PF: La protesta contro il sistema educativo ha segnato, senza dubbio, un evento di caratura nazionale durante l’anno appena terminato. Ci chiedono da molti posti come sia possibile che il tema dell’Educazione possa determinare uno scontro così importante e di tanta mobilizzazione in Cile. Como se lo spiega lei?

MA: In Cile da 30 anni esiste un modello educativo di mercato, di selvaggio mercato. Questo ha generato una brutale privatizzazione a tutti i livelli, da quello dell’infanzia sino all’educazione superiore. A causa di ciò, in Cile l’educazione anziché essere un veicolo di mobilità sociale (che dovrebbe essere una delle sue finalità) si è trasformata in un fattore di segregazione e di incremento della diseguaglianza. La domanda da porsi non è dunque per quale motivo si è scatenato la protesta quest’anno ma come sia possibile che ci sia voluto così tanto tempo prima di scoppiare

PF: La protesta ha mobilitato un enorme percentuale del paese: studenti delle scuole secondarie, universitari, professori, genitori, funzionari, oltre che persone coinvolte in questa tematica. Cosa pensa che abbia determinato un’unione così forte tale da portare, di settimana in settimana la popolazione nelle strade?

MA: questo si lega alla mia risposta precedente. Si è ribellata
una generazione di giovani che ha perso la paura, che è ha capito che il problema era un problema di fondo e non legato a all’ottenere degli investimenti in più o delle borse di studio addizionali. Infatti, il movimento è cominciato con richieste molto specifiche, ma rapidamente è cresciuto sino a costituire in poche settimane una massa di persone, in primis i professori, dopo le altre organizzazioni ed infine i cittadini. Alle marce di protesta hanno partecipato centinaia di migliaia dipersone e la creatività e una bellezza sono state commoventi; non si è trattato di marce, erano dei veri carnevali popolari, con tutti i tipi di espressione artistica, con humor, con molta allegria.
Sino a quando il movimento ha mantenuto questo carattere, è stato di massa, coinvolgente, partecipativo, creativo, è stato in grado di emozionare con l’energia positiva che si respirava nelle marce. E il Governo ha risposto nella peggiore maniera: una repressione continua e dura, ci sono molti video con abusi della polizia contro manifestanti pacifici, autorità squalificanti, con un linguaggio bellicoso, ecc: Ciò che ha accomunato nella sua essenza è stato un sentimento comune, un senso di com-unità (comune-unità) che ha coinvolto molta gente, non si trattava solamente di richieste, queste erano la cosa più superficiale, nel profondo e nell’interiore si respirava una comunione molto forte tra la gente, un senso di complotto contro il potere e contro i prevaricatori che dava molta forza ed energia.

PF: Che altri conflitti sociali hanno un peso per la popolazione cilena e come si vivono?

MA: La società cilena è la società degli abusi e della manipolazione estrema da parte del potere contro la cittadinanza. Non ci sono paesi al mondo in cui le politiche neoliberali si siano applicate con tanta profondità. Questo ha condotto alla privatizzazione di quasi tutte le attività di questa società, includendo quelle più sensibili; per chi ha governato il Cile negli ultimi 35 anni è possibile convertire in affare tutto e così è stato fatto, non solo nell’educazione, ma anche nella salute, nella previdenza, nella sicurezza dei cittadini, nella libertà di circolazione, ecc. Ciò che è accaduto è che dopo svariati anni di ebbrezza nei quali la gente ha comprato ed ha creduto ala propaganda del modello, oggi ha cominciato a prendere coscienza delle false promesse di felicità sulla base della piccola e volgare che riempiendomi di “beni di consumo” raggiungerò la felicità, o l’idea che per il semplice fatto di aumentare il reddito pro-capite saremo una società sviluppata. La gente, ed in particolare i giovani, adesso reclamano una vera umanizzazione della società. Si potrebbe dire che c’è un logoramento del sogno promosso da modello, no è qualcosa di generalizzato né di massivo, ma i sintomi si esprimono in chi, essendo minoranza, sono molto attivi nel dichiarare il malcontento. La gente ha sopportato per molti anni abusi e manipolazioni, ovviamente questo dovrebbe avere in contropartita uno “sviluppo” da raggiungere. Ebbene, tale sviluppo no è mai arrivato al 90% della gente che oggi non sembra disposta a continuare a sopportare in silenzio e passivamente questa situazione arbitraria. C’è una protesta latente che può scoppiare in qualsiasi momento, così come accaduto nel 2011.

