A Gaza arriva l’inverno e la situazione sanitaria per gli sfollati palestinesi si aggrava. L’esercito israeliano ha impedito l’ingresso di tende e coperte. Freddo e piogge renderanno maggiore la diffusione di malattie delle vie respiratorie. Uno sterminio silenzioso pianificato.

Israele vieta anche l’espatrio dei malati gravi, bisognosi di cure all’estero. Una disumanità gratuita. Secondo l’OMS, “16,500 malati di cancro e insufficienza renale, che non è possibile curare nelle condizioni sanitarie attuali della Striscia, sono condannati alla morte, se non verranno aperti i valichi”.

Un 20% dei bambini di Gaza non è stato vaccinato, con serio rischio per la sua salute. Domani, il ministero della sanità inizierà una campagna di prevenzione, che però non sarà sufficiente a colmare l’arretrato.

All’alba di oggi, l’artiglieria navale ha bombardato il nord della Striscia. L’artiglieria terrestre ha martellato per tutta la notte sulla linea gialla da Gaza città fino a Rafah nel sud. Il cessate-il-fuoco è soltanto propaganda.

Stamattina, elicotteri militari hanno mitragliato la popolazione accampata nei pressi della cosiddetta linea gialla, che divide le aree ancora sotto l’occupazione israeliana da quelle dalle quali le truppe si sono ritirate.

Continua anche l’azione demolitrice di ogni costruzione, anche di quelle già diroccate da bombardamenti precedenti, per spianare tutta Gaza e renderla inabitabile, un passo decisivo verso la deportazione. Israele non vuole parlare della seconda fase del piano Trump, imponendo di fatto una spartizione della Striscia e concentrando i 2 milioni di palestinesi sulla costa, in meno della metà della già ridotta Gaza.

Il rapporto del ministero della sanità palestinese informa che 10 uccisi sono stati trasportati ieri negli ospedali. Il totale delle vittime dall’inizio dell’aggressione è di 69.169 caduti e 170.685 feriti.

In Libano intanto tutti i giorni Israele viola il cessate il fuoco firmato un anno fa. Uccide i civili e accusa Hezbollah, che non ha mai lanciato un razzo o sparato una pallottola, di violazione della tregua.

In Cisgiordania proseguono gli attacchi militari israeliani, vicino a Jenin, e le aggressioni dei coloni, coperti dall’IDF, a nord di Ramallah e a sud di Nablus. A Beita, a sud di Nablus, i coloni hanno attaccato i contadini palestinesi mentre raccoglievano le olive, picchiato gli attivisti internazionali e ferito 5 giornalisti. La giornalista Ranin Sawafteh è stata bastonata duramente mentre era già a terra ed è stata ricoverata in ospedale, con fratture alla mano destra ed alle costole.

L’opposizione però non si ferma: domani 10 novembre a Palermo, alle 17 presso l’Università per stranieri (come già comunicato ieri: Libertà per Barghouti),  si terrà un incontro del Comitato nazionale per la libertà del leader storico, Marwan Barghouti, da 23 anni in carcere, in vista dell’avvio della campagna per la sua liberazione a fine mese.