Si è conclusa con grande partecipazione la due giorni dedicata al ruolo cruciale di biblioteche e archivi nella tutela, nella circolazione e nella democratizzazione della memoria africana. Il doppio appuntamento del 12 e 13 novembre, promosso dall’Associazione per gli Studi Africani in Italia (ASAI) e dal Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Roma Tre, ha riunito esperti, professionisti dell’informazione, ricercatori e rappresentanti culturali africani ed europei.
12 novembre – Il patrimonio librario e i suoi spazi in Africa
Il primo incontro, ospitato nella Sala Igea dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, ha messo al centro il patrimonio librario africano e gli spazi che lo custodiscono. Dopo i saluti istituzionali dell’Ambasciatore Vincenzo Lomonaco (Comitato Scientifico IDIAF), di Adriano Rossi (Presidente ISMEO) e di Daniela Melfa (Presidente ASAI), si è svolta una ricca tavola rotonda presieduta dalla stessa Melfa.
Gli interventi di Rosemary Shafack (University of Buea), Alessandro Bausi (Sapienza/ISMEO), Rémi Dewière (Università di Padova), Jama Musse Jama (Redsea Cultural Foundation), Luigi Romani (Istituto della Enciclopedia Italiana) e Lucas Iannuzzi (Biblioteca IsIAO/ISMEO) hanno evidenziato criticità e opportunità: dalla necessità di garantire continuità agli spazi bibliotecari storici dell’Africa orientale e del Sahel, fino ai progetti di cooperazione e digitalizzazione in atto tra istituzioni africane ed europee.
Il dibattito ha mostrato come le biblioteche africane siano oggi luoghi strategici per la produzione autonoma di conoscenza, per la salvaguardia di fondi rari e per la costruzione di nuovi spazi culturali accessibili alle comunità locali.
13 novembre – Librarians as gatekeepers
Il secondo appuntamento, ospitato all’Università Roma Tre, è stato aperto da Daniela Melfa, che ha definito bibliotecari e archivisti come veri e propri “gatekeepers della memoria”, figure chiave nella mediazione dei saperi e nella loro trasmissione in un’epoca segnata da tensioni informative e rapide transizioni digitali.
Dopo i saluti di Emilia Fiandra, il seminario “Libraries and Librarians in Africa” ha offerto un momento di omaggio a Ezio Tonini e Luigi Goglia, ricordati da Valentina Fusari e Alessandro Volterra. Nella sessione centrale, Rosemary M. Shafack (University of Buea, già presidente AFLIA) ha approfondito l’evoluzione del ruolo del bibliotecario africano nell’era digitale, tra empowerment delle comunità e sviluppo di competenze tecnologiche. A seguire, lo storico Giacomo Macola (Sapienza) ha presentato il progetto della British Library dedicato agli archivi a rischio, soffermandosi sulla collezione del United National Independence Party dello Zambia.
Biblioteche come infrastrutture di giustizia culturale
Le due giornate hanno messo in luce una convinzione condivisa: garantire accesso, preservazione e restituzione dei patrimoni africani significa rafforzare democrazia, partecipazione e giustizia culturale. In questo quadro, bibliotecari e archivisti sono davvero gatekeepers – custodi, interpreti e facilitatori di una memoria viva.
L’ampia partecipazione, sia in presenza che online, conferma la crescente attenzione globale verso la salvaguardia del patrimonio documentale africano e verso i professionisti che quotidianamente rendono possibile il suo futuro.
Federica Colomo










