Il ministro della difesa ecuadoriano, Javier Ponce, ha dichiarato, alcuni giorni orsono, che venerdì 17 luglio sarebbero iniziate le operazioni di ritiro dalla base, che sarà riconsegnata alle autorità ecuadoriane il 18 settembre prossimo.

È la prima fase dalla conclusione dell’accordo, “nel quale rimangono da definire le operazioni”, e dopo il quale intercorre un lasso di tempo prima della riconsegna effettiva del territorio, ha sottolineato.

Ponce ha ricordato che si è portato avanti un dialogo con il Pentagono nel quale sono state definite le modalità di passaggio del centro di vigilanza contro il narcotraffico, a seguito della decisione dell’Ecuador di non rinnovare l’accordo che dieci anni fa portò all’installazione della base.

Ha inoltre chiarito che la lotta al narcotraffico non si ferma con la chiusura della base, poiché si può contare su sei aerei senza equipaggio, quattro radar e otto vedette veloci pronte a continuare quest’attività e a difendere la sovranità nazionale.

A questi mezzi si aggiungeranno ventiquattro aerei da combattimento Super Tucano, di fabbricazione brasiliana, che arriveranno nel paese a fine anno.

“Con l’uscita di scena degli Stati Uniti, l’Ecuador potrà finalmente recuperare la sovranità su una parte del territorio nazionale che il 12 novembre 1999, nel mezzo di una crisi economica, sociale e politica del Paese, fu consegnata nelle mani degli americani dall’allora Presidente Jamil Mahuad, con un atto incostituzionale”, si dichiara in un comunicato ufficiale.

Il Presidente ecuadoriano, Rafael Correa, ha scartato l’ipotesi di rinnovare per altri dieci anni l’accordo per l’utilizzo della base di Manta da parte degli Stati Uniti, obbligando così le forze straniere ad abbandonare il Paese.

(Traduzione dallo spagnolo di Ada De Micheli)