi nucleari” organizzata dal governo norvegese e svoltasi il 4 e 5 marzo ha visto la partecipazione di oltre 500 persone tra rappresentanti governativi, organizzazioni internazionali, ricercatori ed esperti provenienti da tutto il mondo.

Cosa rende memorabile tutto questo?

Questi eventi si sono contraddistinti per il desiderio di smuovere l’opinione pubblica internazionale e spingere i leader mondiali ad abolire le armi nucleari per sostituirle con un’alternativa più sicura. Decine di governi, centinaia di ONG e gruppi di esperti di tutto il mondo si interessano vivamente a questa problematica. Voglio sperare che tutti questi sforzi un giorno possano dare i loro frutti per quanto riguarda le vittime dei test nucleari da un lato e il processo di disarmo dall’altro.

L’ATOM Project, inaugurato il 29 agosto 2012, che noi del Nazarbayev Center abbiamo presentato su questa piattaforma, è solo una delle voci che chiedono aiuto per le vittime dei test nucleari, oltre ad azioni più concrete in direzione del disarmo nucleare a livello mondiale. I punti di forza del progetto sono la partecipazione su larga scala al movimento anti-nucleare e la mobilitazione di numerose nazioni e organizzazioni. La forza sta nei mezzi che utilizza per dare voce alle persone che vivono tutti i giorni, sulla propria pelle, le conseguenze dei test nucleari.

Gli eventi di Oslo sono stati segnati anche dalla fiducia nella giustizia e dal successo dell’idea di un mondo libero da armi nucleari, un concetto che a molti appare utopistico, come qualcosa per cui non vale la pena di lottare. Diversi gli argomenti a sostegno del disarmo nucleare:

1)       L’umanità ha avuto il coraggio di abbandonare altre due armi di distruzione di massa – quelle biologiche e chimiche – siglando importanti convenzioni dell’ONU, quindi perché non dovrebbe rinunciare alle armi più distruttive del mondo?

2)       Alcuni paesi, tra cui il Sudafrica, l’Ucraina, la Bielorussia e il Kazakistan, hanno avuto il coraggio di abbandonare i programmi di armi nucleari e/o gli arsenali atomici: la loro esperienza può essere d’esempio per altri.

3)       Nel mondo cresce la consapevolezza che l’uso anche di una sola delle 19.000 armi nucleari in un “conflitto regionale su scala ridotta” avrebbe conseguenze disastrose non solo per quella regione, ma per il mondo intero, poiché indebolirebbe l’economia e l’ambiente a livello globale.

Chiaramente è possibile controbattere. Qualcuno potrebbe dire che l’umanità sta andando nella direzione opposta, cioè verso l’aumento anziché la riduzione degli arsenali atomici, come dimostrano i recenti test nucleari nella Corea del Nord, tanto per fare un esempio. Tuttavia, secondo i rappresentanti dei vari governi e le organizzazioni della società civile che da 132 paesi si sono riuniti a Oslo questo mese, questo aspetto non fa altro che rendere ancora più importante l’impegno e gli sforzi dimostrati dai sostenitori del disarmo nucleare.

Il Kazakistan e il suo popolo si battono sempre di più a favore di un mondo libero da armi nucleari. L’artista Karipbek Kuyukov è uno dei sopravvissuti alla tragedia di Semipalatinsk: nato con disabilità multiple (e senza braccia) ha saputo diventare un grande uomo, senz’altro un esempio da seguire quando si tratta di lottare.

Con il suo coraggio e la sua fede nella vita Karipbek ha dimostrato che lo spirito è più forte della materialità. È impossibile non fermarsi ad ascoltare questo artista di talento, questo leader dell’opinione pubblica, questo attivista a favore del disarmo nucleare e Ambasciatore Onorario dell’ATOM Project, mentre racconta la storia della sua vita e chiede di agire immediatamente e nel concreto per costruire un mondo senza armi atomiche. La sua storia prima fa piangere, poi infonde speranza e infine spinge ad agire. “In qualità di sopravvissuti e testimoni di quell’orrenda follia vogliamo mettere in guardia il mondo dalle conseguenze delle armi nucleari prima che sia troppo tardi”, ha commentato Kuyukov rivolgendosi al Forum Internazionale della Società Civile. “Se miliardi di persone in tutto il mondo potessero comprendere le conseguenze delle armi nucleari, l’opinione pubblica formerebbe un fronte compatto per abolire per sempre la bomba atomica. Io metto il mio cuore e la mia anima nei miei dipinti, che esprimono il mio appello a favore del disarmo… La corsa agli armamenti nucleari e il desiderio di conquistare il mondo con le armi atomiche sono in aumento: abbiamo il dovere di fermarli.”

Tanto di cappello a Karipbek Kuyukov e a quelli come lui. È grazie a loro che sono convinto che l’umanità rifletterà a fondo su questo tema e sarà possibile raggiungere l’obiettivo di un mondo libero da armi nucleari, obiettivo che sembra un’utopia agli occhi di molti.

* L’ATOM Project è un’iniziativa del Nazarbayev Center, la cui missione prevede anche di continuare e ampliare il retaggio kazako della lotta per un mondo libero da armi e test nucleari. Il progetto spera di segnare una svolta effettiva e duratura, riunendo i cittadini per mostrare ai leader mondiali che meritiamo e chiediamo un mondo più sicuro, senza ulteriori test sulle armi nucleari.

* Il  Nazarbayev Center è un Istituto Pubblico Multidisciplinare di Analisi Scientifica e Educazione Umanitaria per lo studio e la promozione della storia del Kazakistan e intende contribuire al suo sviluppo nazionale e alla cooperazione internazionale.