Come ogni anno, l’ONU celebra questa settimana l’anniversario della sua fondazione. L’obiettivo principale della Settimana del Disarmo è quello di sensibilizzare gli Stati membri sul pericolo della corsa agli armamenti (sia convenzionali che nucleari), affermare la necessità di interrompere tale corsa e diffondere tra i cittadini una maggiore comprensione sull’urgenza del disarmo. Allo stesso tempo, si esortano i Paesi a destinare le risorse economiche investite sulle armi a favore dello sviluppo economico e sociale.

La pace e la salvaguardia della sicurezza internazionale sono responsabilità di tutti gli Stati che si devono impegnare a ridurre e porre fine alla principale minaccia del nostro pianeta rappresentata dalle armi di distruzione di massa, più comunemente conosciute come armi nucleari, chimiche e batteriologiche.

Questa settimana dà l’opportunità di riflettere su strategie politiche mirate al disarmo come quella di invitare i Paesi ad allearsi e partecipare fattivamente alla diffusione di un’autentica consapevolezza sui problemi legati al disarmo dato che ciò ha causato nel corso della storia grandi perdite umane e sprechi elevatissimi. Si tratta di fare in modo che la guerra non rappresenti più la soluzione dei conflitti e che si interrompano l’uso della forza e la minaccia militare.

Tuttavia, il disarmo promosso dalle Nazioni Unite, ha in sé enormi contraddizioni: i 5 Paesi con diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, e Regno Unito) hanno il 90% degli arsenali nucleari, oltre ad essere i principali produttori e venditori di armi di ogni tipo nel mondo.

DATI:
• Nel 2008 sono rimasti attivi 16 grandi conflitti armati in 15 paesi del mondo: Africa: Burundi, Somalia Sudan – America: Colombia, Perù, Stati Uniti – Asia: Afghanistan, India, Myanmar, Pakistan, Filippine, Mindanao, Sri Lanka – Medio Oriente: Israele, Irak, Turchia.
• I 10 principali investimenti per spese militari nel 2008: (in miliardi di $ e in percentuale del totale di spesa totale): Stati Uniti 607 – 41,5% / Russia 58,6 – 4% / Francia 65,7 – 4,5% / Regno Unito 65,7 – 4,5% / Cina 84,9 – 5,8% / Germania 46,8 – 3,2% / Giappone 46,3 – 3,2% / Italia 40,6 – 2,8% / Arabia Saudita 38,2 – 2,6% / India 30,0 – 2,1%.
• Spesa mondiale totale nel 2008: 1.226 miliardi di $, con un aumento del 45% dal 1999.
• Siti nucleari nel mondo, di tipo strategico e non al 2009: 8.392 in totale. Stati Uniti 2.702 / Russia: 4.834 / Regno Unito: 160 / Francia: 300 / Cina: 186 / India: tra 60 e 70 / Pakistan: 60 / Israele. 80.

Secondo Rafael de la Rubia, Coordinatore Internazionale della Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, “quest’anno c’è stata la crisi economica più grave della storia, eppure gli investimenti a livello mondiale in armamenti hanno continuato a crescere. L’industria militare è il peggior cancro della società moderna”.

Effettivamente, nonostante la crisi economica e finanziaria più grave e duratura della storia, la spesa e l’approvvigionamento delle armi continua a crescere, e ciò nonostante i molteplici trattati esistenti sulla limitazione e la non proliferazione di armi nucleari e convenzionali, le numerose convenzioni sui diritti umani, le associazioni civili ecc.

Esiste un business enorme sugli armamenti. Fino ad oggi questa lobby ha costruito un sistema capace di organizzare guerre impossibili, agevolare ingerenze e invasioni militari, seminare paura e sfiducia in occidente sulle culture e religioni orientali e creare dal niente “terribili e feroci nemici” servendosi di campagne propagandistiche. Tutto ciò per mantenere il business dell’industria militare.
Tutti i paesi del mondo sono coinvolti nella corsa agli armamenti e destinano la maggior parte delle proprie risorse economiche (denaro pubblico) alla difesa. Non soltanto Europa, Stati Uniti, Cina e India; anche nei paesi devastati dalla povertà dell’America Latina, Africa e Asia, si investe più denaro in armi che nella lotta alla fame, la povertà, sanità e istruzione.
Molti esperti sostengono che le guerre e le tensioni tra i paesi trovano nella crisi economica terreno fertile per il bellicismo, pertanto per il bene futuro del mondo, sarebbe opportuno rompere il terribile binomio crisi economica – guerra.
Bisogna sperare che questa settimana del Disarmo 2009 riesca a sensibilizzare realmente i governi, perché nei i cittadini del mondo è già presente il seme della pace e della nonviolenza.
Fonti consultate: * www.sipri.org *
http://www.sipri.org/yearbook/2009/files/SIPRIYB09summaryES.pdf. L’Istituto Internazionale di Stoccolma di Ricerca per La Pace (SIPRI) è un istituto indipendente di ricerca sui temi della pace e dei conflitti, specialmente concentrato su armamento e disarmo, fondato nel 1996 per commemorare i 150 anni di pace ininterrotta in Svezia.

Tradotto da Eleonora Albini