Mai indifferenti – Voci ebraiche per la pace è una rete di ebree/i italiane/i che criticano in modo profondo la politica del governo israeliano. Ne parliamo con Bella Gubbay, attivista di Milano, facente parte del gruppo che ha fondato la rete.
1) Come è nato Mai indifferenti?
La rete Mai Indifferenti – Voci ebraiche per la pace, è nata a inizio 2024 con l’approssimarsi del Giorno della memoria. Già molto critici prima del 7 Ottobre sia nei confronti dei governi israeliani, per le politiche di occupazione e insediamenti, che delle Comunità ebraiche italiane per la loro acritica posizione a favore di Israele, di fronte ai massacri di Gaza abbiamo ritenuto necessario reagire in modo deciso. Una circolare dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, infatti, invitava i propri collaboratori, nelle diverse iniziative previste per quella data, a parlare solo della Shoah, senza alcun riferimento a Gaza, dove l’offensiva scatenata da Netanyahu dopo il massacro del 7 ottobre aveva già causato la morte di 27.000 palestinesi. Io e altre persone, prevalentemente donne, già profondamente turbate dagli accadimenti in Israele, e dalla successiva reazione del suo governo, ci siamo interrogate sull’opportunità o meno di seguire le linee guida che silenziavano la realtà; così è nata la nostra rete, attualmente composta da un gruppo operativo a Milano, di circa dieci persone attivamente impegnate. Con noi collaborano Stefano Levi Della Torre, che fornisce un forte contributo teorico e culturale di sintesi del nostro pensiero, e il giornalista Gad Lerner, la persona più conosciuta all’esterno. Siamo nate/i come voce dissidente rispetto alle affermazioni dell’UCEI, lanciando due appelli: il primo1 con cinquanta firme di ebrei italiani, poi aumentate a cinquecento circa, con firme anche di non ebrei, seguito da un secondo per il cessate il fuoco a Gaza.
2) Dopo i primi appelli quali iniziative avete adottato e quali pensate di realizzare in futuro?
Abbiamo organizzato due eventi pubblici a Milano molto partecipati, il primo nell’aprile del 2024 alla Casa della Cultura2 e il secondo il 19 gennaio del 2025 presso la fondazione Feltrinelli. Quindi abbiamo divulgato un nuovo appello, mettendoci in rete con LEA-Laboratorio Ebraico Antirazzista (un gruppo di giovani italianə ebreə che si batte dal 2020 contro la politica di Israele e contro le forme di antisemitismo), nonché con diverse associazioni israelo-palestinesi, come Neve Shalom e Combattenti per la pace.
Abbiamo iniziato anche un confronto con esponenti palestinesi, come, Ali Rashid, uomo di grande cultura e moderazione, purtroppo recentemente scomparso, Kahder Tamini, responsabile della comunità palestinese in Lombardia e le scrittrici Sara Mustafa e Widad Tamimi; siamo inoltre entrati in contatto con alcune donne israeliane renitenti alla leva, che hanno lasciato Israele e sono entrate nel nostro gruppo. Il 25 febbraio scorso, insieme a LEA, abbiamo pubblicato, su La Repubblica e il Manifesto, una pagina con un nuovo appello3 contro la pulizia etnica dei palestinesi. Questo ha scatenato violente reazioni negli ambienti ebraici, con accuse addirittura di antisemitismo. Tale uscita ha comunque aumentato la nostra visibilità. In seguito, presso il cinema Anteo di Milano, abbiamo presentato spezzoni del documentario No other land, con relativa discussione, un evento bello e molto partecipato con ampia risonanza pubblica.
Nel mondo ebraico si stanno promovendo poi incontri di riflessione e confronto sui temi caldi della situazione Israelo-Palestinese; il 29 Giugno 2025, ad esempio, alcuni di noi sono intervenuti al convegno Dialogo Ebraico svoltosi a Firenze, dove abbiamo constatato ulteriori voci di dissenso e intendiamo intervenire anche al prossimo incontro il 23 Novembre
Vogliamo poi partecipare a manifestazioni e dibattiti e implementare il rapporto con le associazioni israeliano-palestinesi nelle cui posizioni ci riconosciamo.
