Il 3 ottobre non è solo memoria. È lotta.
Il 3 ottobre 2013, a Lampedusa, 368 persone sono state lasciate morire in mare. Da allora, il Mediterraneo continua a inghiottire vite, ma le frontiere non uccidono solo in acqua: uccidono nel deserto, nei Balcani, alle frontiere interne ed esterne dell’Europa, nei centri di detenzione e lungo tutte le rotte di chi cerca libertà.
Non sono tragedie inevitabili. Sono conseguenze dirette di politiche disumane che trasformano i confini in armi, che rendono la mobilità un privilegio per pochi e una condanna a morte per molti.
E l’ipocrisia europea non finisce qui: chi sopravvive al mare, alla polizia di frontiera, ai lager in Libia e ai deserti, troppo spesso viene respinto ancora, rinchiuso, perseguitato. Anche chi fugge da guerre e instabilità alimentate dagli stessi interessi economici e militari dell’Europa viene trattato come una minaccia invece che come una persona.
Per noi questa giornata è lotta contro ogni frontiera che mortifica il diritto sacrosanto di scegliere dove vivere.
È lotta contro governi che spendono miliardi in muri, droni e respingimenti, mentre negano vie legali e sicure.
È lotta per affermare che nessuna persona è illegale, che la solidarietà non si processa, che la libertà di movimento appartiene a tuttə.
Mai più morti alle frontiere. Basta silenzi. Trasformiamo il dolore in lotta, Per tutte le vittime delle frontiere.
Appuntamento – 3 ottobre, Lungomare Yasser Arafat:
h 16:00 Appuntamento presso il lungomare e primi interventi
h18.00 Commemorazione: lancio di fiori in mare
h18:15 Ritorno in Piazza Yasser Arafat con interventi a microfono aperto
h20.00 Conclusione delle attività al Foro Italico
h20.30 Cena condivisa a cura dei ragazzi Baye Fall.
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