Esiste in Italia un Comune, quello di Sesto San Giovanni (MI), governato dalla Lega, Forza Italia e da Fratelli d’Italia che, dopo avere conseguito il triste record nazionale di condanne giudiziarie per condotte discriminatorie contro stranieri e minori invalidi (6 condanne dal 2019 a oggi) si sta attrezzando per l’ulteriore e più brutale atto di aggressione politica contro cittadini poveri e/o fragili: lo sgombero dalla Casa Albergo di via Fogagnolo 19 di proprietà comunale ove vivono 97 persone ivi collocate dall’Assistenza Sociale e/o dai Tribunali e/o dai Centri di assistenza per i poveri.

Si tratta perlopiù di anziani invalidi con problemi psichici, anziani che hanno tentato il suicidio, donne ivi collocate in regime di protezione per allontanarle da mariti violenti, migranti poveri con figli minori, donne sole con figlie schizofreniche, uomini soli con figli minori che dopo un periodo “in strada” hanno trovato un rifugio e un equilibrio in quella struttura, giusto per dare l’idea.

Il Comune, che pubblicamente fa sapere di dover sgomberare l’Albergo di sua proprietà per un problema di agibilità relativo alla necessità di mettere a norma l’impianto antincendio (impianto antincendio peraltro non a norma dall’anno 2016, come da certificazione allegata), anziché provvedere al ripristino ha deciso di vendere la Casa Albergo con delibera a firma del Sindaco e della Giunta del 12 febbraio 2024 che alleghiamo.

Da tale data assistenti sociali del Comune di Sesto San Giovanni, l’Assessore ai servizi sociali, la Responsabile dell’Ufficio casa, la Polizia Locale e i Carabinieri hanno effettuato diversi accessi nella Casa Albergo comunicando agli inquilini che devono reperire immediatamente altra soluzione abitativa essendo imminente lo sgombero di queste 97 persone.

Da quello che hanno riferito gli inquilini al Sindacato si sono attivati i Servizi Sociali del Comune di Sesto San Giovanni e del Comune di Milano, in base alla residenza degli abitanti, offrendo le seguenti “soluzioni” abitative alternative solo ad alcuni nuclei che indichiamo a mero titolo esemplificativo, giusto per darvi l’idea:

  • nella Struttura abitativa abita un anziano di 78 anni in salute al quale, dopo due tentativi suicidari e anni di domande di assegnazione di una casa pubblica senza risposta hanno proposto di trasferirsi in un ospizio e, dopo il suo rifiuto, gli hanno offerto di trasferirsi in una “camerata” in condivisione con altre persone nel quartiere Affori di Milano con un contratto di ospitalità di qualche mese;
  • stanno facendo “pressioni” ad una madre di due figlie di 15 e 19 anni (collocata in Casa Albergo in regime di protezione dopo le violenze del marito con annesso tentativo di omicidio) chiedendole di lasciare la Struttura per trasferirsi con le figlie nel Centro per senzatetto di viale Ortles di Milano;
  • ad un’altra madre sola con due minori hanno offerto un progetto di Housing Sociale che prevede il suo trasferimento in una abitazione in coabitazione con altre madri con figli con un contratto di ospitalità di qualche mese;
  • ad un anziano con pensione minima affetto da allucinazioni hanno offerto di trasferirsi in una “camerata” in condivisione con altre persone nel quartiere Affori di Milano con un contratto di ospitalità di qualche mese;
  • e ancora, solo per citare l’ultimo tra i tanti esempi, chiedono di lasciare la Casa Albergo ad una madre disoccupata con la figlia invalida poiché affetta da schizofrenia senza offrire alcuna soluzione.

Cittadini sestesi e non – perchè il Comune di Sesto San Giovanni nega la residenza alle persone ivi domiciliate da anni pur essendone obbligato per legge – poveri trattati come carne da macello ai quali non viene riconosciuto alcun rispetto e dignità la cui maggioranza, peraltro, paga per alloggiare nella Casa Albergo Euro 400,00 – 500,00 al mese per una stanza con cucina in condivisione.

