Si è conclusa domenica 14 dicembre presso la Casa del Popolo “Il Querceto” di Sesto Fiorentino la due giorni nazionale della delegazione italiana del Global Movement to Gaza. L’incontro ha riunito oltre 70 persone provenienti da ogni regione d’Italia, inaugurando formalmente i lavori per la stesura del Manifesto del movimento e per la definizione della sua struttura operativa, con l’obiettivo di affrontare in modo coordinato le sfide del 2026, a partire da due missioni previste per il primo semestre.
“Questi due giorni segnano un passaggio di maturità” dichiara Maria Elena Delia, portavoce italiana GMTG/GSF. “Abbiamo iniziato a costruire insieme un’organizzazione capace di reggere la complessità del 2026 senza perdere la nostra bussola etica. Nonviolenza, solidarietà, autodeterminazione e rispetto assoluto della dignità umana e ambientale sono i principi che orientano le nostre azioni: fermare il genocidio in corso e sostenere il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione. Non possiamo restare inattivi di fronte alle inadempienze dei governi. La società civile deve convergere per aprire corridoi di umanità e di verità.”
Uno dei punti centrali discussi alla due giorni è stato l’avvio di un percorso di riorganizzazione e raccordo operativo tra il Global Movement to Gaza (GMTG) e la Global Sumud Flotilla (GSF), al fine di rafforzare il coordinamento in termini di sicurezza, logistica, comunicazione e governance durante le missioni, valorizzando la complementarità delle azioni via terra e via mare e rendendo più efficiente la capacità di risposta del movimento sul piano internazionale.
È emersa chiaramente la volontà strategica di coinvolgere attivamente le comunità palestinesi sul territorio nazionale – in dialogo con le reti palestinesi a livello internazionale – nella programmazione e nelle decisioni del movimento, attraverso una serie di incontri diffusi già nel primo trimestre del 2026.
GMTG Italia si propone come punto di convergenza a livello locale, nazionale e internazionale tra comunità palestinesi, reti solidali, mondo associativo e società civile, per costruire un’agenda di azione condivisa e radicata nei territori, volta a chiedere la fine dell’impunità per i crimini commessi dall’entità sionista a Gaza e nei Territori Palestinesi Occupati, a interrompere l’assedio e a garantire pieno accesso umanitario, nel rispetto del diritto internazionale.










