L’Unione Europea si sta chiaramente muovendo verso la federalizzazione del proprio sistema, il che potrebbe essere giusto, ma quando lo fa con gli eserciti, e in un momento in cui sta combattendo indirettamente la più grande superpotenza nucleare del mondo, la Federazione Russa, con la quale non vuole dialogare affatto e rischia persino un conflitto diretto, mi viene la pelle d’oca.
Per la libera circolazione delle persone, Schengen viene abolito perché troppo permeabile per i migranti provenienti dal sud, per carri armati, veicoli blindati, cannoni, equipaggiamento militare e soldati, e verrebbe introdotto, anche con la forza. Tali trasporti e transiti attraverso i territori degli Stati membri diventerebbero possibili anche senza il consenso dei paesi interessati. Questi ultimi verrebbero semplicemente informati. E avrebbero anche la priorità rispetto agli altri utenti delle infrastrutture di trasporto. Esempio: l’Italia caricherebbe un treno con 100 carri armati, 200 cannoni e 5.000 soldati e preparerebbe un convoglio stradale di 300 veicoli blindati per aiutare la Polonia a proteggere il suo confine orientale e sceglierebbe la direzione Slovenia, Austria o Ungheria, Slovacchia, ci informerebbe solo del tempo di transito e saremmo obbligati a liberare in tempo le vie di trasporto, che ci piaccia o no.
Beh, se questo non dovesse funzionare, a Bruxelles sarebbero necessari ancora alcuni passi. Un importante spostamento di forze militari non sarebbe possibile senza una preventiva valutazione della sua necessità da parte della Commissione Europea, e solo su questa base il Consiglio dell’UE lo approverebbe.
Ma lasciamoci andare a un po’ di politica fantastica, o a speculazioni sulla nostra possibile uscita dalla NATO, diciamo quando ne siamo stati espulsi perché impotenti, come la Spagna, ad aumentare la spesa per la difesa al famoso 5% del PIL di Trump, o quando abbiamo deciso di lasciarla noi stessi con un referendum che i pacificatori sarebbero riusciti a far approvare dall’Assemblea Nazionale. I sostenitori di questa adesione ci spaventano dicendo che la NATO ci protegge non solo dai nemici esterni, ovviamente dall’orso russo in primis, ma anche dalle tentazioni interne di alcune guardie di frontiera dopo la restituzione di territori perduti nel corso della storia. L’Ungheria riceverebbe il Prekmurje, l’Austria la Carinzia, l’Italia l’Istria, la Primorska e la Notranjska fino all’ex confine di Rapallo. Rispondo a tale allarmismo con un sorriso, perché la sola idea di una cosa del genere significa, a mio avviso, che non abbiamo ancora raggiunto il culmine dell’idiozia, ma supponiamo che io stesso sia ignorante o eccessivamente ingenuo, e che uno scenario del genere si verifichi davvero. L’Italia, con il pretesto del transito militare verso l’Ungheria e oltre, e con l’approvazione del Consiglio dell’UE, ci porterebbe una forza tre volte più potente in armi, equipaggiamento e soldati della nostra, a livello nazionale, si fermerebbe a Postumia, sbarcherebbe lì tutti i trasporti e dichiarerebbe il controllo, o addirittura su questa parte della Slovenia, senza che nessuno spari un colpo. Forse, con un patto triplice, Austria e Ungheria farebbero lo stesso e rimarrebbe aperta solo la disputa tra DARS e camionisti per una migliore fluidità dell’intersezione autostradale.
Ma, senza panico, per migliorare la mobilità militare nell’Unione Europea – afferma il Commissario europeo per i Trasporti Tsikikostas – sarà necessario reperire circa 100 miliardi di euro, perché le infrastrutture di trasporto di cui disponiamo oggi non consentono ancora grandi movimenti militari. Sarà necessario ampliare strade e autostrade, ponti e gallerie allo stesso modo, e raddoppiare la capacità ferroviaria. Si parla di circa 500 progetti infrastrutturali nei prossimi 5 anni. L’Unione Europea si è posta l’obiettivo di essere adeguatamente preparata a livello difensivo per rispondere a diverse minacce entro il 2030.
Con tutto ciò, mi dico: abbiamo già sacrificato la sovranità economica, fiscale e politica, sacrificheremo ancora la sovranità territoriale? Dovremo forse rivivere una nazione con barricate spontanee su strade e binari?