Vogliamo invitare tutta la regione ad aderire alla manifestazione convocata per sabato 13 dicembre a Torino. È assolutamente necessario riempire nuovamente le strade per molte ragioni:

Urge rimettere al centro la condizione in cui continua a versare la Palestina. Lì la Pace di Trump non è mai esistita, i bombardamenti continuano il tanto che basta a impedire di ricostruire e di uscire dalla distruzione che hanno causato, l’esercito israeliano compie esecuzioni in maniera sistematica contro i giornalisti. Il territorio della Striscia resta invivibile, soprattutto adesso che l’inverno è iniziato. Le tende dove vivono gli sfollati si allagano regolarmente a causa delle piogge, così vengono distrutti i pochi beni a disposizione. I camion di aiuti umanitari non vengono fatti entrare, impedendo di alleviare la vita di centinaia di migliaia di persone. In Cisgiordania i coloni armati aggrediscono e rapinano la popolazione palestinese quotidianamente coinvolgendo anche volontari italiani che sono stati picchiati e derubati dai coloni come ripicca per il sostegno che il popolo italiano sta dimostrando alla Palestina.

Mohamed Shahin è tutt’ora detenuto nel Cpr di Caltanissetta con un mandato di espulsione verso l’Egitto pendente e la revoca della Carta di soggiorno a causa della sua solidarietà alla causa palestinese. Mohamed rischia di subire trattamenti disumani se venisse deportato poichè in Egitto è considerato un dissidente politico. L’omicidio di Giulio Regeni avvenuto in un carcere egiziano non ha sedimentato alcuna coscienza nelle istituzioni italiane?

Bisogna opporsi con determinazione allo strumento della deportazione. Uno strumento di cui il nostro governo si dota sistematicamente, solo quest’anno sono 130 le persone coinvolte da questa misura, un dato che rivela la matrice razzista e islamofoba che contraddistingue la persecuzione che il governo conduce contro i musulmani e le persone immigrate. È necessario spezzare questo meccanismo ideato con lo scopo di seminare la paura di esporsi e di esistere per coloro che sono ricattabili a causa della mancanza o la precarietà di un documento di soggiorno.

Dobbiamo difendere il diritto all’espressione, il diritto di poter esprimere le proprie idee senza che questo possa permettere di criminalizzare nessuno. La vicenda di Mohamed Shahin è esemplare per comprendere quanto sia a rischio l’esercizio della propria opinione. Un Uomo è l’oggetto di un decreto di espulsione per aver detto cosa pensa dopo 20 anni trascorsi in Italia e una vita dedicata al quartiere e a perseguire cause per la giustizia sociale. Questo è un fatto grave che va respinto, trovandosi uniti, altrimenti i prossimi saremo tutti e tutte noi.

Chiediamo la liberazione immediata di Anan, Alì e Mansur, prigionieri palestinesi giudicati al tribunale de l’Aquila, giovani su cui gravano pesantissime condanne (fino a 12 anni) a causa del loro sostegno alla resistenza palestinese.

Il governo continua a mantenere una profonda connivenza con il sionismo e il governo genocida israeliano. Mente, spedisce armi di nascosto, emana leggi ad hoc per colpire chi sostiene la Palestina come il DL Delrio o Gasparri, perseguita chi si espone per la causa.

Il Sionismo e la guerra sono un problema per ciascuno di noi, arriveranno al punto di imporci l’arruolamento, ci affamano per dirottare i soldi verso i loro interessi bellici, restringono le nostre libertà per addestrarci ad accettare tutto senza lamentele.