Durante gli ultimi giorni di Dicembre la missione di pace delle Nazioni Unite in Sud Sudan (UNMISSS) ha dispiegato un battaglione nella città di Pibor nello stato di Jonglei, sotto l’imminente minaccia di un attacco da parte di 6.000 uomini appartenenti ad una delle due comunità in lotta nella regione.

“La situazione nel Jonglei è estremamente preoccupante” afferma Lise Grande, coordinatrice umanitaria dell’ONU in Sud Sudan. “Ci sono 6.000 uomini armati di una delle tribù locali, i Lou Nuer, che stanno marciando verso Pibor, dove si concentra un’ altra comunità locale, i Murle”.

Questa regione è stata colpita da una serie di attacchi e rappresaglie tra I due gruppi tribali storicamente ostili e in lotta per l’accaparramento di terre da pascolo e risorse d’acqua e per i reciproci furti di bestiame durante i quali anche donne e bambini vengono spesso rapiti.
Si stima che durante gli scontri avvenuti nel 2011 più di 1.000 persone siano rimaste uccise e Jonglei è stata una delle regioni più colpite dalla violenza. Migliaia di civili sono stati costretti ad abbandonare le proprie case.

Il “Nuovo Paese”

Il Sud Sudan, stato indipendente dal Luglio 2011, si estende per oltre 700 Kmq; 2.000 km di confini lo delimitano da Etiopia, Kenya, Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrale Africana e Sudan.
La sua popolazione è stimata intorno ai 9 milioni di abitanti e composta da più di 200 gruppi etnici; insieme alla vicina regione di Nuba Hills, questa zona rappresenta una delle regioni con più diversità linguistiche dell’intero continente africano.
La popolazione si divide principalmente in 3 tribù principali: i Dinka, la comunità più grande, i Nuer e i Shilluk.
Secondo l’ONU i raccolti danneggiati e i conflitti nel paese minacciano di lasciare 2,5 milioni di persone in condizioni critiche, a meno che non si intervenga immediatamente con aiuti alimentari.
“Un’ondata di rabbia sta per stravolgere il Sud Sudan a causa dei mancati raccolti e del caos nel mercato” afferma Chris Nikoi, direttore qui del Programma Alimentare dell’ ONU, World Food Programme.

Il rischio è molto serio

“Abbiamo ritenuto che il rischio per i civili fosse molto alto e in supporto al Governo del Sud Sudan e con la priorità di salvaguardare e proteggere i civili stessi, abbiamo dispiegato un battaglione militare a Pibor, come deterrente contro la violenza”, ha detto ancora Lisa Grande.

I Nuer hanno attaccato la città di Lukangol, costringendo migliaia di persone a fuggire verso Pibor. Circa 500 membri della colonna composta da 6.000 uomini armati si trovano adesso vicino alla periferia della città, ha aggiunto la Grande.

Situazione Allarmante

“Eravamo così allarmati che nel corso del pomeriggio abbiamo rafforzato le nostre posizioni in città. Tutto ciò con lo scopo primario di proteggere la popolazione. Siamo qui per aiutare il Paese in questo senso”.
La Grande ha detto che il Governo ha dispiegato a Pibor anche una parte del suo esercito, il Sudan People Liberation Army, e che le truppe hanno preso posizione nelle periferie per respingere un eventuale attacco. Il Vice Presidente Riek Machar sta portando avanti un’iniziativa per cercare di mediare tra i Lou Nuer e i Murle, e per convincere gli uomini armati a disperdersi e tornare alle loro case.

Sfide logistiche considerevoli

La Grande ha detto che nonostante la missione di pace UNMISS abbia provveduto velocemente ad un robusto spiegamento militare, ci sono sfide e ostacoli logistici considerevoli, soprattutto per la mancanza di elicotteri disponibili.
“In pratica, l’unico accesso a Pibor al momento è via aerea. Due giorni fa, siamo riusciti a far entrare due carri armati in città ma c’è voluto più di un giorno e mezzo per farli arrivare”. I convogli che volevamo utilizzare per rinforzare le nostre truppe… semplicemente non ce l’hanno fatta. Sono rimasti bloccati nel fango. A questo punto, l’unico modo per dare supporto alle truppe di terra è fornire mezzi aerei, di cui però non disponiamo in numero sufficiente… è un limite enorme che sta pregiudicando l’efficacia operativa della missione” ha concluso il funzionario Lisa Grande.

Source: [www.un.org](http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=40863&Cr=south+sudan&Cr1=) | 2011 [Human Wrongs Watch](http://human-wrongs-watch.net/)

Tradotto da Eleonora Albini