Stiamo infine lavorando a un prossimo convegno sulle fratture nel mondo ebraico, fortemente aggravate dalle politiche del governo israeliano, che si svolgerà a Milano il prossimo 19 Gennaio. Tutti i nostri documenti ed eventi sono reperibili sul nostro sito web4.
3) Come sono i vostri rapporti con le comunità ebraiche italiane?
Siamo tutti iscritti alla Comunità di Milano, tranne Gad Lerner iscritto a quella di Casale Monferrato. Qualcuno del nostro gruppo ha deciso di uscire dalla Comunità milanese, per l’evidente spostamento a destra. Abbiamo partecipato a due assemblee della Comunità stessa contestando la loro decisione di non partecipare con i propri gonfaloni alle celebrazioni del 25 Aprile. Noi abbiamo partecipato con nostri striscioni con la scritta: Voci ebraiche per la pace – Cessate il fuoco, molto applauditi. Abbiamo inoltre ribadito il nostro antifascismo, in opposizione alle affermazioni di Walker Meghnagi, Presidente della Comunità Ebraica di Milano, secondo cui gli ebrei italiani sarebbero più tutelati dall’attuale destra di governo che non dai partiti di sinistra. In Comunità abbiamo trovato qualche consenso anche se prevale il pensiero di Meghnagi. Il rifiuto del gruppo dirigente a dialogare con voci dissenzienti rende tuttavia problematici i nostri rapporti con la Comunità stessa.
Con l’eccezione del giornale Ha Keillah di Torino, le nostre posizioni trovano infine poco spazio su bollettini e giornali anche di altre comunità italiane, quasi tutte schierate su posizioni simili a quelle di Milano.
4) Qual è la vostra posizione nei confronti della politica dell’attuale governo israeliano?
La nostra linea è di totale condanna politica e morale di Netanyahu e del suo governo per i crimini di guerra, contro l’umanità e contro il diritto internazionale perpetrati a Gaza nei confronti della popolazione civile palestinese, ferma restando la piena condanna di Hamas per l’orrendo pogrom del 7 Ottobre e per il regime di oppressione dei Gazawi.
Esprimiamo altrettanto piena condanna della pluridecennale occupazione della Cisgiordania e della sua sempre più selvaggia e aggressiva colonizzazione. Appoggiamo infine tutte le organizzazioni palestinesi e israeliane che lottano per l’uguaglianza dei diritti e per il riconoscimento reciproco, come popoli che devono rispettarsi per convivere pacificamente e nella sicurezza comune.
5) Cosa pensate dell’accusa di antisemitismo che viene rivolta a tutti coloro che criticano il governo Netanyahu?
Naturalmente siamo molto preoccupati per la crescita dell’antisemitismo nel mondo, che riteniamo dovuta, nella fase attuale, in buona parte proprio alle nefaste politiche di Netanyahu e del suo governo; l’antisemitismo deve essere combattuto. Ma attenzione: spesso questa accusa, rivolta anche a noi ebrei “dissidenti”, è falsa e strumentale. Diretta a tutti coloro che criticano le azioni politiche, militari o le dichiarazioni dei vertici di Israele, cerca di tappare la bocca a chi, proprio nella Diaspora internazionale, non si allinea alle scelte dello Stato israeliano, che teoricamente dovrebbe essere un faro per tutti gli ebrei e le ebree del mondo.
E’ difficile per noi non empatizzare con parenti e amici che quasi tutti abbiamo in Israele e sappiamo come il 7 ottobre sia stato devastante emotivamente per tutti, ma non per questo possiamo allinearci ad un governo che commette crimini da ben più di due anni, in un crescendo che non rispecchia per niente quel MAI PIU’ tanto sbandierato a destra e a sinistra. Ricordiamoci
che un atto di antisemitismo è tale se è ostile verso l’ebreo in quanto ebreo, ma non lo è affatto per una critica anche pesante su ciò che un ebreo dice o fa.
Enrico Campolmi
1 https://maiindifferenti.it/home2.htm#appello
2 https://www.pressenza.com/it/2024/04/voci-ebraiche-per-la-pace-a-milano-un-incontro-per-approfondire-e-fare-rete/#content
3 https://www.repubblica.it/esteri/2025/02/26/news/gaza_appello_ebrei_italiani_pulizia_etnica-424028858/
4 www.maiindifferenti.it










