Riprendiamo dal sito argocatania.it
Del disegno di legge 1552, che allarga le maglie, già ampie, della caccia in Italia, abbiamo già parlato. In particolare per ricordare l’orribile pratica di catturare piccoli uccelli migratori per farne “richiami vivi” che attirino i loro simili. Una pratica, vietata dalle norme europee, che condanna questi splendidi uccellini a vivere il resto della propria vita al buio, in gabbie piccolissime.
Torniamo oggi sull’argomento per evidenziare anche altri aspetti critici di questa proposta di legge: dalla possibilità di dare la caccia agli uccelli anche durante il delicatissimo periodo in cui migrano per raggiungere le aree dove riprodursi, all’ampliamento dei calendari venatori; dall’inclusione di aree demaniali tra i territori di caccia alla riduzione della aree protette, proprio mentre l’Unione europea chiede di aumentarle; dall’amento degli appostamenti fissi per la caccia all’ estensione automatica della licenza ai cacciatori stranieri, fino alla delegittimizzazione dei pareri scientifici dell’Ispra sui calendari venatori.
Il danno sugli uccelli sarebbe gravissimo. Ecco perché la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), che da sessant’anni si batte per la tutela degli uccelli selvatici, dei loro habitat e della biodiversità, ha deciso di scendere in campo coinvolgendo direttamente la Presidente del Consiglio.
Giorgia Meloni è infatti la destinataria dell’appello “Fermiamo caccia selvaggia” con cui si chiede il ritiro del disegno di legge 1552.
Ecco l’appello, che tutti siamo inviati a firmare.
Alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni
il Disegno di legge 1552 Malan è la peggiore proposta contro la natura della storia recente italiana.
Il Disegno di legge prevede:
- il rilancio della terribile pratica dei richiami vivi, cioè gli uccelli selvatici catturati e tenuti tutta la vita in gabbia per essere usati come richiami per la caccia;
- l’estensione dell’attività venatoria al mese di febbraio, nel pieno della delicatissima migrazione pre-riproduttiva degli uccelli;
- la caccia estesa al demanio forestale;
- la caccia tutto l’anno nelle aziende agri-turistico-venatorie;
- la liberalizzazione del numero degli appostamenti fissi per i cacciatori e della scelta della forma di caccia;
- la licenza di caccia automatica per i cacciatori stranieri;
- lo svilimento dei pareri scientifici dell’Ispra (le regioni decideranno sostanzialmente da sole); e altro ancora.
L’approvazione anche di una parte di queste misure rappresenterebbe un colpo durissimo alla già sofferente natura italiana, tra cui 21 specie cacciabili in stato di conservazione negativo, e si aggiungerebbe alla persistente piaga del bracconaggio e agli ulteriori problemi ecologici che gli uccelli devono affrontare.
Numerose, inoltre, sono le violazioni del diritto comunitario e specialmente della Direttiva Uccelli, in un quadro che vede l’Italia già in stato di infrazione o inchiesta europea per mancata o scarsa tutela della natura.
Per tutto questo, la Lipu chiede:
- un intervento che favorisca il ritiro della proposta di legge A. S. 1552 e di ogni altra proposta analoga,
- azioni concrete ed efficaci per un’inversione di tendenza sulla tutela degli uccelli selvatici, la lotta al bracconaggio, una più piena ed efficace protezione della natura in Italia, anche in attuazione dell’articolo 9 della Costituzione.
Qui il link a cui è possibile firmare
Qui il testo del disegno di legge
Qui le osservazioni al disegno di legge, inviate, in data 21 luglio, dalla Lipu al Presidente della Commissione Ambiente del Senato e al Presidente della Commissione Industria, Commercio, Agricoltura.
Vi si mettono in evidenza, in particolare, le difformità del disegno di legge 1552 rispetto alla direttiva 147 della Comunità Europea, ad esempio sulla cattura dei richiami vivi o sulla protezione degli uccelli migratori sui valichi montani.
Si sottolinea lo svilimento del ruolo di Ispra a favore del Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale (CTFVN) o degli istituti regionali. E si ricordano le procedure di infrazione in corso nei confronti dell’Italia per violazione delle direttive europee e le contestazioni europee in corso, sulle quali il DDL 1552 non interviene.
Tra queste la caccia nei confronti di alcune specie di uccelli “con stato della popolazione non favorevole” (21 specie dalla Allodola alla Tortora selvatica), per le quali dovrebbero essere impostati adeguati piani di gestione/conservazione che non sempre ci sono e dei quali, comunque, non viene controllata la corretta applicazione.
Le immagini rappresentano un fringuello femmina (foto di copertina) e un fringuello maschio. E sono entrambe di Pippo Rannisi, che ringraziamo











