La Garante per le persone private della libertà personale di Torino, Monica Gallo, ha lanciato un appello per la costituzione di un organo terzo di monitoraggio dei trattamenti sanitari obbligatori

La morte di Andrea Soldi, avvenuta 7 anni fa durante un TSO, è una ferita per Torino. Da allora sono partite circolari per le forze dell’ordine, ma la sensazione è che queste circolari non siano legate ad una coscienza umana e civile nei confronti del malato, ma direttive per evitare possibili “grane”.

I TSO (trattamenti sanitari obbligatori) vengono applicati alle persone con patologie mentali che sono scompensate. E’ un trattamento sanitario che viene effettuato indipendentemente dalla volontà del paziente, e prevede anche la contenzione, ovvero il paziente può venire immobilizzato (anche nel trasporto in ospedale), anche contro la sua volontà.

Non c’è dubbio che una persona psichicamente scompensata può ledere a sé e agli altri, il TSO in taluni casi è, purtroppo, imprescindibile.

Tuttavia è un trattamento coercitivo esercitato dallo Stato, il  TSO dev’essere approvato dal Sindaco.

E’ cronaca di pochi mesi fa la morte di Wissem Abdel Atif, giovane tunisino morto in contenzione in ospedale a Roma, caso su cui pende un’indagine della magistratura, sul quale ci sono molti aspetti, che riguardano le procedure ospedaliere, che destano molti interrogativi.

Da quelle che sono le notizie che raccogliamo in Piemonte la psichiatria sembra “smantellata”. La legge Basaglia sembra ormai uno sbiadito ricordo che sopravvive solo negli psichiatri della mia generazione, quelli che hanno legato la propria esperienza professionale a quei protocolli terapeutici. La sensazione è che si stia tornando indietro, che si stia ripristinando un processo di disumanizzazione del malato psichico.

Di fatto i TSO sono ampiamente utilizzati e sembrano essere ormai il principale approccio terapeutico al malato, che resta in ospedale imbottito di farmaci fino a che “si calma” e poi dimesso.

Il TSO non è terapeutico, è, in sostanza, una pratica di pronto soccorso. Il malato dovrebbe poi essere seguito sia dal punto di vista medico che sociale, la famiglia dovrebbe essere psicologicamente supportata ed aiutata nella gestione del malato. Ciò implica in approccio interdisciplinare tra sanità e servizi sociali. Implica un mondo in cui la persona malata è rispettata, compresa, un mondo semplicemente civile.

Questa Giunta regionale piemontese sembra ideologicamente ed umanamente molto lontana da tutto ciò, tuttavia la civiltà dovrebbe essere un atto dovuto. Anche i Comuni  però sono interessati: i servizi sociali dipendono dalle loro strutture.

Ecco perché in una situazione nella quale lo Stato si pone al di sopra della volontà della persona, situazione tipica del TSO, occorrerebbe un organismo terzo di garanzia che monitorasse il rispetto di leggi, norme e protocolli. Che fosse in grado di raccomandare cambiamenti laddove si manifestino delle criticità. Laddove il paziente è totalmente indifeso.

Ecco perché è non solo condivisibile, ma auspicabile, che l’appello della Garante venga raccolto e messo in pratica.

L’appello della Garante oggi rilanciato su Facebook:

Sono passati 5 anni dalla morte di Andrea, proprio oggi accadeva il tragico evento che resta una ferita aperta. Stiamo chiedendo da tempo che venga istituito un Osservatorio della Città sui Trattamenti Sanitari Obbligatori e continueremo affinché un un organismo terzo in collaborazione con il nostro Ufficio possa monitorare tutte le fasi delle operazioni quando necessarie ed indispensabili.