Una lunga partita a scacchi: così si può descrivere la faticosa opera di monitoraggio del CPR di via Corelli, i cui punti principali sono sintetizzati nel dossier “Al di là di quella porta” (https://bit.ly/3vlpf8l), pubblicato il 25 ottobre 2023, nel quale si dava conto anche delle mosse e contromosse compiute dalle organizzazioni della società civile da una parte, dalle istituzioni responsabili del CPR dall’altra.

Il 10 novembre, tuttavia, successivamente alla pubblicazione del rapporto, e prima che fosse nota l’esistenza di un’indagine della Magistratura sul CPR, la Prefettura di Milano pubblicava sulla pagina del proprio sito web dedicata al CPR nuovi file (https://bit.ly/3SKrxXR ), tra i quali alcuni documenti che le persone trattenute avrebbero dovuto ricevere, e invece – come documentato nel dossier – non avevano mai visto.

Non sappiamo che cosa abbia indotto la Prefettura a rendere pubblici questi documenti, che sono tuttora disponibili sul suo sito web, ma ci è sembrato importante esaminarne i contenuti. Se alcuni non presentano particolari motivi d’interesse perché poco significativi o già reperibili da altre fonti, altri mostrano grossolani errori: informazioni legali datate e perciò scorrette, moduli informativi che non danno alcuna informazione, traduzioni evidentemente sbagliate se non addirittura completamente incomprensibili; il contratto e l’offerta tecnica di Engel Italia Srl, infine, oltre a fornire interessanti spunti di riflessione sollevano interrogativi: perché pubblicare la documentazione relativa a un contratto cessato oltre un anno prima?

La chiave per interpretare questi documenti può forse fornirla la ricostruzione della partita a scacchi, e perciò nel breve rapporto “TANTO TRASPARENTE DA DIVENTARE INVISIBILE”, che oggi pubblichiamo, abbiamo compiuto lo sforzo di riassumerne in poche pagine le fasi salienti; il quadro che ne emerge è indubbiamente inquietante.

La scarsa trasparenza, tuttavia, non è un inconveniente ma un’assoluta necessità del “sistema CPR”, e costituisce di per sé – come in tutte le situazioni nelle quali viene meno l’attività di vigilanza della società civile – un fattore criminogeno.

Le inchieste di Milano e Potenza, le sconcertanti testimonianze dai CPR di Gorizia, Macomer, Caltanissetta, la rivolta in quello di Trapani, i recentissimi tragici fatti di Ponte Galeria non rappresentano singoli, deplorevoli episodi: non basta accertare responsabilità individuali, non si può emendare un istituto strutturalmente ingiusto e intrinsecamente patogeno come la custodia amministrativa. I CPR vanno chiusi, tutti, subito.

Pubblichiamo l’analisi (https://shorturl.at/dIY57) di queste pagine e un file zippato (https://shorturl.at/vyzKT) che contiene i documenti citati nel testo