PF: Sappiamo che se, da un lato, durante il 2011, la richiesta popolare si è espressa fondamentalmente con le marce per le strade dall’altro ci sono state un’enorme quantità di manifestazioni che hanno fatto appello ad un’elevata dose di immaginazione per invitare ad una partecipazione non violenta. Ci riferiamo ai “cacerolazos” alla “playa” contro Lavin, alle 1800 ore di corsa attorno a La Moneda, alla “besaton”, alle performance, ecc, ecc. Pensa che in Cile si stia radicando una cultura della non violenza o vede queste forme di protesta semplicemente come avvisaglie anti repressione politica?

MA: Questa domanda è molto interessante perché evidenzia un tema molto profondo e importante. Ovviamente una delle caratteristiche che ha richiamato molto l’attenzione del movimento è stata la sua grande creatività, l’allegria dei manifestanti e soprattutto il carattere non violento del 99% dei partecipanti. E’ evidente che sia mostrata una crescente coscienza dell’inutilità della violenza, la non violenza attiva è stato l’atteggiamento cosciente della maggior parte della gente . Questo è un risultato incoraggiante per chi professa una filosofia umanista della vita, ciò che alcuni anno fa sarebbe apparsa come una romantica utopia con scarso accoglimento oggi è preso in conto come una forma di lotta di milioni di persone. Questo naturalmente è stato un problema per il Governo e i potenti che vedevano con una certa disperazione come stava crescendo la simpatia e l’appoggio del cittadino ai giovani e alle loro richieste. Quindi dal potere è cominciato l’esacerbamento degli infimi fuochi di violenza che nascevano. La polizia cominciò ad agire in modo molto provocatore, con dure ed ingiustificate repressioni ai pacifici manifestanti con un evidente intenzione di consentire l’azione a piccoli gruppi violenti che risultavano loro molto funzionali. La Polizia dunque attaccava duramente a decine o centomila di manifestanti pacifici e quasi non toccava gli incappucciati violenti. Infatti ci sono state varie denunce ben fondate di infiltrati e le autorità di polizia e del Governo sono state costrette a dare spiegazioni in merito all’azione degli poliziotti che travestiti e incappucciati sono stati sorpresi ad incitare alla violenza. Alla fine la manipolazione mediatica, ed in particolare modo della TV, è stata rafforzata da questa falsa accusa del movimento di utilizzare la violenza e con questo sono state giustificate le maniere repressive e restrittive alla libertà di manifestazione, giungendo perfino all’estremo di promuovere una legge che, in caso di approvazione, stabilirà dure sanzioni, incluso il carcere, a chi manifesti per ragioni sociali. Non possiamo negare che ci sono tuttora dei gruppi che promuovono la violenza come forma di lotta politico-sociale, però sono molto minoritari e ogni volta sempre meno appoggiati dalla popolazione e questo è un buon sintomo. Sappiamo che la prima causa della violenza risiede essenzialmente in un sistema violento, e non parliamo solo della violenza fisica della repressione, parliamo delle molteplici forme di violenza che utilizza questo sistema per sostenere la sua struttura di potere e dominio. Secondo la mia opinione, ciò che si teme maggiormente è la crescita della coscienza NON VIOLENTA, intuiscono che questo possa rappresentare una forza incontrastabile e per questo il loro impegno è nello spegnere queste scintille di NONVIOLENZA ATTIVA espresse in questo movimento. Da vedere in futuro questa forza si sviluppa e si estende fra i cittadini e si riesce a isolare i violenti e a quei manifestanti che erroneamente pensano che la metodologia violenta possa servire per qualcosa.

PF: Discutiamo un po’ del Governo e della sua capacità di reagire, come giudica il primo cambio nell’Educazione e questo secondo cambio che si produce adesso?

MA: Nessuno di questi cambiamenti ha significato che il Governo si muova di un millimetro dalle sue politiche economisti che nell’educazione. Sono stati dei cambiamenti apparenti che non hanno toccato le fondamenta della loro filosofia. Hanno mostrato una rigidità ideologica molto estrema, per loro difendere il sistema educativo si è tramutato quasi in una “guerra santa” perché si rifiutano di ascoltare un grido che rappresenta l’80% della gente del Cile.

