Pubblichiamo la nota di Massimo Castiglia, ex presidente dalla Prima circoscrizione del comune di Palermo, assolto dall’accusa “di minacce e interruzione di pubblico servizio”_
Arriva la sentenza di primo grado per Massimo Castiglia, a oltre sette anni dai fatti, per l’episodio avvenuto avvenuto durante un’iniziativa organizzata all’Albergheria
Ieri si è chiusa la vicenda giudiziaria che mi vedeva imputato per avere minacciato un agente della Polizia Municipale durante un’iniziativa organizzata dall’Amministrazione comunale insieme all’Università degli Studi di Palermo e a SOS Ballarò, svoltasi in Piazza Colajanni l’8 e il 9 ottobre di sette anni fa.
L’assemblea pubblica di SOS Ballarò, già nel 2016, aveva avviato un percorso che portasse al riconoscimento formale del mercato dell’usato dell’Albergheria: in quei due giorni avevamo organizzato un workshop necessario per discutere le regole condivise sul futuro del mercato.
La sentenza di ieri ha stabilito che sono stato prosciolto da tutte le accuse, in quanto chi mi ha denunciato non aveva l’ordine di servizio per svolgere quella mansione quella mattina in Piazza Colajanni. Nei fatti, un signore in borghese — qualificatosi poi come agente della Polizia Municipale — aveva avviato lo sgombero della piazza dalle vettovaglie di quelle persone con le quali di lì a poco dovevamo confrontarci, apostrofandole con un “fate schifo”.
Sento il Comandante, chiedo spiegazioni su cosa stessero facendo gli agenti in piazza e, dopo pochi minuti, vanno via. Poco dopo arriva direttamente Marchese, allora Comandante della Polizia Municipale, che si scusa con tutti sull’inopportunità dell’intervento e conferma l’adesione della Polizia Municipale al percorso di regolarizzazione del mercato.
Ma il zelante uomo della Polizia Municipale, insieme al suo capo, arrivati in caserma, mi denuncia per “minacce” e “interruzione di pubblico servizio”, nonostante prima di andare via dalla piazza fossero venuti a scusarsi dicendo: “Presidente, chiudiamola qua, il collega ha sbagliato; la prego di accettare, con una stretta di mano, le scuse del collega”. E io l’ho fatto.
Non mi addentro sulle questioni del processo, ma la cosa che mi fa più rabbia è che, ancora oggi, l’ordine di sgomberare Piazza Colajanni la mattina del 9 ottobre 2018 — per il quale mi sono fatto sei anni di processo — non si sa chi lo abbia dato. E, con la sentenza di ieri, il giudice lo ha messo nero su bianco.
Sì: viene il sospetto che qualche “servizio deviato” interno all’Amministrazione comunale intendesse agire contro la stessa. Altro elemento strano fu che, appena divenne pubblica la denuncia a mio carico, immediatamente i rappresentanti locali della Lega Nord fecero presentare un’interrogazione parlamentare per chiedere al Ministro dell’Interno come fosse possibile che, a Palermo, un “banale” Presidente di Circoscrizione si scagliasse contro agenti della Polizia Municipale per difendere degli abusivi.
Ebbene sì. Nonostante la mia magnifica amica e compagna, l’avvocata Serena Romano, sia stata bravissima nel difendermi in tribunale, se l’accusa è quella di stare dalla parte degli “abusivi” del mercatino dell’usato, confesso di essere colpevole.
Chi oggi parla di transizione ecologica sappia che, nel mio quartiere, da trent’anni si recupera, si ricicla, si ripara, si riutilizza e si crea un minimo di reddito per centinaia di persone, tutto senza produrre nuovi beni, ma ridando vita a ciò che noi buttiamo.
È evidente che regolarizzare il mercato confligge con troppi interessi, e questo inutile e doloroso processo ne è la conferma.
Ringrazio chi ci ha messo la faccia e il cuore intervenendo nel processo, la mia avvocata Serena Romano, chi mi è stato al fianco e tutt@ coloro che continuano a lottare contro la povertà e non contro i poveri.
Hasta Siempre
Massimo Castiglia










