Ti è mai capitato, di fronte a una scelta difficile, di esitare tra fare la cosa che ritieni giusta o lasciarti trasportare verso la scelta più facile?
A me capita spesso, e non sempre scelgo la cosa giusta. Dipende dal contesto, dalle mie energie in quel momento, da quanto penso che sia importante quella decisione. Ci sono situazioni in cui, però, una scelta del genere può essere uno spartiacque per la vita.
Come nel caso di Pino Trimboli, uno chef e ristoratore calabrese che a un certo punto della sua vita si è trovato a dover scegliere se accettare le proposte della ‘ndrina locale, oppure denunciare i suoi aspiranti aguzzini.
In quel momento, alcuni frammenti del passato hanno iniziato ad emergere in lui, come i pezzi di un mosaico rimasti sparsi che improvvisamente si assemblavano trovando la loro funzione: l’esempio di un amico, una frase di Borsellino, la presenza sul territorio della Cooperativa GOEL che da anni aiuta gli imprenditori che si ribellano alla ‘ndrangheta. La scelta era fatta, una scelta da cui non si torna indietro.
Di comune accordo con GOEL decide di denunciare pubblicamente tutto in una conferenza stampa. Il rischio è alto tra l’isolamento e la perdita di clienti. Invece accade l’opposto: la comunità si stringe intorno a lui e contro la ‘ndrangheta. «A fine gennaio lavoravamo come se fosse agosto. Bambini, scuole, adulti, tutti schierati con noi», racconta.
Oggi, per Pino, la convivenza con la mafia rimane difficile e spaventosa ma il suo ristorante va a gonfie vele. Il fatto di far parte di una rete che continua a crescere (quella di GOEL) fornisce continue iniezioni di coraggio ed entusiasmo. La storia di Pino ci mostra che – almeno a volte – fare la “scelta giusta” è davvero la scelta giusta.
La stessa cosa l’ho pensata anche leggendo una storia molto diversa, quella dell’attivista e giornalista Maso Notarianni, di rientro dalla missione con la Global Sumud Flotilla.
La sfida più grossa, almeno per me, resta quella di scegliere le “battaglie” da portare avanti e le cose su cui lasciare andare. L’indole mi porterebbe a lasciare andare spesso, il cuore spinge nella direzione opposta. Quando scegliere cosa? Mi dite la vostra?
Buon cambiamento
Andrea Degl’Innocenti










