A quasi undici mesi dal nostro ingresso nel CPR di Macomer insieme all’onorevole Francesca Ghirra e all’ Associazione Naga – Milano, negli scorsi giorni, è stata rilasciata una delle persone che avevamo segnalato sia alle autorità competenti sia raccontato nel nostro report “A porte chiuse”. Vedi: https://www.facebook.com/share/p/19vwVHxSop/

Una persona che ha subito quindici mesi di trattenimento nonostante l’evidenza delle sue condizioni di fragilità.

Z.H., una persona che era necessario curare e prendere in carico piuttosto che abbandonare a sé stessa in un non luogo che per la sua stessa struttura risulta inadatto a ospitare esseri umani. La vicenda della sua reclusione si è conclusa alla stazione di Macomer, abbandonato da solo ad attendere un treno per Cagliari. E, da allora, non si hanno più notizie.

Ci chiediamo se questa repentina, benché tutt’altro che tempestiva liberazione, non sia dovuta all’imminenza dei ricorsi che si stavano preparando all’ONU e alla CEDU da parte dell’avv. Gennaro Santoro.

Come sosteniamo da tempo, una delle reali funzioni dei CPR è quella di operare come una discarica sociale, in questa caso la funzione è stata svolta sia in termini di reclusione che di rilascio: chiuso dentro invece che preso in carico e poi scaricato sulla banchina di una stazione ferroviaria.

Riteniamo che, per corroborare questo concetto e rendere chiaro quello a cui ci riferiamo, sia sufficiente riprendere, dal nostro report, l’estratto della relazione clinica che riferiva delle condizioni di Z.H. riscontrate durante la visita del 23 marzo 2024.

«Detenuto di origine afroamericana (provenienza USA), 60 anni. Ho intravisto dapprima J. nel cortile del Settore B-DX che vagava isolato ripercorrendo i propri passi e parlando apparentemente da solo. Dopo avergli posto alcune domande, ho richiesto colloquio individuale (condotto in inglese), che ha fatto emergere un quadro psichiatrico serio, con segni dissociativi nei confronti della realtà: il paziente, con aspetto trasandato, riferisce di “essere Richard Nixon”, che tale personificazione sarebbe rilevabile “nella Bibbia”, e che la sua famiglia lo starebbe aspettando “su una nave in un porto vicino” non meglio identificato.

Orientato dal punto di vista spazio-temporale, mostra chiari segni persecutori anche nei nostri confronti, rifiutandosi a lungo di firmare l’autorizzazione per ricevere copia della sua cartella (consenso ottenuto dopo lunga discussione). Riferisce di prendere alcuni farmaci “per la testa” non meglio identificati. Il quadro è quello di un disturbo psichiatrico attivo con segni psicotici assolutamente meritevole di approfondimento diagnostico e di presa in carico in luogo di cura, essendo inidoneo alla vita nel CPR».

Per ulteriori approfondimenti su cos’è realmente un CPR, ascolta il podcast “Dietro quella porta”: https://naga.it/…/online-il-podcast-dietro-quella…/

Mai più lager – NO ai CPR