PIAZZA GAZA 1, 10, 100, 1000 piazze per la Palestina
Roma in questi giorni è stata a fianco del popolo palestinese, molte le iniziative che a vario titolo hanno preso posizione contro il genocidio perpetrato dal governo sionista israeliano nei territori palestinesi, senza dimenticare la Cisgiordania dove i coloni hanno mano libera esattamente come nel Far West quando le giacche blu dell’esercito e i coloni europei bruciavano gli accampamenti indiani, quelli cioè degli unici legittimi possessori di quelle terre.
È anche difficile ricordarle tutte queste iniziative: ben tre festival sulla cultura palestinese, alla città dell’altra economia, a piazzale del Verano e al CSO ‘la villetta’; per non dimenticare i tre giorni a Torpignattara e poi il concerto a piazza SS. Apostoli, mentre Non una di meno manifestava a piazza del Popolo. E poi le altre piazze romane, come piazza dei Mirti, che si aggiungono al presidio -prima temporaneo – quindi permanente sul piazzale antistante la stazione Termini.
Situazione quella del presidio a Piazza dei Cinquecento davvero ‘istruttiva’ sulla capacità organizzativa della USB alla quale si sono aggregate, in un crescendo partecipativo, altre associazioni (Arci, rete no bavaglio, studenti, artisti…)
Quando è arrivata la notizia del blocco della GSF da parte della marina sionista è partito il primo corteo verso piazza Barberini che si è poi diretto verso piazza S. Silvestro, da dove si è tornati a Termini. Un corteo di giovani e meno giovani che con difficoltà è riuscito a rientrare a casa, per via delle deviazioni al traffico e della chiusura della metro anche dopo ore dallo scioglimento!
Infine ieri lo sciopero generale, senza dimenticare il corteo, anch’esso partecipatissimo, che la sera precedente era partito dal Colosseo per concludersi a porta S. Paolo.
Una manifestazione la cui partecipazione non si ricorda dai tempi immemori del movimento studentesco e operaio. Con la Palestina nel cuore certamente, ma anche con attenzione alla politica economica del governo Meloni.
Svegliato da una anestetizzazione durata anni – grazie alla distrazione di massa condotta dall’informazione cosiddetta mainstream, ma anche dalla gestione della politica culturale condotta in questo paese dai tempi di ‘corri a casa, c’è un biscione che ti aspetta’ – il Paese riscopre l’internazionalismo: ‘la Palestina è qui’. Ma riscopre anche e porta in piazza le condizioni inaccettabili del lavoro, condizioni definite ‘feudali’; riscopre le politiche energetiche, dopo che i ‘Friday for Future’ sono stati messi a tacere con il covid così come furono messi a tacere i social forum con le Torri gemelle!
Il Paese scopre inoltre le speculazioni immobiliari che Israele sta conducendo in Italia con l’acquisto di grandi proprietà fondiarie in Puglia (la pizzica è nostra si grida da qualche parte), in Umbria oltre che ovviamente in Toscana.
Stiamo assistendo alla nascita di un movimento che dovrà confrontarsi con i demoni in giacca e cravatta della finanza internazionale e con quelli in divisa del Riarm Europe.
Oggi si replica e lunga vita al movimento e libertà per la Palestina!










