Le relazioni diplomatiche tra Bangladesh e India hanno raggiunto un livello di deterioramento senza precedenti. Reciproche accuse, sia a livello pubblico che diplomatico, hanno ulteriormente raffreddato i rapporti. La situazione è degenerata al punto che, a partire dal 22 dicembre, entrambi i Paesi hanno annunciato ufficialmente la sospensione dei normali servizi di rilascio dei visti. L’escalation di tensione tra i due Paesi vicini ha suscitato profonda preoccupazione in tutta la regione.
Questa “guerra fredda” senza precedenti nelle relazioni amichevoli di lunga data è palpabile da diversi mesi. L’instabilità, iniziata dopo la caduta del governo di Sheikh Hasina, ha acquisito nuovo slancio a causa di una serie di eventi recenti.
I legami fraterni e di vicinato hanno subito una forte tensione dopo la transizione politica in Bangladesh il 5 agosto. L’India ha espresso grave preoccupazione per la sicurezza delle comunità di minoranze, in particolare per quanto riguarda l’arresto del leader dell’ISKCON (Associazione internazionale per la coscienza di Krishna) Shri Chinmoy Krishna Das Brahmachari. In risposta, in Bangladesh sono emerse accuse di interferenza indiana, alimentando il risentimento dell’opinione pubblica.
Il 12 dicembre Sharif Osman Hadi, portavoce dell’Inqilab Mancha (gruppo studentesco dell’Università di Dhaka fondato dopo la Rivoluzione di luglio 2024) , è rimasto gravemente ferito dopo essere stato colpito alla testa da malviventi a Dhaka. È deceduto il 18 dicembre mentre era in cura a Singapore.
Il sospetto e l’indignazione dell’opinione pubblica si sono intensificati quando sui social media sono circolate foto che suggerivano che il “terrorista identificato” che aveva attaccato Hadi fosse riuscito a eludere i servizi segreti e le forze dell’ordine del Bangladesh per fuggire tranquillamente oltre il confine con l’India.
In relazione all’incidente di Hadi, varie organizzazioni riunite sotto la bandiera “July Oikya” hanno organizzato una lunga marcia verso l’Alta Commissione Indiana a Dhaka il 17 dicembre per presentare un memorandum. I manifestanti hanno criticato aspramente l’attuale posizione dell’India nei confronti del Bangladesh.

Il 17 dicembre la polizia ha fermato un gruppo di manifestanti che marciavano verso l’Alta Commissione Indiana nella zona di Gulshan a Dhaka, chiedendo il ritorno del primo ministro destituito Sheikh Hasina e di altri che erano fuggiti durante e dopo la rivolta di luglio dello scorso anno.
In risposta agli sviluppi a Dhaka, varie organizzazioni Hindutva (ideologia politica di stampo nazionalista, nativista e islamofobica sviluppata da Vinayak Damodar Savarkar) e civiche indiane hanno organizzato imponenti proteste e manifestazioni davanti all’Alta Commissione del Bangladesh a Nuova Delhi e alla Vice Alta Commissione a Calcutta.
Durante queste proteste indiane, secondo quanto riferito, la bandiera nazionale del Bangladesh è stata profanata. Sono stati intonati slogan che chiedevano la protezione delle minoranze in Bangladesh. Le manifestazioni di protesta continuano in varie parti dell’India.

Centinaia di persone si sono radunate davanti all’Alta Commissione del Bangladesh a Delhi il 22 dicembre per protestare contro il linciaggio di un uomo indù, Dipu Chandra Das, in Bangladesh.
Oltre ai disordini popolari, sono state adottate misure diplomatiche di ritorsione. Il Ministero degli Affari Esteri del Bangladesh ha convocato l’Alto Commissario indiano Pranay Verma per protestare contro l’attacco al Consolato del Bangladesh ad Agartala e contro quella che hanno definito “disinformazione” diffusa dai media indiani. Da parte sua, il Ministero degli Affari Esteri indiano ha convocato l’Alto Commissario ad interim del Bangladesh per chiedere la sicurezza delle minoranze e la protezione delle installazioni indiane all’interno del Bangladesh.
Dhaka continua a considerare le ripetute espressioni di preoccupazione dell’India per la sicurezza degli indù come un’ingerenza nei suoi affari interni.
Il diffondersi di voci e informazioni provocatorie sui social media sta ulteriormente aumentando le tensioni tra la popolazione di entrambi i paesi. Attualmente, la sospensione del rilascio dei visti per i viaggi tra India e Bangladesh ha messo in grave difficoltà i cittadini comuni che necessitano di cure mediche o desiderano visitare i propri familiari.
Gli osservatori internazionali che monitorano entrambi i Paesi ritengono che un rapporto sano tra questi due vicini sia essenziale per la stabilità geopolitica dell’Asia meridionale. Per ora, entrambi i governi sembrano adottare una politica di “attesa e osservazione”.
Traduzione dall’inglese di Stella Maris Dante. Revisione di Thomas Schmid.










