pubblichiamo la mozione approvata dall’assemblea cittadina sull’emergenza incendi, tenutasi ieri a Piazza Pretoria davanti Palazzo delle Aquile – sede del municipio di Palermo

  

Gli incendi che hanno devastato la Sicilia e assediato Palermo con conseguenze gravissime per il territorio, l’ambiente naturale e i suoi abitanti, ESIGONO una decisa risposta da parte di tutti i cittadini.    

Questi scenari, che si ripetono, puntualmente ogni estate, con picchi disastrosi di massima pericolosità come quelli dei giorni scorsi, persino peggiori di quelli di 11 anni fa, quando anche allora l’incendio interessò la bomba ecologica della discarica di Bellolampo, sono l’inequivocabile dimostrazione di incapacità, di omissioni e negligenza di politici e amministratori pubblici, passati e presenti.  

 

Abbiamo diritto di chiedere con forza quali misure di prevenzione sono state adottate, giusto a seguito della ripetitività annuale degli eventi

– in termini di manutenzione della copertura boschiva  

– in termini della gestione delle discariche di rifiuti  

– in termini di acquisizione di mezzi e strumenti idonei per l’individuazione immediata dei focolai di   incendi di palese natura dolosa  

– in termini di monitoraggio e controllo delle emissioni e delle ricadute degli inquinanti prodottisi

– in termini di pronto ristoro per tutti coloro che hanno subito danni materiali rilevanti se non di totale distruzione  

Nello specifico di mezzi e strumenti idonei per l’immediata individuazione dei focolai di incendi, abbiamo il diritto di sapere il motivo per cui si è andati a strombazzare l’uso di droni non in grado di utilizzo con vento, con alte temperature e, ovviamente, di notte, invece di indirizzarsi verso sistemi più evoluti, del tipo di avvistamento e allertamento automatico di focolai di incendi boschivi, con telecamere FLIR per la rilevazione di immagini termiche con  algoritmi evoluti di analisi in tempo reale di immagini visibili e termiche, determinando con accuratezza le coordinate geografiche del fronte di fiamma.  

Nello specifico dell’incendio di Bellolampo abbiamo il diritto di sapere perché ad oggi non è stato predisposto ancora un piano di monitoraggio, e perché non si sia fatto tesoro delle indicazioni di quello del 2012 e delle esperienze tecniche ed amministrative maturate a seguito delle disposizioni dell’Assessorato alla Sanità sulla filiera alimentare delle aree interessate dagli inquinanti a lunga persistenza ambientale.  

In tema di monitoraggio e controllo proprio degli inquinanti abbiamo diritto di sapere perché a fronte di finanziamenti da parte degli Assessorati del Territorio e Ambiente e della Sanità dell’ordine di oltre 30 milioni di euro/anno all’ARPA, la si scopra sprovvista di un numero adeguato di campionatori ad alto volume (p.e. per diossine, PCB, IPA) e dei laboratori mobili per il rilevamento degli inquinanti atmosferici.  

Abbiamo diritto di sapere se tutti i Comuni siciliani, Palermo in testa, hanno adempiuto all’obbligo di aggiornare entro il 31 luglio scorso uno degli strumenti fondamentali in termini di prevenzione e repressione degli incendi, cioè il catasto comunale delle aree percorse dal fuoco, e se lo scorso anno abbiano aggiornato quelli al quinquennio precedente, pubblicandoli sui siti web istituzionali.  

Chiediamo di rendere noti i Comuni inadempienti e se la Regione ha esercitato i poteri sostitutivi, previsti per legge, nominando i relativi commissari. È necessario che chi ci amministra inizi a rendere puntualmente conto del suo operato a tutta la cittadinanza e che venga ad essa garantito l’accesso civico generalizzato a dati e documenti così come previsto dalla normativa vigente.

DICIAMO CHIARO: No all’ennesima riproposizione degli inceneritori, Sì ad investire risorse finanziarie ed umane, in gestione e maestranze, per imporre la raccolta differenziata “porta a porta” su tutta l’area conurbata di Palermo con obiettivo il 70% in 12 mesi, minimizzando di fatto il flusso di rifiuti solidi in discarica, cioè il “carburante” per ogni ipotesi di incenerimento.  

Attualmente l’87% del materiale differenziabile finisce in discarica e di questo una cospicua parte è  costituita da imballaggi in plastica.

Non è mai stato avviato un programma di riduzione rifiuti come prescrivono tutte le direttive europee e lo stesso stato italiano

Secondo le direttive UE gli inceneritori rientrano fra gli impianti che arrecano un danno significativo all’ambiente e pertanto non vanno costruiti.

Per dar seguito ai temi discussi in questo incontro l’assemblea ritiene necessario di costituirsi in OSSERVATORIO PERMANENTE SUI DISASTRI AMBIENTALI, aperto ai contributi di quanti, associazioni e cittadini, intendono operare per il bene comune, al fine di poter creare uno strumento operativo di vigilanza, trasparenza e corretta informazione riguardo alla salvaguardia dell’ambiente ed alla tutela della salute della popolazione esposta ad eventi calamitosi di questa e di altra natura.