Perché i ricchi dovrebbero ottenere gli assegni mensili di sopravvivenza alla pandemia? Perché i discendenti degli schiavi non dovrebbero ricevere risarcimenti? Perché qualcuno che non frequenta l’università dovrebbe pagare le tasse per rendere l’università gratuita? Perché i fumatori dovrebbero ottenere la copertura sanitaria? Perché qualcuno dovrebbe estinguere il suo debito studentesco e io no?

Non pretendo di avere una risposta universale a tutte queste domande. Ci sono alcune domande a cui risponderei senz’altro diversamente se poste singolarmente. Se il sistema politico marcio degli Stati Uniti fosse condannato a rimanere immutato tranne che per un solo aspetto, allora voterei certamente a favore dei risarcimenti per lo schiavismo. Allo stesso modo voterei a favore dei limiti di mandato solo per far vedere volti corrotti diversi nei notiziari, piuttosto che lavorare per rendere ineleggibile chi è già in carica.

Ma credo che con tutti questi interrogativi si perda una considerazione estremamente importante, che di solito dovrebbe spostare l’ago della bilancia. È il valore dell’universalità. Non è un valore teorico. È ciò che rende la Scandinavia un luogo allettante dove vivere. È ciò che rende la Previdenza sociale e le scuole pubbliche così popolari. È il motivo per cui la gente fa una campagna a favore di Medicare for All, non Medicare per chi è meritevole. È per questo che siamo indignati all’idea che una squadra di pompieri chieda di vedere i documenti e controllare le certificazioni prima di spegnere un incendio.

L’universalità fa molte cose che gli accertamenti dei redditi per l’ottenimento di servizi solo per chi è povero non fanno.

Non crea stigma per chi riceve qualcosa. Quel qualcosa non è elemosina, ma un diritto umano.

Non crea risentimento per chi non riceve qualcosa, perché non esiste un gruppo del genere. Ogni servizio è a disposizione di tutti coloro che potrebbero averne bisogno.

Evita la costosa ed enorme inefficienza burocratica nel determinare chi possiede i requisiti e chi no.

Costruisce la solidarietà e incoraggia una politica in cui gruppi più grandi possono unirsi per apportare ulteriori cambiamenti.

Scoraggia non solo il risentimento degli effettivi beneficiari, ma anche il pregiudizio irrazionale nei confronti di particolari gruppi che ne beneficiano o che si ritenga ne beneficino in modo sproporzionato.

Rafforza il supporto per il mantenimento di un programma nel futuro, piuttosto che far sì che venga smantellato poco a poco finché non scompare.

L’universalità agisce contro l’ideologia che giustifica la disuguaglianza, offrendo la possibilità di tassare la ricchezza aziendale e personale. È impossibile essere infastiditi elargendo benefici relativamente piccoli ai miliardari se avete tassato i loro miliardi e non ci sono più miliardari. (Davvero avete pensato che dare 600$ a un miliardario avrebbe un effetto considerevole?)

Chi si lamenterebbe se il governo degli Stati Uniti desse a tutti coloro che chiedono, in generale, una o più di queste cose: istruzione di alta qualità dalla scuola materna fino al college o la scuola professionale, assistenza sanitaria di alta qualità, orario di lavoro ridotto, lunghe vacanze, congedo familiare e parentale, pensionamento, trasporto pubblico, assistenza all’infanzia, formazione degli adulti, maggior ecosostenibilità e – se la Scandinavia è una guida – di conseguenza, una più ampia gamma di opportunità, maggiore mobilità sociale, più imprenditori pro capite, più brevetti e più creatività? Chi si sentirebbe offeso? Contro quale gruppo di persone potrebbe aizzarmi qualche buffone fascista per sfogare la mia rabbia? Del resto, contro quale leader straniero potrebbe un partito d’opposizione far riversare la mia rabbia? Quale rabbia? Per che cosa ci sarebbe da arrabbiarsi?

Come osserva Robert McChesney, l’universalità “è la ragione per cui i due programmi del governo federale più popolari e di successo negli Stati Uniti – previdenza sociale e assistenza sanitaria per tutti – non hanno potuto essere sconfitti dalla destra, anche se hanno cercato di farlo fin da quando quei programmi sono stati creati, rispettivamente negli anni ’30 e ’60”.

