E’ partito l’iter per l’ottenimento dell’autorizzazione allo svolgimento dell’attività bancaria nel nostro Paese per Banca Popolare Jak Italia che intende replicare in Italia il modello svedese Jak Medlemsbank, prima sperimentazione al mondo di finanza etica libera da interessi.

Sono Stefano Loconte, managing partner di Loconte & Partners, e Mauro Bontempelli, managing partner di Studio Bontempelli – Commercialisti, ad assistere la banca nell’iter; il primo, consulente generale del Comitato Promotore che porterà alla nascita della Banca, ha il compito di seguire il progetto nella sua interezza, compresi i rapporti con gli organismi di vigilanza, fino all’ottenimento delle autorizzazioni di Banca d’Italia e CONSOB; il secondo siede nel Consiglio Direttivo del Comitato.

Il progetto italiano è stato avviato tre anni fa quando fu fondata l’associazione culturale Jak Bank Italia (oggi 150 soci e un migliaio di aderenti in tutta Italia) che ha dato vita al comitato promotore per replicare il modello Jak, fondato su una visione alternativa di finanza, non speculativa ma al servizio di persone e PMI che si prestano danaro tra di loro, instaurando forme di mutualità e cooperazione.

La mission del progetto è realizzare un soggetto bancario che si faccia promotore della circolazione del denaro e della redistribuzione della ricchezza. Gli attuali scenari economici e finanziari mostrano quanto il tradizionale modello induca, da un lato, alla contrazione dei risparmi, dall’altro, a una crescente difficoltà a rimborsare il debito, visti gli alti costi dei finanziamenti. Conseguenza di tutto ciò è l’aumento della disuguaglianza tra persone benestanti e quelle in disagio economico. Jak Italia propone un progetto di business sociale “no profit”: obiettivo è la sostenibilità economico-finanziaria, non la massimizzazione del profitto, tanto che i capitali prestati non sono remunerati da interessi. Le commissioni sui finanziamenti sono destinate esclusivamente a coprire le spese amministrative e di gestione. Jak Italia mira, inoltre, a sostenere lo sviluppo di una coscienza ambientale e il credito all’economia locale.

Una nuova immagine di banca, insomma, prende vita: una banca gestita dalle persone (ogni socio gode di un voto nell’assemblea) che mettono a disposizione di altre persone i propri risparmi. Un luogo in cui i soci non pagano, né ricevono interessi. Un sistema virtuoso e sostenibile che mette i soci al riparo anche dall’inflazione in quanto la perdita di potere d’acquisto è compensata dalla possibilità di ricevere finanziamenti a costo ridotto.

Una banca cooperativa che da credito all’economia reale, alle piccole e medie imprese e alle persone, in cui solidarietà e mutualità finanziaria sono i valori portanti e in cui si impara a risparmiare e a consumare consapevolmente. Jak Italia si baserà, in definitiva, su un sistema libero da interessi, in cui i cittadini potranno depositare i loro risparmi, mettendoli a disposizione degli altri soci e tutti contribuiranno alla diffusione di un uso consapevole del denaro.

Il modello Medlemsbank in Svezia. JAK è un acronimo che sta per Jord Arbete Kapital, in svedese Terra Lavoro Capitale. Per Terra si intendono le risorse della natura, per Lavoro la risorsa data dal lavoro umano, per Capitale le infrastrutture create dall’uomo che permettono di potenziarne l’efficienza. Sono i tre principi chiave dell’economia reale su cui si basa JAK, una banca che propone un’alternativa concreta, in alcuni segmenti di mercato, all’economia speculativa contemporanea. Per speculazione s’intende una rendita derivante dalla matematica moltiplicazione del denaro grazie al meccanismo dell’interesse, scollegando quindi la ricchezza dall’economia reale, dalle relazioni tra le persone e da uno sviluppo sostenibile.

L’associazione cooperativa Jord Arbejde Kapital è stata fondata in Danimarca durante la Grande depressione nel 1931.

