In ogni caso, laddove c’è vendetta non c’è mai giustizia, per cui non
siamo assolutamente d’accordo con il presidente del Stati Uniti che ha
dichiarato che “giustizia è stata fatta”.

Non è certo in discussione la natura assolutamente criminale e
altamente violenta degli atti compiuti da questa persona che risponde
al nome di Osama Bin Laden. Ma proprio per questo motivo la sua
uccisione non può essere confusa con la giustizia.

Giustizia ci sarebbe stata se Bin Laden fosse stato processato e
giudicato da un Tribunale internazionale. Senza contare la
possibilità, se fosse rimasto vivo, di fare veramente dei passi avanti
nella lotta al terrorismo internazionale.

Ma così non è stato, se ne fosse accertata la morte. Anzi nulla ci
impedisce di pensare che forse proprio la sua morte potrebbe essere
considerata la migliore soluzione per continuare a nascondere altri
poteri che in questo modo possono continuare indisturbati a compiere
ulteriori crimini contro l’umanità.

Forse appariremo impopolari, ma non festeggiamo per la morte di un
uomo, per quanto criminale egli possa essere stato.

Non pensiamo come Hamas che è stato “ucciso un santo guerriero”, ma
neanche festeggiamo, come molti americani stanno facendo, e non
crediamo che sia stato fatto un reale progresso nella lotta al
terrorismo. Con l’uccisione di Bin Laden si corre invece il rischio di
trasformare un criminale in un martire.

Lo ribadiamo: la giustizia non può essere confusa con la “legge
dell’occhio per occhio e dente per dente”. Se realmente Osama Bin
Laden è stato ucciso, questo evento potrà forse essere utile ad Obama
per essere rieletto presidente e a tutti i sostenitori delle soluzioni
armate per riabilitarsi la coscienza, ma certo non sarà utile per
avere più giustizia in questo mondo.