I giovani di tutto il mondo sono stanchi delle promesse vuote sul clima. Ecco perché abbiamo creato il trattato Mock COP26 (mock significa “farsa” N.d.T.).

“Se non ci includete nei colloqui come si deve, inizieremo noi stessi i colloqui”.

È evidente, a giudicare dai rinvii e dalla mancata virtualizzazione della COP26 di quest’anno, che l’azione per il clima si colloca ostinatamente in fondo alla lista di priorità di qualsiasi governo.

I leader possono tentare di negarlo tirando fuori i loro “ambiziosi” obiettivi per le emissioni del 2050, ma questi obiettivi sono ben lontani dall’azione decisa e progressiva necessaria per combattere attivamente la crisi climatica.

Per troppo tempo i governi hanno relegato i cambiamenti climatici in fondo alla scala delle priorità, per troppo tempo hanno silenziato le voci dei giovani, e per troppo tempo hanno ignorato le comunità più vulnerabili che l’emergenza climatica colpirà maggiormente.

Promesse

La Mock COP26 – un summit-farsa alternativo gestito online dai giovani e per i giovani e che prende in giro la conferenza ufficiale – inizialmente mirava a produrre dei cambiamenti, stabilendo un precedente per l’azione sul clima in vista della Conferenza delle Parti del prossimo anno, in modo genuino e significativo.

Ora, si è evoluta in una comunità inclusiva e globale di giovani che solleva e amplifica le voci emarginate in modo che tutti abbiano un posto uguale e valorizzato al tavolo (virtuale).

Abbiamo iniziato a luglio senza avere idea di cosa sarebbe diventato Mock COP26, ma con la speranza di poter crescere diventando qualcosa di più grande di noi stessi.

Guardando indietro, Mock COP26 è stato tutto ciò che potevamo desiderare e anche di più. Ha dato a 350 giovani di 140 Paesi la possibilità di unirsi in un momento di crisi, la possibilità di lottare per qualcosa di più che semplici soluzioni a breve termine, e la possibilità di cambiare il mondo.

Noi giovani saremo gli eredi delle conseguenze delle decisioni che i leader globali prendono in questo momento, e siamo stanchi dei governi che fanno promesse vuote e non trattano questa crisi come una crisi.

Includente

Abbiamo scritto e pubblicato il trattato Mock COP26 con la speranza che i leader finalmente prestassero attenzione e mettessero in pratica quello che abbiamo chiesto: un’azione reale e di impatto sul clima. È un richiamo, un appello ad agire che salverà sia il nostro futuro che il nostro presente.

Il trattato è scritto in un modo accessibile a tutti – compresi i giovani, i politici e gli avvocati – e le politiche sono progettate per essere adottate nella legislazione dei paesi di tutto il mondo. Esso tiene conto delle esigenze sia dei Paesi sviluppati che di quelli in via di sviluppo, con particolare attenzione agli effetti sproporzionati dei cambiamenti climatici sul Sud del mondo, e copre sei temi centrali: giustizia climatica, educazione al clima, salute e benessere, lavoro verde, biodiversità e obiettivi climatici delle nazioni. Le politiche delineate nel trattato sono includenti, e tutte sono state votate dai 350 delegati del Nord e del Sud del mondo.

Restare uniti

Per me, il trattato Mock COP26 significa il potere collettivo delle voci dei giovani, e spero che inneschi una nuova era di ambiziose azioni a favore del clima. I giovani hanno parlato.

La realtà della crisi climatica è allarmante, e non possiamo permetterci di aspettare ancora per creare un cambiamento. Mock COP26 è stata molto più di una conferenza di due settimane; è stata un’enorme esperienza di apprendimento, un momento di speranza e, soprattutto, un messaggio ai leader mondiali e al resto della comunità globale di non ignorare i giovani.

Avvicinandoci al 2021, e guardando alla COP26, voglio che la gente si renda conto del potere che ognuno di noi detiene. Mock COP26 mi ha mostrato che se afferriamo quel potere con due mani, allora abbiamo davvero la capacità di muovere le montagne.

So che ci saranno momenti in cui mi sentirò stressata, stanca, e alquanto nervosa per quello che il futuro ci riserva per l’azione del clima, ma non sono mai stata più sicura che se restiamo uniti, non ci potranno dividere.

 

Questa autrice

Jodie Bailey-Ho, 16 anni, è un’organizzatrice di Mock Cop26 UK.

 

Traduzione dall’inglese di Thomas Schmid. Revisione: Silvia Nocera