PF. Crede che il 2012 sarà un anno politicamente diverso rispetto a questa protesta? Che direzione si attende che dia il nuovo ministro?

MA: Il nuovo Ministro dell’educazione è uno degli ideologi dell’attuale modello educativo. Per lui, che l’educazione sia un impresa come altre è qualcosa di normale e desiderato. Vorrei sbagliarmi, però mi pare che da questo ministro non possiamo aspettarci grandi cambiamenti più di quelli già visti con i suoi predecessori. Magari sarà meno brutale nella forma rispetto al Ministro Bulnes che era abbastanza aggressivo y maleducato con il movimento, ma nella sostanza il segnale che si da nominando Harals Bever è che il Governo si impegna ad approfondire il modello educativo rifiutato dalla cittadinanza

PF: Nel nuovo scenario avremo anche delle modifiche da parte degli studenti che hanno tenuto le loro elezioni sostituendo le loro facce pubbliche. Che crede possa variare con i nuovi responsabili? Come stima che si comporterà il movimento studentesco nel 2012?

MA: Non è facile predire ciò che succederà con i giovani, in particolare perché hanno mostrato che operano con delle logiche molto differenti a quelle che si sono conosciute prima. Una delle caratteristiche del movimento è stata che non si basava tanto su persone leader ma agiva in modo collettivo e orizzontale. Questo spiazza molto un analista o un attore politico formato a scenari di decade addietro. Non credo che i cambiamenti nel direttivo li impatti perché il movimento non si basa sui “personaggi”. Infatti la parola “ conduzione”, mi pare, che non serva per questo genere di movimenti che agiscono in maniera congiunta e lavorando gli accordi, non accettano essere “condotti” dall’alto né da illuminati che gli dicano “come si fanno le cose”. Alcuni attori politici tradizionali hanno cercato di operare nel movimento con questa logica, i risultati di alcune elezioni che per gli analisti tradizionali sono stati sorprendenti mostrano che le nuove generazioni non accettano queste vecchie forme di fare politica in cui la manipolazione è la forma di agire. Non mi sento in grado di rispondere categoricamente alla domanda su ciò che accadrà nel 2012, visto che ua delle caratteristiche di questo movimento e di questa generazione è che si agisce in un modo imprevedibile, in particola se si guarda al fenomeno con occhi antichi. Ho cercato di posizionarmi con maggiore umiltà di fronte a ciò che sta succedendo, più che cercare di capire e di evitare “pontificazioni” alle quali siamo abituati, quelli della mia generazione.

PF. Se potesse descrivere il cammino che prenderà la protesta? Sino a dove pensa si possa arrivare?

MA: Sebbene sembri incredibile per chi non vive in Cile, nonostante 500.000 persone per la strada, nonostante l’80% dell’appoggio della cittadinanza, nonostante delle rivendicazioni molto semplici e indispensabili, il Governo non ha ceduto praticamente in niente. Con molta tristezza dico che questo dimostra che in Cile non viviamo in una vera democrazia. Nel mio paese esistono poteri con molta influenza e che gestiscono il potere politico a loro piacimento, con una totale sconsideratezza verso il sentire cittadino. Però anche la forza e la convinzione di questo movimento ha dimostrato che questi poteri illegittimi si stanno indebolendo perché le nuove generazioni non accettano il loro dominio abusivo. Vedo i giovani molto decisi e convinti, vedremo se le generazioni più vecchie si affiancano con forza a questa crociata democratica. Non si è risolto niente, anzi, la turpe risposta del potere è stata di radicare la sua nefasta politica in un momento in cui la sua popolarità casca. Penso che il movimento seguirà attivamente, probabilmente dovrà rinnovare le tattiche, riciclare le rivendicazioni e le consegne, cercare nuove forme, tutto sembra essere molto dinamico e esige una creatività costante. Sono ottimista e credo che i giovani sapranno riciclarsi per spingere nuovamente il movimento.

PF. Rispetto ai professori, che valutazione hanno fatto internamente nel Collegio dei Professori? Come si proiettano sino a marzo?

