In collaborazione con altre quattro organizzazioni e reti, la fondazione sostiene la pubblicazione di uno studio di Alliance Globale sulle alternative agli inceneritori, nel quale si tratta la questione del sovradimensionamento degli inceneritori in vari paesi europei, e il conseguente trasporto transfrontaliero di rifiuti che ne deriva.

Questi lavori dimostrano, ancora una volta, il controsenso rappresentato dall’applicazione di “soluzioni” tecniche e industriali che non rispondono affatto alle preoccupazioni sociali e ambientali.

Parigi 22 gennaio 2013 – Un nuovo studio di GAIA (Global Alliance for incenerator alternatives), pubblicato ieri, rivela che gli inceneritori attualmente in funzione in alcuni stati europei sarebbero in grado di bruciare una quantità maggiore di rifiuti non riciclabili rispetto alla produzione interna dei rispettivi paesi. Eppure, l’industria spinge ad aumentare la capacità di incenerire i rifiuti in Europa.

Lo studio dimostra che:

  • Germania, Svezia, Danimarca, Paesi Bassi e Regno Unito sono già in sovraccapacità in termini di incenerimento di rifiuti;
  • di conseguenza, i trasferimenti transfrontalieri di rifiuti destinati all’incenerimento sono aumentati, il che è in contraddizione con il principio di prossimità e genera inutili emissioni di CO2.
  • benché il 22% dei rifiuti nell’Unione già sia destinato agli inceneritori, l’industria prevede di aumentare ancora questa capacità di incenerimento, compromettendo gli obiettivi definiti nella Road Map per un’Europa efficiente nell’utilizzazione delle risorse, la quale perora la priorità della riduzione dei rifiuti, del riciclaggio e della riutilizzazione;
  • l’aumento dei trasferimenti di rifiuti potrebbe impedire il raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio, in particolare in quei paesi che ne sono più lontani;

Se l’intento della Commissione Europea è quello di mantenere gli impegni a limitare l’incenerimento solo ai rifiuti non riciclabili da qui al 2020, la strategia dovrebbe essere quella di chiudere gli inceneritori, non di costruirne di nuovi. Gli obiettivi delineati nella Road Map per un’Europa efficiente nell’uso delle risorse non verranno mai raggiunti, a meno che la Commissione Europea non controlli strettamente le potenzialità europee di incenerimento , dichiara il coordinatore europeo di GAIA Joan Marc Simon.

Sul fronte francese, le associazioni ambientaliste sono unanimi:

La Francia ospita un quarto di tutti gli inceneritori europei, e nuovi impianti sono in programma. Per poterne gestire il sovradimensionamento e assicurare la continuità della loro alimentazione, la Francia non ha investito sufficientemente nella prevenzione, nella cernita e nel riciclaggio, il cui tasso rimane sempre molto basso , precisa Delphine Lévi Alvarès, del Cniid( Centro nazionale di informazione indipendente sui rifiuti).

Per Louisa Crispe, rappresentante di France Libertés – Fondation Danielle Mitterrand, “questo nuovo rapporto dimostra il controsenso rappresentato dall’applicazione di “soluzioni” tecniche e industriali che non rispondono affatto alle preoccupazioni a livello sociale e ambientale.”

Per Pénélope Vincent-Sweet, pilota della rete di prevenzione e gestione dei rifiuti di France Nature Environnement (FNE), che gli inceneritori siano degli aspiratori di rifiuti che nuocciono alla prevenzione e al riciclaggio non è una ubbia da ecologisti. Il rapporto della Corte dei Conti del settembre 2011 mostra bene come il sovradimensionamento crei una richiesta a spirale senza fine di rifiuti, un circolo vizioso in particolare per quanto riguarda i rifiuti industriali non speciali, e come alla fine è di solito il contribuente a pagare.”.

Se le sovracapacità di incenerimento sono mantenute e/o aumentate, questo andrà a scapito dei contribuenti, da una parte, poiché le tasse sui rifiuti aumenteranno per compensare le capacità installate e non utilizzate, e della prevenzione e del riciclaggio dall’altra, non essendoci più sufficienti rifiuti da bruciare. La Commissione europea deve controllare l’offerta di incenerimento sul mercato europeo, in modo da assicurarsi che non compromettano la riduzione dei rifiuti e il riciclaggio. Dovrebbe inoltre eliminare tutti gli incentivi economici e legali che, attualmente, rendono l’incenerimento dei rifiuti preferibile al loro riciclaggio conclude J.M. Simon.

Scaricare lo studio di GAIA

Le associazioni firmatarie:

Le Centre national d’information indépendante sur les déchets (Cniid), Global Alliance for Incinerator Alternatives (GAIA), France Libertés – Fondation Danielle Mitterrand, France Nature Environnement, Les Amis de la Terre – France, Réseau Action Climat – France

Traduzione dal francese di Giuseppina Vecchia