Ieri mattina ha avuto luogo l’udienza predibattimentale per il blocco stradale del 4 dicembre 2023, durante il quale 12 persone erano state incarcerate per tre giorni e successivamente sottoposte a un obbligo di dimora durato oltre tre mesi. Il motivo dell’azione nonviolenta? La richiesta di un Fondo Riparazione per le vittime di eventi climatici estremi. L’udienza è stata rinviata al 16/04/2026 alle 11.30 per cambio giudice e sarà nuovamente predibattimentale.
Filippo, 33 anni, uno dei partecipanti incarcerato per tre giorni ha dichiarato: “Quel giorno, come tante altre volte in questi anni, abbiamo interrotto la quotidianità di una società lanciata su un’autostrada verso l’inferno. Lo abbiamo fatto per chiedere giustizia verso quelle persone che sono vittime dell’inazione del governo Italiano verso le catastrofiche climatiche che ormai devastano regolarmente questo Paese. Per questo siamo stati messi in carcere per 3 giorni. Da quel momento l’obiettivo del 1,5° è morto, il mondo sprofonda verso un abisso di fascismi e genocidi e noi siamo ancora in attesa che cominci questo processo. Oggi più che mai abbiamo bisogno di azioni radicali per limitare questo disastro. Proprio per questo è fondamentale aiutarci anche con una donazione legale. Abbiamo bisogno di una difesa solida, perché è essenziale creare precedenti giudiziari che riconoscano la legittimità delle nostre azioni. In realtà molti precedenti già esistono: sono tantissimi i processi in cui veniamo assolti. Ma per continuare a difenderci, per sostenere le spese legali e per poter portare avanti questa battaglia con forza e trasparenza, abbiamo davvero bisogno dell’aiuto di tutte e tutti.”
Siamo nell’età dell’oro
Siamo l’ultima generazione di figlie, mamme, papà e nonne che hanno la possibilità di cambiare rotta rispetto al collasso sociale ed economico causato dalla distruzione del nostro ecosistema, e di creare un sistema più equo, sicuro e dignitoso. Siamo persone normali e diverse fra loro, accomunate da una presa di coscienza che ci spinge ad agire contro un governo negligente, al pari di tutti i governi degli ultimi trent’anni, e un sistema produttivista che ci ha fatto diventare consumatori anziché cittadine che hanno a cuore il bene comune.
Per quanto difficile sia questo periodo storico, le generazioni future lo guarderanno indietro come un’età dell’oro. Un’età della fauna e della flora selvatica, del clima mite, della stabilità, della prosperità, delle opportunità di agire. Il nostro mondo vivente è un’ombra grigia di quello che era una volta, ma un paradiso vibrante rispetto a quello che sarà. A meno che, a meno che.
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