Leggiamo su BolognaToday i risultati dell’Osservatorio affitti 2023, uno studio condotto da Nomisma in collaborazione con Confabitare per conto del CRIF (Centrale Rischi Finanziari).
Il quadro riportato testimonia quello che noi, come AS.I.A.-U.S.B., abbiamo denunciato da anni: una tendenza del mondo delle locazioni che si fa sempre più impossibile da affrontare per le famiglie, con affitti sempre più alti causati dalla complessa interazione esistente tra mancanza di abitazioni destinate all’affitto di medio-lungo periodo.
I proprietari infatti preferiscono sempre di più l’affitto di breve periodo, principalmente durante i periodi di maggiore afflusso turistico nella città, favorendo dalle nuove forme di micro-imprenditorialità come Airbnb che, tra l’altro, non sono efficacemente regolamentate dal nostro sistema fiscale e determinano così una nuova, strana forma di “evasione fiscale legalizzata”. Manca inoltre un adeguamento salariale con la contrazione del potere di acquisto delle famiglie causate da inflazione e carovita.
L’elemento più allarmante che viene sollevato nell’articolo è l’introduzione da parte del CRIF del servizio chiamato “affittabile”, attraverso il quale l’inquilino attesta il proprio livello di affidabilità creditizia al padrone di casa, in modo di evitare fenomeni di morosità o insolvibilità. Questo è uno strumento estremamente regressivo dal punto di vista sociale, volto esclusivamente a favorire gli interessi dei proprietari di casa e soprattutto la loro solidità sul mercato immobiliare e finanziario, nazionale e internazionale, e che contemporaneamente esclude da una parte consistente dell’offerta immobiliare la maggioranza dei lavoratori e delle lavoratrici della città (e del paese), nell’illusorio tentativo di attirare il “ceto medio” che, ricordiamo, va via via riducendosi. Il tutto nella totale assenza di proposte e strumenti volti a favorire la categoria dell’inquilino.
Come AS.I.A-U.S.B rigettiamo in toto l’iniziativa del CRIF, che altro non è che una forma di “profiling” a tutela degli interessi privati dei proprietari, criminalizzando la povertà a discapito di chi crea l’effettiva ricchezza del nostro paese su cui grava tutto il peso della nostra economia e che vive sulla propria pelle l’estrema gravità dell’emergenza abitativa, ora più che mai attuale.