Milano, 23 gennaio. “No alla creazione del ghetto degli anziani inguaribili”! E’ un appello accorato e drammatico quello inviato stamattina ai Presidenti e ai capigruppo dei due rami del Parlamento italiano dal CDSA (Coordinamento per il Diritto alla Sanità delle persone Anziane malate non autosufficienti), a cui aderiscono Comitati, Associazioni e Sindacati di base, fra cui Medicina Democratica: la richiesta è fermare l’iter del DdL Delega sulle Politiche in favore delle persone anziane, approvato il 19 gennaio scorso dal Consiglio dei Ministri.

“Chiediamo che si apra immediatamente un confronto nel merito di un provvedimento che di fatto discrimina gravemente milioni di italiani, colpevoli soltanto di essere anziani e non autosufficienti, staccandoli dal Servizio Sanitario Nazionale e dal corpo vivo della società e relegandoli in un vero e proprio ghetto degli anziani inguaribili, da cui non c’è ritorno”, hanno dichiarato Laura Valsecchi, Medicina Democratica e Maria Grazia Breda, Fondazione Promozione Sociale, referenti del CDSA.
“Con la creazione di un sistema separato quale sarebbe il cosiddetto Servizio Nazionale Assistenza Anziani, SNAA, verrebbe negato loro il diritto alla tutela della salute, come sancito per tutti i cittadini italiani dagli art. 32 e 38 della Costituzione, nei rispettivi ambiti sanitario e sociale, e dalla legge 833 del 1978, istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale.”

L’approvazione di questo DdL da parte del Consiglio dei Ministri è in continuità con quanto già avviato dal Governo Draghi, a cui si aggiunge il fatto che il Governo Meloni propone al Parlamento la cancellazione della indennitá di accompagnamento, sostituita con prestazioni sociali non garantite e gestibili da operatori privati. Il CDSA respinge con forza l’ipotesi della creazione di un sistema sanitario e assistenziale destinato esclusivamente alla popolazione anziana non autosufficiente, che sarebbe parallelo al Servizio Sanitario Nazionale ma senza le tutele universalistiche.
Il DdL Anziani non autosufficienti vuole istituire una «prestazione», falsamente chiamata «universale», perché sarà invece vincolata alla valutazione del bisogno assistenziale e «nei limiti delle disponibilità del Fondo – l’ennesimo! – per la prestazione universale per gli anziani non autosufficienti», che ingloberà anche «risorse rivenienti dagli eventuali risparmi di spesa sanitaria», fatti sulla pelle degli stessi malati!

“Riteniamo invece- hanno aggiunto Laura Valsecchi e Maria Grazia Breda- che occorra garantire le cure di lungo termine domiciliari, semiresidenziali e residenziali (previste dai Lea) ai malati cronici non autosufficienti nel Servizio Sanitario Nazionale e non in un «Sistema» emarginante e al ribasso: occorre garantire la difesa di conquiste previdenziali fondamentali come l’indennità di accompagnamento e la valutazione multidimensionale dei bisogni di natura sanitaria, sociosanitaria e sociale della persona anziana, indipendentemente dalle condizioni economiche della persona”.