Cittadini costretti a una nuova segnalazione al Nucleo Carabinieri Forestali di Cesena in seguito a un altro abbattimento, pochi giorni fa, in Corso Roma, in periodo vietato da leggi nazionali e internazionali per la tutela del periodo di nidificazione.
Ancora una volta un pino su suolo pubblico, e, ancora una volta, un taglio effettuato, come ormai è prassi, senza alcuna perizia ad accertare la sicurezza fitostatica del soggetto arboreo, ma esclusivamente per le scelte architettoniche del progetto milionario che vede la ‘riqualificazione’ del piazzale Karl Marx. Sulle tavole di progetto, al posto di quel pino, si è pensato bene di collocare un’aiuola, quando i nuovi piani progettuali dovrebbero, in un’ottica lungimirante, considerare le alberate preesistenti e adottare soluzioni che le conservino.
Ogni moderno studio scientifico è definitivo nel ribadire quanto un albero adulto di grandi dimensioni non sia compensabile nell’erogazione dei preziosi servizi ecosistemici che offre. Studi, tra i quali spiccano quelli del professor Tobias Scholz
dell’Università della Ruhr, indicano come i servizi ecosistemici aumentino man mano che gli alberi crescono e come le dimensioni degli alberi incrementino l’accumulo di carbonio così che una chioma di volume ampio rimuove gli inquinanti fino a 70 volte in più rispetto ad uno di pochi anni, evidenziando come i benefici forniti da una pianta adulta siano quindi
insostituibili, e quelli del professor William Moomaw, premio Nobel 2007 e direttore emerito dell’IPPC (Istituto delle Nazioni Unite contro i cambiamenti climatici), che dimostrano che per rimpiazzare nei benefici ecosistemici un albero adulto di 70 anni di età bisognerebbe mettere a dimora 3028 nuove piante, per poter esercitare una reale azione compensativa.
A Cesena, invece, il Comune si permette di decretare la morte di grandi alberi e la distruzione di patrimonio arboreo collettivo per vezzi architettonici e senza alcuna perizia, mantenendo i cittadini nell’inconsapevolezza delle scelte discutibili che compie.
Ulteriore imbarazzo alla vicenda lo aggiungono le risposte degli Uffici comunali competenti, dichiarando che “non esistono leggi che vietino abbattimenti per tutelare le nidificazioni da marzo ad agosto” e che “progetti milionari non possono subire
rallentamenti e varianti”.
Questo avviene, fra l’altro, a pochi giorni dalla nota diffusa dall’Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, a tutti i comuni, redatta in seguito alla collaborazione con Lipu e nella quale si evidenzia la delicatezza delle potature e degli
abbattimenti in periodo primaverile ed estivo e si auspicano scelte prudenti da parte delle amministrazioni. Appare evidente che il Comune di Cesena non abbia recepito nemmeno questa disposizione.










