Mercoledì sera 20 marzo a Cagliari, piazza Garibaldi si è gremita di centinaia di persone ( oltre 500), che hanno accolto l’appello lanciato dal comitato “Da Cagliari per Ilaria Salis “,  gruppo presente anche su Facebook, che conta già più di 1000 iscritti, nonostante sia stato creato poche settimane fa. L’iniziativa è stata realizzata anche per merito del coinvolgimento di oltre 40 associazioni, nella fattispecie la Confederazione Sindacale Sarda, organizzazione che ha ospitato i soggetti promotori della manifestazione durante la fase organizzativa, e la CGIL Sardegna.

Gli interventi sono stati pochi ma incisivi, il richiamo unanime è stata la denuncia alla violazione dei Diritti Umani nelle carceri ungheresi e il doppio standard che le autorità serbano nei confronti dei manifestanti antifascisti.  Commoventi le parole del padre di Ilaria, Roberto Salis, accolte da un’ovazione, che ha rassicurato i presenti sulle condizioni fisiche della figlia, pur mostrando una certa cautela sull’esito del processo nel quale la giovane insegnante rischia fino a 24 anni di carcere.

Quella di ieri sera è stata solamente la prima di una serie di iniziative per la liberazione di Ilaria Salis, che si terranno nelle prossime settimane a Cagliari; l’obiettivo è quello di far pressione sulle istituzioni affinché il Governo Orban garantisca condizioni di detenzione dignitose all’attivista di origini sarde, e le consenta di scontare la sua pena in Italia.