– Ehi, cosa sta facendo?

– Voglio solo usare il distributore automatico.

– Per acquistare preservativi?

– Sì, anche quelli.

– Male. Molto male.

– Come sarebbe a dire?

– Il suo patriottismo riproduttivo è scarso.

– Ma lei chi è, scusi?

– Lavoro per il Ministero della Natalità. Sono un promotore demografico.

– Che significa?

– Mi avvicino alle persone che stanno per acquistare preservativi e cerco di dissuaderle.

– E come pensa di dissuaderle?

– Faccio emergere il loro latente senso di inadeguatezza. Lei sa di essere inadeguato, vero?

– Io? E perché?

– Ha mai pensato ai suoi doveri nei confronti del popolo italiano?

– Mi prende in giro?

– Vuole davvero rinunciare all’opportunità di una fecondazione per la vacua soddisfazione di un amplesso meramente voluttuario?

– E lei ha mai sentito parlare di malattie sessualmente trasmissibili?

– Ah, ora tira fuori le malattie. Ho sentito scuse migliori.

– Tra l’altro sono gay.

– Coooosaaaaa?

– Sì, sono gay.

– La faccenda è seria. Mi dia un attimo. Devo inviare un messaggio col telefonino.

– Cosa sta scrivendo?

– Sto trasmettendo la pratica all’ufficio competente. Può darmi il suo nome?

– Ma neanche per sogno.

– Sa che possiamo aiutarla, vero? Il gender oggi si può curare.

– La faccia finita, ho fretta. Devo solo fare due acquisti.

– Non posso permetterlo. La avverto che sono un picchiatore addestrato.

– Mi sta minacciando?

– Guardi quel cartellone. C’è una ragazza in bikini. Bella, eh?

– Non mi interessa!

– Non faccia storie e la guardi.

– Ho detto di no!

– Ha paura di guarire? Essere un individuo demograficamente produttivo la spaventa così tanto?

– Io sono spaventato soprattutto da lei!

– Lo so che volete far estinguere il sangue italico. È questo il vostro piano, vero?

– Me ne vado! Acquisterò i preservativi da un’altra parte.

– Dove scappa? Fermatelo! Allarme gender!

– Aiuto! Aiutatemi!!