L’associazione mise in circolazione una valuta locale dichiarata fuori legge dal governo Danese nel 1933. Nel 1934 la JAK danese fondò un sistema di risparmio e prestito senza interesse e un sistema locale di commercio e scambio di beni (LETS). Sebbene entrambi i sistemi furono sospesi dalle autorità, il sistema di prestito e risparmio riemerse nel 1944. L’esperimento della banca JAK Danese ispirò un gruppo di persone in Svezia che fondò un’ associazione no-profit chiamata Jord Arbete Kapital – Riksförening för Ekonomisk Frigörelse (Associazione Nazionale per l’Emancipazione Economica) nel 1965, la quale sviluppò il sistema matematico basato sui punti di risparmio chiamato “sistema di risparmio bilanciato”. L’associazione, nel 1973, si trasformò in una cooperativa e iniziò ad erogare finanziamenti. Nel 1997, con il nome di Medlemsbank, ricevette la licenza bancaria dall’Autorità di Vigilanza Finanziaria Svedese.

La banca ha raccolto consenso e fiducia crescente nel paese scandinavo. Oggi i soci della banca sono 38.000 (ognuno con il diritto di un voto) e hanno consentito, nel 2010, una raccolta di risorse per 121 milioni di euro dei quali l’80% circa destinato agli impieghi.

La banca svedese, dotata di un capitale sociale di oltre sette milioni di euro, ha 30 dipendenti, nessuno sportello al pubblico, ma efficaci servizi di home-banking sul web e di assistenza telefonica. Una rete di circa 500 volontari è impegnata nella promozione del modello in tutto il Paese e nelle attività di consulenza, formazione ed educazione nei confronti dei cittadini sul tema del risparmio e del consumo critico. I clienti/soci operano mediante il “sistema di risparmio e prestito bilanciato libero da interessi” (the balanced savings and loan system interest-free). A garantire la liquidità del sistema è il meccanismo dei “punti risparmio”: punti che si accumulano nei periodi in cui il socio effettua depositi e si decrementano nei periodi in cui si accede al finanziamento.

Il “punto risparmio” è l’unità di misura monetaria moltiplicata per un mese (ad esempio una persona che deposita una corona per un mese ha maturato un punto risparmio; una persona che chiede 100 corone da restituire in due mesi dovrà rifondere 200 “punti risparmio”).

Affinché il sistema sia sostenibile, è necessaria dunque l’uguaglianza tra i “punti risparmio guadagnati” e i “punti risparmio spesi”. Al momento dell’accensione del prestito, se i punti accumulati non sono sufficienti a compensare quelli che il prestito consumerà, il socio si obbliga a effettuare un deposito aggiuntivo sul proprio conto, attuando così il meccanismo del “post-risparmio” durante il periodo di rimborso e mantenendo in equilibrio il sistema.

I finanziamenti sono erogati dietro presentazione di una cauzione pari al 6% della somma erogata, che viene restituita al buon fine del piano di rientro.

In caso di mancato pagamento, prima di procedere con le tradizionali iniziative per il recupero, intervengono azioni tipiche della filosofia cooperativa attraverso la dilazione dei pagamenti, la sospensione dei pagamenti per un periodo o l’intervento di altri soci che prestano i propri punti risparmio.

La banca non carica o paga interessi sui suoi prestiti/risparmi. Tutte le attività della banca avvengono fuori dal mercato finanziario poiché i suoi prestiti sono finanziati solamente dai risparmi dei soci. I costi amministrativi e di sviluppo sono coperti dalla quota associativa annuale (pari a circa 20 euro all’anno) e dalla commissione sul prestito (per coprire le spese legate alla pratica di finanziamento) pari a circa l’1,3% della somma erogata (fisso e non capitalizzato).

Quello di Jak Medlemsbank è un modello che si propone di eliminare le storture derivanti dalla logica degli interessi sul capitale e dai rischi dei mercati finanziari. La banca torna alla propria funzione principale: raccogliere danaro e ridistribuirlo per assolvere semplicemente al servizio del credito. Il credito è comunque erogato nel rispetto delle garanzie richieste dall’organo di vigilanza; una particolare attenzione è data alle economie dei territori e ai progetti legati alla crescita sostenibile e rispettosa dell’ambiente.

Enrico Longo
Presidente Comitato Promotore Banca Popolare Jak Italia

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