Chi detiene il potere ha fatto, fa e farà sempre di tutto affinché la popolazione non sia sufficientemente cosciente delle vere cause dei problemi, nè tantomeno delle soluzioni. E il sistema più efficace è quello di distrarre con mille argomenti, nessuno dei quali però è una delle vere cause dei problemi.

I latini coniarono il termine “panem et circenses” per sintetizzare il concetto che, per governare un popolo, è sufficiente che soddisfarne i bisogni primari (il pane) e poi appunto le distrazioni, i divertimenti (circenses). 

Ma se pane e divertimenti non sono disponibili a prezzi sufficientemente bassi e la popolazione inizia a contestare chi governa, uno dei mezzi più efficaci per il governo, per non essere riconosciuto come colpevole, è quello di “offrire in pasto” una serie di “capri espiatori” e/o una serie appunto di elementi distraenti. 

Ora, premesso che tutto questo vale anche per i governi nazionali e locali, consideriamo invece il livello globale; da tempo alcune persone riflettono sull’ipotesi che il governo del mondo non sia per la maggior parte in mano ai Parlamenti nazionali, ma per lo più a una ridotta serie di mega agglomerati industriali/finanziari, multinazionali e fondi di investimento. Sono essi che decidono, di fatto, se in futuro l’energia sarà prodotta dalle fonti fossili piuttosto che dalle rinnovabili piuttosto che nucleare, come sarà l’agricoltura e gli allevamenti del futuro, la mobilità/trasporti (autostrade e automobili o ferrovie e trasporto pubblico?)le comunicazioni, la sanità, l’educazione, l’edilizia ecc. ecc. Tutto questi settori si muovono a velocità enormemente maggiori della politica, che tipicamente insegue con grande ritardo e intrinseca impossibilità di decidere con i tempi ridotti di un Consiglio d’Amministrazione aziendale.

Ora, la popolazione ha certamente una certa conoscenza di quanto sopra, da sempre il “popolino” sa che “comanda chi ha i soldi”, ma da un lato non ha sufficiente conoscenza di quanto l’avvento dei computer abbia letteralmente “moltiplicato” di milioni di volte la quantità di denaro in circolazione (la c.d. “finanza virtuale”), dall’altro, cosa ancora più dirimente, non ha sufficiente conoscenza delle soluzioni e delle alternative possibili, e quindi si rassegna al classico “le cose non cambieranno mai!”.

Invece possono cambiare eccome, e la prima importante soluzione è proprio quella di scegliere fornitori alternativi, partendo dall’elettricità, servizi bancari e assicurativi, tre dei principali pilastri dell’economia e voci di spesa del bilancio familiare  (in realtà il costo dell’energia determina a cascata anche i costi del cibo, dell’edilizia, dei prodotti industriali ecc.). Si tratta insomma di abbandonare i grandissimi oligopoli, e unirsi ai circuiti mutualistici e cooperativistici, per i quali il denaro non è l’obiettivo, ma un mero strumento di scambio, e quindi chi usufruisce del servizio non è un cliente, ma un membro del “gruppo”. E la cosa bella è che non stiamo parlando di irrealizzabili utopie “da film” di modelli “comunisti/socialisti”, ma semplicemente di alternative già realizzate, decisamente più etiche e democraticamente controllate (voto capitario=una testa, un voto) rispetto alle grandi imprese multinazionali alla ricerca del maggior profitto possibile nel minor tempo possibile, con stipendi galattici per gli amministratori e dividendi generosi per i soci. Non solo, tali alternative ormai da molti anni hanno comprovato, conti alla mano, di essere non solo più etiche, ma anche più solide e più economiche/redditizie rispetto al modello “capitalismo selvaggio”.

Ma se quanto affermo è vero il lettore si chiederà perché non se ne parla di più… beh l’ho spiegato nel titolo e ad inizio articolo, e ora aggiungo anche un’altra “rivelazione”: la stragrande maggioranza delle persone “importanti” che sono invitate costantemente in TV/radio, nei giornali, vengono invitate perchè sono (inconsapevolmente o meno) “funzionali” allo status quo, perché parlano di tutto tranne di quanto sopra, distraendo il cittadino su altre questioni o proponendo altre cause che però sono dei banali “capri espiatori” o non sono le vere cause strutturali globali.

Personalmente ho sperimentato sulla mia pelle quanto appena detto, dal momento che, circa 10 anni fa, la RAI mi invito per la prima volta ad una trasmissione “importante”, e così riuscii per qualche minuto ad accennare quanto sopra, e da allora non venni mai più invitato, nemmeno nel 2021 quando ero il Presidente della Commissione Industria, che legifera in materia di energia, e i costi erano alle stelle, preferendo far parlare chiunque, tranne chi se ne occupava.

Ecco, e lo dico pacificamente anche al #M5S, chi va in TV/Radio/Giornali, sappia che non deve parlare “del frutto”, che è marcio, ma del fatto che l’albero su cui cresce è posto su un terreno fortemente inquinato, ed è quello che dobbiamo bonificare. Altrimenti, contribuirà egli stesso a mantenere inquinato il terreno.