Disarmati e disarmanti.
Il Primo gennaio 2026 l’Emilia Romagna ancora in piazza per la pace e la nonviolenza

È passato un anno da quando le diverse reti per la pace e la nonviolenza dell’Emilia Romagna promossero la prima mobilitazione regionale il 1° gennaio scorso, in occasione della 58a Giornata mondiale della pace, celebrata dalla Chiesa cattolica fin dal 1968 nel primo giorno dell’anno.

Da quella presenza pacifista e nonviolenta nelle piazze di tutta la regione, è stato lanciato un doppio appello: da un lato alle stesse reti per costituire una strutturata Rete regionale per la pace e la nonviolenza e dall’altro all’allora neo-insediato presidente De Pascale per istituire una delega alla pace nel governo della regione.

Un anno dopo continua l’inutile strage in Ucraina, non è stato ancora fermato il genocidio a Gaza e la pulizia etnica in Cisgiordania, cresce la strage di migranti nel Mediterraneo e nella rotta balcanica, aumentano le spese militari globali e i conflitti armati in ogni parte del mondo.

Mentre decisori politici e militari, nazionali e internazionali sembrano incarnare “l’irrazionalità di un rapporto tra popoli basato non sul diritto, sulla giustizia e sulla fiducia, ma sulla paura e sul dominio della forza” – come ha scritto papa Leone XIV nel messaggio per la Giornata mondiale della pace del prossimo 1° gennaio – la Rete Pace e Nonviolenza dell’Emilia Romagna è oggi una realtà costituita, che ha svolto lo scorso 5 ottobre a Parma la propria Assemblea fondativa, dotandosi di un Manifesto di impegni per un’Emilia Romagna regione di pace che ripudia la guerra.

Un Decalogo nel quale, tra i diversi impegni citiamo i seguenti: “Rispetto a ogni conflitto armato e a ogni atto di violenza e terrorismo, stiamo sempre dalla parte di tutte le vittime e dei disertori della compattezza bellica, capaci di costruire ponti e abbattere muri – come gli obiettori di coscienza russi, ucraini, israeliani e gli attivisti nonviolenti palestinesi – dichiarandoci, a nostra volta, obiettori di coscienza alla guerra.

Ci opponiamo all’uso del territorio emiliano-romagnolo ai fini dell’industria bellica e armiera e delle sue manifestazioni espositive.

Contrastiamo la ristrutturazione militare delle industrie civili e ci impegniamo per la riconversione civile delle industrie belliche o collegate, direttamente o indirettamente, alle filiere di guerra”.

Il Manifesto integrale sarà letto e diffuso il prossimo 1° gennaio, 59a Giornata mondiale della pace.

La Rete regionale pace e nonviolenza si mobilita infatti nelle piazze di Bologna, Faenza, Ferrara, Imola, Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Rimini.

Disarmati e disarmanti, in nome del ripudio costituzionale della guerra e a difesa del diritto internazionale e del sistema dei diritti umani che ha portato la convivenza tra i popoli e le democrazie fuori dalla tragedia di due conflitti mondiali, la Rete dei nonviolenti darà voce in tutta l’Emilia-Romagna alla domanda di pace del Paese, che si oppone al riarmo dell’Europa e al precipitare della sua cultura, del suo sistema educativo e della sua economia nuovamente nell’abisso della guerra, in cui tutto è perduto e tutti siamo perduti, immemori della lezione della Storia.

In questo anno la Rete regionale Pace e Nonviolenza ha avviato anche un dialogo serio e costruttivo con il governo della Regione Emilia Romagna, in particolare con l’Assessora Gessica Allegni che dovrebbe generare, auspichiamo a breve, un Tavolo regionale istituzionale per la pace.

In ogni caso la società civile che rappresentiamo continua a svolgere il proprio ruolo di critica e stimolo, anche nei confronti dei decisori politici del nostro territorio.

E’ il caso, ad esempio, della Risoluzione approvata dall’Assemblea legislativa regionale lo scorso 11 novembre 2025 che condanna l’ingerenza della “propaganda russa” sul territorio nazionale, dimenticando però di fare i conti e di condannare contemporaneamente anche il bellicismo nostrano con il quale – come sottolinea ancora Papa Leone XIV – “invece di una cultura della memoria, che custodisca le consapevolezze maturate nel Novecento e non ne dimentichi i milioni di vittime, si promuovono campagne di comunicazione e programmi educativi, in scuole e università, così come nei media, che diffondono la percezione di minacce e trasmettono una nozione meramente armata di difesa e di sicurezza”.

Parole assonanti con quanto scritto nel Manifesto della Rete pace e nonviolenza dell’Emilia Romagna: “Rifiutiamo e contrastiamo la propaganda bellica di ogni tipo, da quella pervasiva, che si manifesta attraverso i media, a quella attuata attraverso una sempre più frequente presenza delle forze armate nelle scuole e nelle università. Ci impegniamo a decostruirne i presupposti e i contenuti, ad approntarne le alternative culturali e organizzative.”

Queste sono alcune delle ragioni con le quali anche quest’anno promuoviamo le molte iniziative territoriali coordinate in tutta la regione per la 59a Giornata mondiale della pace del 1° gennaio 2026. Disarmati e disarmanti.

RETE REGIONALE PACE E NONVIOLENZA EMILIA-ROMAGNA Bologna, 29 dicembre 2025

INFO: Pasquale Pugliese 334 6599445 – Alberto Zucchero 340 0607334