Il genocidio arricchisce il governo, che per il riarmo taglia i servizi agli italiani

Roma, 4 ottobre 2025 – Questa mattina intorno alle 10 Alina, Beatrice e Serena al quindicesimo giorno di sciopero della fame sono tornate, assieme ad oltre 20 persone di Ultima Generazione, a piazza Montecitorio di fronte al Parlamento, per denunciare le condizioni in cui sono ancora trattenute 331 persone dell’equipaggio della Flotilla nel carcere israeliano di Kerziot, rivendicare protezione per la Freedom Flotilla Coalition partita quattro giorni fa dal porto di Otranto su cui c’è Francesco, medico, di Ultima Generazione, e il riconoscimento da parte del governo Meloni del genocidio in corso.

Gli attivisti hanno trovato la piazza completamente chiusa, circondata da polizia e da agenti in borghese. Si sono posizionati davanti alla transennatura con dei cartelli per denunciare l’ipocrisia del governo. Successivamente si sono seduti in cerchio per tenere un’assemblea popolare, coinvolgendo anche persone che passavano, confrontandosi su due domande: 1) definisci la parola “Resistenza”, 2) che effetto ti fa vivere in un paese che continua a fare affari sporchi.

Rita, insegnante, ha dichiarato: “Meloni e il suo governo non riconoscono il genocidio perché gli interessi che hanno sono altissimi. La vita delle persone di Gaza viene dopo. Per questi loro particolari interessi economici tutta l’Italia è dalla parte dei criminali; ci vergogniamo. Loro guadagnano nei traffici con Israele, a noi manca la sanità, le scuole e fare la spesa è sempre più difficile. I nostri soldi questo governo li spende in armi per massacrare una popolazione, e ci ritroviamo senza l’essenziale. Questo governo va boicottato, perché noi non riusciamo a fare la spesa, ma ci sono i soldi per gli armamenti. Il governo ci fa passare dalla parte dei criminali, è ora di boicottarlo e di ribellarsi”.

TRE GIORNI IN CUI GLI ITALIANI HANNO INIZIATO A RIPRENDERSI IL PROPRIO POTERE

L’arresto illegale in acque internazionali degli equipaggi della Flotilla, e le condizioni di detenzione alla stregua di terroristi nella prigione israeliana per 331 persone, da mercoledì notte hanno fatto riversare nelle strade immediatamente decine di migliaia di persone. Che ieri sono diventate oltre due milioni durante le manifestazioni dello sciopero generale proclamato da USB, COBAS e CGIL. Oggi a Roma ci sarà la grande manifestazione di un’onda lunga iniziata il 22 settembre con lo sciopero ‘Blocchiamo tutto’. Le persone hanno capito che a pagare il prezzo della complicità dell’Italia nel genocidio di Gaza, con la vendita di armi ad Israele e la riconversione di gran parte del bilancio dello Stato in spesa per il riarmo, saranno loro. La Flotilla in queste settimane ha rotto il muro dell’ipocrisia

BLOCCHIAMO I LUOGHI DOVE VENGONO PRESE LE DECISIONI

Ora in Italia, nelle strade, nelle piazze, nelle stazioni e nei porti, si è formato un grande equipaggio di terra, che conferma che l’87,8% dei cittadini italiani chiede il riconoscimento dello Stato di Palestina e ritiene che a Gaza venga commesso un genocidio, e dimostra sempre di più come il governo abbia perso il contatto con la realtà e il sentire degli italiani. Adesso è il momento di bloccare i palazzi del potere dove ancora vengono prese la decisione di continuare a vendere e comprare armi da Israele e di non applicare alcuna sanzione allo Stato Genocida.