MA: Magari non esiste una valutazione uniforme in merito alla partecipazione del corpo insegnante in questo movimento. Ci sono alcuni che credono che tutto è stato fantastico e che si è stati attori centrali del movimento; altri vedono tutto negativo ed evidenziano che niente è stato fatto e che solamente il corpo docente si è occupato degli studenti. A me pare che entrambe queste visioni siano parziali. E’ evidente che la forza fondamentale del movimento sia stata rappresentata dagli studenti, sia quelli universitari che quelli secondari, questo è indiscutibile; nelle marce il 90% dei partecipanti erano giovani, però anche altri settori sociali hanno apportato il proprio contributo alla forza del movimento con la loro presenza e attività. Fra questi anche il corpo docente ha partecipato, non con un 100% né con la numerosità desiderabile e questo può avere molte motivazioni possibili, pero, a mio avviso, la principale ha a che vedere con il fatto che quando divampò il movimento giovanile, il corpo docente non si è federato anzi si trovava in uno stato di debolezza come conseguenza di dure sconfitte in movimenti recenti e a causa di una leadership vecchio stampo. Nonostante tutto ciò, non è corretto dire che il corpo docente è stato assente dal movimento perché non è così. In tutto il paese migliaia di docenti hanno accompagnato la mobilitazione e questo considerando la repressione e l’ostilità degli datori di lavoro che sono stati e sono molto duri contro i professori che manifestano.

PF: Come dirigente nazionale umanista, cosa pensa che manchi ancora?

MA: Senza dubbio queste mobilizzazioni sono state molto interessanti, infatti hanno richiamato l’attenzione in molte parti del mondo, è stata una “sorpresa internazionale” che il Cile, il paese esempio del modello, abbia mostrato questi livelli di malcontento contro il sistema. Come abbiamo già visto, i principali ideatori di questa grande espressione sociale sono fondamentalmente i giovani. Come per tutti i movimenti sociali di questo genere ci sono delle contraddizioni e risolverle dovrebbe essere il compito fondamentale per l’avvenire. Per me ci sono 2 fattori centrali che si devono “decantare” in maniera adeguata affinché il movimento progressi qualitativamente: uno è il tema della Violenza versus la Non Violenza che rappresenta la lotta tra “la vecchia maniera” e “la nuova maiera”, è una dialettica molto forte all’interno del movimento, benché sia evidente che sia cresciuta la consapevolezza della validità della NON VIOLENZA ancora ci sono gruppi che crescono nella violenza e la applicano, quello che ovviamente risulta molto conveniente al potere che si giustifica con questo per aumentare la repressione e il controllo sociale.

Si vede molta gente convinta nel promuovere e sviluppare la metodologia della Nonviolenza Attiva, questo è qualcosa che è cresciuta, però richiede molta convinzione e perseveranza quando non si vedono risultati immediati, e specialmente con un governo chiuso ed ottuso come quello che abbiamo in Cile che con il suo modo di agire incita alla violenza. Questo è un grande tema e un assunto molto centrale par chi è convinto che l’unica via realmente rivoluzionaria ed evolutiva sia la NONVIOLENZA. L’altro grande tema sono le forme di organizzazione, in cui si può apprezzare la dialettica tra “il vecchio” ed il “nuovo”, è chiaro che le nuove generazioni emergano con un’altra visione, un’altra sensibilità che rifiuta tutte le forme autoritarie, verticali, impositive, tutte caratteristiche della vecchia maniera che è presente nelle organizzazioni tradizionali; infatti questo ha rappresentato un elemento di tensione nel movimento studentesco visto che le vecchie organizzazioni (in special modo i partiti politici) intendevano intervenire e manipolare alla vecchia maniere e i giovani reagivano e si proteggevano con questi intenti.

Abbiamo già visto che ciò che il movimento reclama non è solo il rispetto delle richieste specifiche per riottenere il diritto all’educazione, ma anche, e questo è ancora più profondo, l’ambizione ad una società più democratica e libera, in cui l’individuo sia pienamente rispettato; è la volontà di cancellare il vecchio sistema manipolatore nel quale sono cresciute le generazioni adulte e che oggi i giovani respingono.

PF: Come valuta la capacità di coinvolgimento dei partiti politici tradizionali in questa protesta? E come valuta “l’altra opposizione”?

