Entro il 27 maggio prossimo, anche il Comune di Torino dovrà decidere se aderire o no alla proposta di rinegoziazione dei mutui contratti con la Cassa Depositi e Prestiti, sia a tasso fisso che variabile, ivi compresi i mutui flessibili, in ammortamento dall’ 01.01.2010. Il 12 maggio la Giunta comunale ha deciso di accettare, salvo conferma del Consiglio comunale, condizioni che le consentono di risparmiare subito 35 milioni di euro, ma di pagarne in seguito 52 milioni in più, con un aggravio finale per il bilancio di 17 milioni e 300 mila euro.

La filosofia di queste operazioni è la stessa di quella dei DERIVATI : un vantaggio economico immediato che tuttavia comporta un onere finanziario complessivo maggiore, che il Comune pagherà negli esercizi finanziari futuri.

La riduzione del tasso di interesse è minima:  pochi centesimi di punto ed i tassi rimangono intorno al 4,2% molto al di sopra di quelli di mercato

Il tutto è spinto anche da una normativa che ha reso ordinario l’utilizzo di risorse straordinarie (come dovrebbero essere quelle della rinegoziazione) per spese correnti.

Infatti ai sensi dell’art. 7 c.2 del DL n.78/2015 convertito nella L. n.125/2015, come poi modificato dall’art.1 quater del DL 124/2019 convertito nella L. 157/2019, le economie da rinegoziazioni possono essere utilizzate senza vincoli di destinazione e, quindi, anche per finanziare la parte corrente del bilancio.

Un meccanismo analogo a quello che ha consentito di utilizzare per decenni  gli oneri di urbanizzazione per finanziare le spese correnti dei Comuni con tragiche conseguenze per la devastazione del territorio, sempre più cementificato, e dell’ambiente.

Cassa Depositi e Prestiti persevera nel ruolo di operatore finanziario speculativo, invece di  adempiere alle finalità originarie di Servizio di interesse economico generale che valorizza i risparmi depositati dai cittadini alle Poste, a vantaggio degli investimenti degli Enti Locali, come stabilito dall’art. 10 del DM Economia del 6 ottobre 2004.

Dentro l’emergenza sanitaria, economica e sociale,  il nostro Comune, già messo con le spalle al muro da decenni di politiche di austerità, rischia il fallimento e, con esso, tutta la  nostra comunità.  

Ai  nostri consiglieri comunali chiediamo di

  • non aderire alla proposta di rinegoziazione dei mutui fatta da Cassa Depositi e Prestiti e di rivendicare per il biennio 2020-2021 mutui a tasso zero per gli investimenti dei Comuni;
  • chiedere urgentemente al Governo la sospensione del patto di stabilità interno e del pareggio di bilancio per i Comuni, analogamente a quanto fatto dall’Ue per gli Stati;
  • rivendicare l’approvazione del decreto attuativo dell’art. 39 del DL 162/2019, convertito nella Legge n. 8/2020 , che prevede l’accollo allo Stato dei mutui in essere con Cassa Depositi e Prestiti, al fine di ridurne drasticamente i tassi di interesse;
  • annullare tutti i debiti dovuti a derivati anche in base alla recente sentenza della Cassazione del 12 Maggio 2020 che vede sanciti i diritti del Comune di Cattolica contro BNL Spa, proprio su questo tema

Torino, Maggio 2020

Attac – Comitato torinese – attactorino@libero.it –  www.attactorino.org