Dai tempi delle catene umane, dei lenzuoli appesi alle finestre e della grande mobilitazione cittadina subito dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio, mai tanta gente si è riversata in piazza a Palermo come in queste ultime settimane, affollando a dismisura i cortei organizzati a partire dal 4 settembre, per invocare la fine del genocidio a Gaza. Gli organizzatori oggi parlano di ventimila manifestanti, qualcuno dice trentamila, qualcun altro addirittura azzarda cinquantamila.
E’ una vera e propria rivolta collettiva che coinvolge donne, uomini, ragazze e ragazzi, accomunati dall’orrore per la violenza di uno sterminio che il nostro governo in primis non vuole impegnarsi a fermare.
Vuol dire che anche i palermitani, nel loro piccolo, s’incazzano, e sanno tirare fuori la loro rabbia, marciando compostamente e pacificamente, in un tripudio di bandiere, tamburi, slogan, canzoni di protesta. Eppure fino ad oggi i giornali cittadini hanno dedicato ai nostri cortei per Gaza una “copertura mediatica” minimale e nessuno ha pensato di interrogarsi su come e perchè la città “irredimibile”, la città che sopporta munnizza (immondizia), grascia (sporcizia), scippi, disoccupazione, ammazzatine per futili motivi, ma soprattutto clientelismo, favoritismi e intrallazzi di politici miserabili, di colpo si sveglia e decide di fare sentire tutto il suo sdegno e la sua voglia di cambiamento nel mondo.
Saremo anche irredimibili, ma stamattina, sfilando tra piazza Castelnuovo e piazzetta della Pace, quelli di noi che riescono ancora ad immaginare un futuro di pace hanno saputo dare una civile e significativa testimonianza di dissenso e una sonora sberla al governo italiano che, pur potendo fare qualcosa di concreto per fermare la mattanza di bambini, ha scelto il silenzio, la complicità, il sostegno politico agli assassini. People have power, cantava Patty Smith.
Se lo ricordino i nostri politicanti che sembrano sempre più convinti di poter manipolare l’elettorato a loro piacimento, e trattano i cittadini come utili idioti. People have power.