McChesney ha anche una teoria sul perché non ci siano altri programmi così popolari:

“E’ una procedura standard per la maggior parte dei candidati Democratici sostenere in teoria i programmi sociali in stile Bernie Sanders – o almeno alcuni di essi – ma poi precisano che ‘naturalmente, chi è ricco o anche al di sopra della soglia di povertà non dovrebbe averli gratis perché può permettersi di pagarli di tasca propria’. Sembra molto imparziale e progressista, un duro colpo al capitalismo clientelare e alla destinazione di denaro del governo ai ricchi che non lo meritano. Si tratta di una linea fondamentale per quanto riguarda, per esempio, il piano di debito studentesco di Elizabeth Warren, apertamente approvato dalle élite. È il marchio di un candidato ‘serio’. Si chiama ‘means testing’ (tradotto in italiano: l’accertamenti del reddito di una persona per decidere se ha il diritto di beneficiare di un certo servizio gratuito N.d.R.) Ma questa procedura è un falso progresso e una tattica cruciale promossa dalla destra per eliminare i programmi di welfare sociale che sono di beneficio per la popolazione. Non appena il ‘means testing’ viene accettato in linea di principio e introdotto in un programma, sorge la domanda logica: perché non estenderlo ad altri programmi sociali simili? Quindi, se sperimentare la retta gratuita per i college pubblici è proprio un’ottima idea, allora perché i genitori benestanti non devono pagare le tasse scolastiche dei loro figli nelle scuole superiori, medie ed elementari pubbliche? Perché non far pagare solo i ricchi per guidare su strade pubbliche o utilizzare biblioteche, parchi o bagni pubblici? Perché non farli pagare per essersi rivolti alla polizia o ai vigili del fuoco? Dove viene posto esattamente il limite? Questo è un terreno scivoloso verso la privatizzazione e l’eliminazione dei servizi statali”.

Come già detto, c’è un’alternativa all’eliminazione dei servizi statali, ossia l’eliminazione dei ricchi tramite la tassazione e l’abbandono di salvataggi e benefici governativi che discriminano tutti tranne i ricchi. La tassazione non dovrebbe essere universale, non “ad aliquota fissa” e regressiva com’è per lo più negli Stati Uniti. Dovrebbe essere progressiva. Ma dovrebbe essere usata per creare programmi universali, il che sarebbe più facile senza che la maggior parte delle entrate fiscali sia destinata, come accade oggi, a guerre e preparazioni alla guerra.

Le guerre non sono l’unica cosa dannatamente difficile da concludere una volta iniziata. Anche i programmi universali sono così. Rendere il college parte della pubblica istruzione, o far sì che Medicare serva tutti sarebbe un risultato che probabilmente durerebbe quanto il governo degli Stati Uniti. Se Joe Biden aspira a diventare il nuovo Franklin Delano Roosevelt o Lyndon Johnson (senza le guerre, per favore!) dovrebbe creare qualcosa di universale e duraturo. Sarebbe duraturo perché non potrebbe essere criticato di essere solo a beneficio di un certo gruppo odiato. Né potrebbe essere attaccato come inefficiente e bisognoso di privatizzazione. È la burocrazia del dover accertare il reddito di una persona per decidere se ha diritto a un certo servizio che è inefficiente. È la soluzione di privatizzazione che è ancora più inefficiente. Non c’è niente di più efficiente dell’universalità no-profit.

Allora, perché i ricchi dovrebbero ricevere degli assegni mensili di sopravvivenza alla pandemia? Perché negli accertamenti dei redditi per l’ottenimento di un servizio ci sono più lati negativi che positivi, perché la risposta all’eccessiva disuguaglianza è sostituire la tassazione regressiva con la tassazione progressiva, perché chi è considerato ricco sarà definito tale dai ricchi, e perché non possiamo stare tutti sulla stessa barca o avere gli enormi vantaggi di essere tutti sulla stessa barca, a meno che non siamo davvero tutti sulla stessa barca.

Perché i discendenti degli schiavi non dovrebbero ricevere risarcimenti? Perché potrebbero ottenere di gran lunga di più, e così tutti gli altri in un calcolo a somma non zero, trasformando la società statunitense in un luogo equo ed egualitario (aiutando chiunque si trovi in difficoltà e prendendo da tutti coloro che possono dare) piuttosto che costruendo una burocrazia corrotta e dividerci in un popolo diviso che può essere conquistato facilmente.

Perché qualcuno che non frequenta il college dovrebbe pagare le tasse per rendere il college gratuito per gli altri? Perché questi altri pagano le tasse per rendere gratuita la scuola professionale. Perché insegnano ai tuoi figli o almeno ai giovani che si prenderanno cura di te quando sarai vecchio. Perché siamo più forti insieme che divisi.

Perché i fumatori dovrebbero avere la copertura sanitaria? Perché i diritti umani sono per gli esseri umani, non esiste l’essere umano senza difetti, e un ente governativo che identifica tutti i fumatori non è qualcosa che voglio pagare o col quale vivere.

Perché qualcuno dovrebbe estinguere il proprio debito studentesco e io no? Perché non sono sadico. Non voglio che altri soffrano se io ho sofferto, piuttosto il contrario.

Traduzione dall’inglese di Enrica Marchi. Revisione di Thomas Schmid