Bangui (foto da Wikipedia)

Un contingente di 2600 caschi verdi dell’Unione Africana (UA) per ristabilire la sicurezza in Centrafrica: lo ha deciso il Consiglio Pace e Sicurezza dell’organismo continentale al termine di una riunione tenuta ad Addis Abeba.

“A partire dal 1° agosto la Missione di consolidamento della pace in Centrafrica (Micopax, sotto la guida dei paesi dell’Africa centrale, ndr) verrà sostituita con una missione sotto l’autorità dell’Unione Africana” ha annunciato il commissario per la pace e la sicurezza, Ramtane Lamamra, precisando che i 2600 uomini che gli Stati membri metteranno a disposizione in modo “volontario” si aggiungeranno ai 1100 soldati del contingente dell’Africa centrale. La Micopax, costituita da 400 militari e 150 poliziotti forniti dai dieci paesi della Comunità economica degli Stati dell’Africa centrale (Cemac), è dispiegata in Centrafrica da luglio 2008. Alla luce della nuova situazione creatasi nel paese, la Cemac si è impegnata a inviare altri 2000 uomini. In passato l’Unione Africana aveva già sottolineato che il contributo militare regionale, da solo, non basta.

A quattro mesi dal colpo di stato che lo scorso 24 marzo ha destituito l’allora presidente François Bozizé, le autorità di transizione guidate dall’ex capo ribelle Michel Djotodia non riescono a ristabilire la sicurezza a Bangui e nelle principali città del paese. Da mesi organizzazione di difesa dei diritti umani e fonti religiose accusano la ribellione Seleka di saccheggi, violenze e gravi violazioni dei diritti umani ai danni dei civili. Della coalizione Seleka fanno parte combattenti di vecchie ribellioni centrafricane ma per lo più i miliziani sono originari dal Ciad e dal Sudan. Inoltre l’ex colonia francese, già povera prima della crisi politico-militare cominciata la scorso dicembre, deve far fronte a una grave emergenza umanitaria che riguarda l’alimentazione e la sanità. Secondo l’Onu i sfollati interni sono 200.000 mentre altre 49.000 persone hanno trovato rifugio nei vicini Ciad, Camerun, Repubblica democratica del Congo e Repubblica del Congo.