Inoltre, l’85% delle donne afgane è analfabeta, il 70% delle ragazze in età scolare non frequenta la scuola per diverse ragioni che variano da genitori conservatori alla mancanza di sicurezza e pericolo di vita.

Il 41% dei decessi nei bambini accadono nei primi mesi di vita. Il 99% delle morti di bambini e madri accade nei paesi in via di sviluppo. Ogni anno, la morte di 250.000 donne e di 5,5 milioni di bambini potrebbe essere evitata.

Queste, insieme ad altri dati impressionanti, sono le informazioni che compaiono sul nuovo rapporto di Save The Children sullo Stato delle Madri nel Mondo.

Di seguito riportiamo alcuni estratti da questo rapporto.

La morte dei neonati

Il momento più delicato e quindi pericoloso nella vita di un neonato, è quello della nascita e dei giorni immediatamente successivi. Oltre il 40% dei decessi nei bambini sotto i 5 anni, accadono proprio nelle prime 4 settimane di vita del neonato.
Nei paesi in via di sviluppo, il parto è un momento molto rischioso anche per le madri; circa 50 milioni di donne partoriscono in casa, senza alcuna assistenza medico-professionale.

L’undicesimo rapporto di Save the Children mette a confronto la situazione della salute delle madri e dei bambini in ben 160 paesi.
L’Indice delle Madri fornisce dati anche di altri 13 paesi, 6 dei quali riportano dati sufficienti anche su indicatori dei bambini. Inclusi questi, il rapporto comprende quindi 173 paesi del mondo.

I Paesi migliori

Norvegia, Australia, Islanda e Svezia sono i primi paesi nel mondo. I primi 10 in generale, hanno un punteggio molto alto per quanto riguarda la salute delle madri e dei bambini, la situazione dell’istruzione e lo stato economico.

Afghanistan, il Paese peggiore per essere madre

L’ Afghanistan risulta il peggiore dei 160 Paesi inclusi nel rapporto. Gli ultimi 10 paesi, 7 dei quali nell’Africa sub-sahariana, sono lo specchio al contrario dei primi 10, con situazioni critiche in tutti gli indicatori. Gli USA sono al 28° posto.

Condizioni terribili

La condizione di madri e bambini nei paesi che occupano gli ultimi 10 posti è particolarmente seria.
In media, 1 su 23 madri muore per cause legate alla gravidanza. Un bambino su 6 muore prima del quinto anno di vita e uno su 3 è malnutrito.
Circa il 50% della popolazione non ha accesso all’acqua e solamente 4 bambine, per ogni 5 maschi, frequenta la scuola elementare.

Norvegia e Afghanistan a confronto

La differenza è particolarmente drammatica se si mettono a confronto Norvegia e Afghanistan, per quanto riguarda la disponibilità di servizi sanitari per le madri e per l’infanzia.
In Norvegia, l’assistenza medico sanitaria alle partorienti è presente praticamente ovunque, mentre solamente il 14% dei parti in Afghanistan è assistito. In media, una donna norvegese ha un’istruzione alla spalle di almeno 18 anni e un’aspettativa di vita di 83 anni.
L’82% delle donne utilizza qualche tipo di contraccettivo e solamente 1 una su 132 perderà un figlio o una figlia prima del quinto compleanno.
Situazione opposta in Afghanistan dove una donna ha in media solamente 4 anni di istruzione e vivrà fino a 44 anni. Solo il 16% delle donne utilizza i contraccettivi moderni e più di un bambino su 4 muore prima dei 5 anni. A questo tasso, praticamente ogni madre in Afghanistan può subire la perdita di un figlio.

La Svezia è il Paese migliore per essere un bambino. L’Afghanistan è il peggiore

Per quanto riguarda il benessere del bambino, la Svezia occupa il primo posto; l’Afghanistan, al contrario, è l’ultimo dei 166 paesi.
Mentre quasi ogni bambino svedese, maschio o femmina, gode di buona salute e di istruzione, un bambino su 5 in Afghanistan rischia di morire prima dei 5 anni. Il 39% è malnutrito e il 78% non ha accesso sicuro all’acqua. Solamente 2 bambine ogni 3 maschietti va alla scuola elementare.

Disperazione umana

Questi dati vanno ben oltre i numeri. La disperazione e le opportunità perse che in essi sono rappresentati esigono che ogni madre nel mondo abbia gli strumenti di base per provvedere a spezzare questo ciclo di povertà e migliorare la vita per se stesse, i loro bambini e le generazioni a venire.

Rapporto per intero di Save the Children:

http://www.savethechildren.org/site/c.8rKLIXMGIpI4E/b.6478615/k.C02A/Press_Releases_2011/apps/nl/newsletter2.asp

Save The Children:

http://www.savethechildren.org
Copyright © 2011 Human Wrongs Watch
Questo articolo può essere ri-pubblicato, fonte Human Wrongs Watch:
http://human-wrongs-watch.net

Tradotto da Eleonora Albini