Il massimo riferimento teologico dell’Islam sunnita, la prestigiosa università di Al Azhar al Cairo, ha condannato in modo duro la barbara uccisione del pilota giordano Muath Al Kasasbeh, sequestrato da Daesh, abbreviazione araba con cui vengono chiamati in modo dispregiativo i combattenti sunniti del sedicente Stato Islamico (Is).

Il Grande Imam di Al Azhar, Ahmed Al Tayyeb, ha deplorato quello che ha definito un “atto terroristico ignobile, che richiede la punizione prevista dal Corano per questi aggressori corrotti che combattono Allah e il suo Profeta: la morte, la crocifissione o l’amputazione delle mani e dei piedi”. Per Al Tayyeb, Daesh è “un’organizzazione terroristica satanica” e la comunità internazionale è chiamata a combatterla poiché “perpetra azioni selvagge e barbare che non soddisfano né Allah, né il suo Profeta».

Anche il presidente Abdel Fattah Al Sisi ha condannato con fermezza l’uccisione del pilota giordano da parte “di un’organizzazione barbara e codarda che sta agendo contro le leggi divine”. Sisi ha anche sostenuto la necessità che la comunità internazionale sia unita “contro il terrorismo, in ogni forma” e l’estremismo, “soprattutto quello praticato da gruppi terroristici che usano l’Islam come scudo”.

Alcuni osservatori ricordano in queste ore il discorso pronunciato da Sisi nel dicembre scorso ai vertici religiosi di Al Azhar, in occasione del nuovo anno e delle celebrazioni per la nascita di Maometto, in cui aveva condannato le cattive interpretazioni dell’Islam e le responsabilità di alcuni teologi nella diffusione del radicalismo, esortando a una “rivoluzione religiosa”.

A gennaio Al Tayyeb aveva deplorato i “barbari crimini” dell’Is in Siria e Iraq da parte di gruppi armati che “si sono dati il nome di ‘Stato islamico’ nel tentativo di esportare il loro falso Islam”.

“Non bisogna ignorare la nostra stessa responsabilità nell’apparizione dell’estremismo che ha dato nascita a organizzazioni come Al Qaeda e altri gruppi armati” aveva aggiunto.

Dopo la strage al giornale satirico francese Charlie Hebdo – che Al Tayyeb aveva peraltro fortemente criticato nel 2012 per le vignette satiriche su Maometto – l’Imam di Al Azhar era nuovamente intervenuto per bocciare la copertina del numero successivo all’eccidio, invitando i musulmani a “ignorare” le nuove caricature del profeta.