MA: Mi sembra che in gran parte la risposta a questa domanda sia nella mia risposta precedente. Ribadirei solamente che l’azione dei partiti politici tradizionali è stato abbastanza deplorevole, sia per quanto riguarda i partiti del Governo che dell’opposizione, in realtà si differenziano ben poco. Sia in base alle inchieste che sulla base della percezione diretto che ci si è fatti, il deterioramento della classe politica è accelerato e profondo.

La mia opinione è che i politici tradizionali non capiscono quello che sta succedendo, guardano al nuovo fenomeno però lo fanno con occhi vecchi; occorre includere anche quelli che in buona fede cercano di capire ciò che accade ma non arrivano a capirlo perché la realtà è una nuova sensibilità che emerge, non si tratta di manifestazioni politiche in vecchio stile, sono quelli che Silo definì tante decadi fa “fenomeni psico-sociali”, e quindi semplicemente non possono essere capite da parte delle categorie politiche tradizionali. Per quanto riguarda l’altra opposizione a cui fa riferimento nella domanda e che è da identificare nei movimenti politici non tradizionali, come per esempio il Partito Umanista, i movimenti ecologisti e progressisti, devo rispondere con molta sincerità che in teoria hanno un’opportunità considerato che tutto quello che è emerso con forza corrisponde molto direttamente alle principali tematiche che questi movimenti propongono da molto tempo; però li vedo un po’ timidi, non esprimono la decisione e la passione che il momento merita, se questi sono i gruppi politici non “contaminati” con il marciume del sistema politico tradizionale allora è adesso che si deve percepire con nitidezza e senza ambiguità, speriamo che questo cominci ad accadere nel tempi futuri.

PF: Se potesse fare sentire la sua voce a chi sta costruendo questa “altra opposizione”, che suggerirebbe di fare nel corso di quest’anno, in che modo creda che convenga farlo, con che tattiche?

MA: Mi sembra molto poco probabile che possa “fare sentire la mia voce”, ma giocando al gioco della domanda, direi a questa “altra opposizione” che cerchino di capire la nuova sensibilità che sta nascendo e che scommettano su ciò che nasce e non lo lascino morire: questo è molto difficile in politica visto che la politica suole muoversi verso il calcolo nell’immediato e per le urgenze della congiuntura, quindi quasi mai si impegna a lungo termine e per una visione di processo. Non ho nessuna presunzione di dare lezioni, ma la mia modesta esperienza nella relazione con i giovani in questo processo, me dice che quello che molto duramente rifiutano i giovani sono le relazioni di manipolazione, qualcosa molto ricorrente in politica. Quindi, chi vorrà guadagnarsi la credibilità dei giovani dovrà focalizzarmi molto su questo punto, stabilire relazioni senza manipolazione, trasparenti, dirette, con la verità innanzitutto, senza doppi discorsi… nella realtà un politico potrebbe dire: ”però questo è impossibile”, se siamo politici! Ahahaha, e probabilmente avrebbe ragione, ma la domanda dovrebbe porsi all’altra opposizione e in quel caso si potrebbe supporre che desiderino fare le cose in un modo differente a quelli dei partiti tradizionali.

Alcuni video (in spagnolo):

VIDEO CON EVALUACIÓN 2011 Y PROYECCIÓN 2012
[http://www.youtube.com/watch?v=hsG9DLvvmX8&feature=youtu.be](http://www.youtube.com/watch?v=hsG9DLvvmX8&feature=youtu.be)

VIDEO CON HISTÓRICA MARCHA
[http://www.youtube.com/watch?v=wnuovAPTkbc&list=UU-0SncG26o-jGO5sdebKyJA&index=15&feature=plcp](http://www.youtube.com/watch?v=wnuovAPTkbc&list=UU-0SncG26o-jGO5sdebKyJA&index=15&feature=plcp)

1 MILLÓN DE PERSONAS EN ENCUENTRO FAMILIAR POR LA EDUCACIÓN
[http://www.youtube.com/watch?v=4ZtkGzMsCFg&list=UU-0SncG26o-jGO5sdebKyJA&index=14&feature=plcp](http://www.youtube.com/watch?v=4ZtkGzMsCFg&list=UU-0SncG26o-jGO5sdebKyJA&index=14&feature=plcp)