Il Sindacato ha già denunciato a più riprese la drammaticità della situazione che si realizzerebbe se, come riferiscono le Autorità, entro fine maggio Comune e Prefettura eseguiranno lo sgombero con la scusa dell’impianto anti incendio non a norma (scusa risibile perchè gli stessi Uffici comunali di via Benedetto Croce ove operano i dipendenti non sono a norma, e allora perchè non sgomberare anche loro?) ma, tristemente, nessun giornalista o testata, a parte il “Giorno” ha ritenuto interessante e/o utile raccontare una storia di straordinaria violenza politica.

Ci chiediamo il perché, di fronte ad una situazione abnorme che potrebbe portare circa 100 persone fragilissime in strada senza una soluzione, l’informazione italiana risulti assente se non indifferente.

Consideriamo la professione del giornalista forse la più importante che ci sia per la tenuta democratica di un Paese, perchè sono le attività di inchiesta dei giornalisti che permettono di individuare e informare i cittadini sui politici corrotti, sulle collusioni tra Stato e mafia, sui crimini dello Stato che permette l’esistenza dei C.P.R. (Centri per il Rimpatrio dei cittadini stranieri senza permesso), luoghi senza diritti con alti tassi di suicidi, sui rapporti di una certa politica con gli ambienti neofascisti.

Riteniamo che il nostro Paese abbia più che mai necessità del lavoro di inchiesta di voi giornalisti quando, come nel caso che vi abbiamo riassunto, la brutalità politica si abbatte su centinaia di persone fragili, storie di vita da raccontare, storie di un modo di agire violento e illegale della politica contro i cittadini.

Il Sindacato è e sarà sempre al fianco degli ultimi, ma manca quasi sempre il racconto pubblico. Sarebbe indispensabile che chi opera nell’informazione esca dai talk show televisivi e dalle redazioni e torni a parlare con i cittadini destinatari della violenza politica, ossia che il giornalismo riprenda a informare i cittadini anziché pensare a formare il consenso degli stessi.

Ci rendiamo ben conto dei ristretti margini di libertà che i giornalisti italiani hanno con la RAI, le reti Fininvest occupate dal Governo e i maggiori quotidiani in mano al Gruppo Editoriale Gedi, ma oggi più che mai riteniamo sarebbe necessario tornare a quel giornalismo di inchiesta capace di parlare con le persone e raccontare le loro storie, vite che sono di per sé una denuncia politica di un sistema inaccettabile.

A Sesto San Giovanni, se lo ritenete utile, esiste un Sindacato che lotta quotidianamente per i diritti delle persone e che si rende disponibile ad aprirvi le porte della Casa Albergo di via Fogagnolo a rischio sgombero, gli abitanti sono disponibili a raccontare le loro storie e il servizio legale del sindacato potrà fornirvi la documentazione ufficiale.

Ciò che temiamo è che con un centinaio di persone estremamente fragili e sottoposte a forti pressioni politiche qualcuno possa compiere gesti estremi o che, a fronte di un tentativo di sgombero manu militari, possano realizzarsi scontri.

Inutile sarebbe poi la presenza dell’informazione, a documentare suicidi spettacolarizzando il dolore o criminalizzando lo scontro sociale, occorre la vostra presenza nei prossimi giorni e nelle prossime settimane perchè la denuncia pubblica indubbiamente aiuterebbe ad arrestare una decisione politica non degna di uno Stato democratico.

Invitiamo tutti ad essere presenti alla MANIFESTAZIONE di sabato 25 maggio PER IL DIRITTO ALLA CASA E CONTRO LO SGOMBERO DELLA CASA ALBERGO con concentramento alle ore 15,00 presso la CASA ALBERGO IN VIA FOGAGNOLO N° 29 SESTO SAN GIOVANNI (MI) come da volantino allegato.

Se qualche giornalista volesse interessarsi della questione dello sgombero della Casa Albergo di via Fogagnolo, Sesto San Giovanni, di proprietà del Comune, può contattare il Responsabile del Comitato per il Diritto alla Casa sig. Carlo al n° 3497128648.

 

Unione Inquilini Nord Milano