Forlì, 4 agosto 2025Dopo poco meno di due settimane dalla firma dell’accordo tra azienda e sindacato, alla presenza di Prefettura, Comune e Regione, gli operai della Sofalegname, terzista per conto del Gruppo 8, sono di nuovo in sciopero e in picchetto davanti ai cancelli dell’azienda in via Gramadora. Gruppo 8 e Sofalegname non hanno rispettato nessuno dei punti dell’accordo siglato davanti le istituzioni. Non è stato attivato il contratto di solidarietà, lo stipendio di giugno non è stato pagato e non solo non è ripresa la produzione in Via Gramadora, ma l’azienda sta continuando a svuotare il sito produttivo, anche di materiale che necessita la terminazione della lavorazione, chiaramente spostandola altrove.

Le due aziende continuano a dimostrare non solo un enorme disprezzo verso i lavoratori che, con orgoglio e dignità, hanno lottato per il loro diritti e per il loro posto di lavoro, ma anche verso le istituzioni di fronte a cui hanno firmato l’accordo e verso l’intero territorio forlivese, che credono di poter prendere in giro facendo semplicemente trascorrere un po’ di tempo. 

Ci piacerebbe capire che cosa pensa l’avvocato Pompignoli, consigliere comunale e rappresentante di Gruppo 8 alla stipula dell’accordo, del comportamento dei suoi assistiti di fronte a quelle istituzioni che in teoria dovrebbe rappresentare nella veste di consigliere comunale. Pompignoli è il rappresentante di Gruppo 8, fin da quando a novembre è partito il primo sciopero con lavoratori in nero che vivevano in condizioni disumane nel capannone dell’azienda lavorando dalle 12 alle 14 ore al giorno 7 giorni su 7. Il tanto decantato “rispetto delle istituzioni e delle regole” vale solo per i poveri o anche le multinazionali sono tenute a rispettarlo?

Come Forli Città Aperta non possiamo che schierarci di nuovo al fianco dei lavoratori che lottano. Facciamo un appello a tutta la cittadinanza e alle associazioni del territorio a fare altrettanto e mostrare a sfruttatori ed istituzioni da che parte stanno.

Da un lato un’azienda che sfrutta i lavoratori il più possibile trattandoli come schiavi e che, con sfacciata arroganza, non rispetta nessuno degli accordi presi davanti alle istituzioni, provando a delocalizzare la produzione, pur avendolo pubblicamente negato a più riprese; dall’altro un gruppo di lavoratori che decide di lottare per i propri diritti, senza arretrare di un passo e senza fare concessioni. Nel mezzo le istituzioni che si sono fatte garante di un accordo sfacciatamente disatteso: Comune, Regione e Prefettura sono disposte ad essere umiliate in questo modo?

Purtroppo, durante il precedente picchetto, abbiamo visto che alcune “scelte di campo” sono già state fatte: ricordiamo che la polizia ha cercato di liberare uno dei cancelli dell’azienda, caricando e picchiando i lavoratori in sciopero. Le forze dell’ordine sono state schierate a protezione di sfruttamento e illegalità da parte di chi evidentemente crede che tra diritti dei lavoratori e sfruttamento quest’ultimo sia da proteggere. Il fatto che Gruppo8  sia seguita da un avvocato che è anche esponente politico dell’attuale maggioranza lascia poco spazio di interpretazione rispetto alle loro posizioni.

Ora è il nostro turno di scegliere, come società civile, associazioni e singoli cittadini, se ignorare quanto sta accadendo o prendere una posizione chiara e netta. Chi pensa che i territori siano solo contenitori di schiavi da sfruttare per arricchirsi spera nella nostra inazione per poter agire indisturbato e impunito. Oltre al coraggio di lavoratori e sindacati, anche noi possiamo avere un ruolo nella lotta per i diritti e contro lo sfruttamento.

Ci vediamo al presidio in via Gramadora!

 

Forlì Città Aperta