È stata più di una semplice presentazione di un libro quella che si è svolta mercoledì 6 agosto a Palermo nei locali di Moltivolti, ristorante di cucina inclusiva e luogo di incontri. Qui l’ha voluta Abdel Hissen Abdallah Alhilbawi, giovane autore di Sfide. Diario di un viaggio dal Ciad alla Sicilia, edito da Multimage.

E’ stato più di un incontro, anzi di molteplici incontri: siamo stati partecipi nell’ascoltare le parole di Abdel circondato da amici vecchi e nuovi, talmente tanti da doversi stringere fin sull’ordine più alto dei gradoni destinati al pubblico.

Abbiamo conosciuto Abdel, il suo viaggio e le parole per dirlo, riportate dall’arabo con non poca fatica ma con molta cura da Daniela Musumeci, che qui ha il compito di dialogare con l’autore e che della loro collaborazione racconta con commozione.

Ci sono le persone che Abdel ha incontrato al suo arrivo in Sicilia, persone che fanno comunità e che gli fanno dire di potersi sentire a casa e perciò di voler restare. C’è Irene, che si è presa cura di lui e della sua salute, ci sono Daniele e Francesca di Refugees Welcome, Francesca del Centro Astalli, Alice e Laura, avvocate preziose, e con Laura suo marito Issa, amico carissimo del nostro Autore. Ci sono i referenti della casa editrice (vicina a Pressenza) che ha creduto nella forza del suo racconto, non a caso associazione editoriale dei diritti umani, e poi tanti e tante altre che lo hanno incontrato, conosciuto, accolto.

È, questa rete di incontri, di azioni gratuite di volontariato, testimonianza viva delle parole che qui risuonano, di come conoscersi sia indispensabile a superare i pregiudizi e a sperimentare forme concrete di solidarietà. Abbiamo bisogno di raccontare anche queste esperienze, di ascoltare voci come quelle di Abdel che ci invitano ad accettare la sfida del viaggio in noi stessi, ad avere sempre voglia di continuare ad imparare, a saper trovare del buono e del bello anche nei momenti più difficili. Abbiamo bisogno che realtà associative come queste possano continuare a lavorare con l’aiuto di tutti e tutte in un momento in cui, come bene ricorda Fulvio Vassallo Paleologo nella Premessa, le politiche della “sicurezza” sfruttano la paura dell’altro per veicolare logiche di suprematismo bianco e di discriminazione razziale.

Così la lettura di Daniela Musumeci comincia con il racconto dell’arrivo a Lampedusa, con il successo in una sfida in cui Abdel non ha mai smesso di sperare e di credere anche nei momenti più bui. Ce lo dice con il sorriso negli occhi e la semplicità dei suoi ventitré anni già così carichi di esperienza e di saggezza. Una saggezza antica che ci riporta lontano da qui, nello spazio e nel tempo, nell’incontro con le figure della sua famiglia, nella sua terra natale, e che lo hanno accompagnato con i loro insegnamenti umani e religiosi, in ogni terra in cui lo ha portato il viaggio, insegnamenti e riflessioni che ora lui offre a noi anche tra le pagine del racconto e che ci fanno incontrare un altro Islam, una religiosità non fanatica, ricca di amore e gentilezza. 

Ci auguriamo che incontri come questo possano ripetersi, dagli scaffali di una libreria come tra i banchi delle scuole, perché Abdel ci porta, con la sua storia, una buona notizia e di buone notizie abbiamo tutti bisogno. Grazie, Abdel.