In questi giorni parliamo e sentiamo parlare tanto di estrema destra. In Italia con Casapound e gli scandali ad essa legati; in Grecia con Alba Dorata che siede in Parlamento e prova a radicarsi nel Paese. I populisti e neofascisti iberici, invece, non vengono calcolati più di tanto nel dibattito europeo.Eppure esistono, e anche se per adesso sono molto minoritari crescono costantemente. Il principale fenomeno dell’ultradestra spagnola negli ultimi tempi è senza dubbio España 2000, che cerca di cavalcare l’onda della crisi economica per imporsi sulla scena politica spagnola come è successo per altri partiti nel Continente. Cerchiamo di conoscere un po’ meglio quest’organizzazione.

Le origini e il leader “protettore”

Il movimento nasce nel 2002 a Valencia, dove tutt’ora ha la sua base principale e il maggior consenso. A fondarlo è un piccolo gruppo di militanti della galassia dell’ultradestra (alcuni con un passato vicino a Francisco Franco, altri con guai giudiziari alle spalle), capitanato da José Luis Roberto. Corpulento avvocato valenciano, Roberto possiede una rete di palestre di boxe ed è il proprietario della principale impresa del comparto security di Valencia. Ciò che fa discutere di lui è però la carica, occupata fino a non molto tempo fa, di dirigente dell’associazione dei gestori di case chiuse spagnoli, una sorta di sindacato di chi sfrutta la prostituzione (depenalizzata in Spagna). In oltre 10 anni di vita l’organizzazione è rimasta di nicchia, ma ha svolto vari congressi politici ed è riuscita ad ottenere qualche suo rappresentante nelle istituzioni locali: parliamo di cinque eletti, tutti in consigli municipali della Comunidad Valenciana eccetto uno nella provincia madrilena, dove España 2000 ha anche una sede. Recentemente sta facendo molto parlare di sé, e con il Paese ai record storici di disoccupazione sembra far incetta di adepti: la Bbc parla di 30-40 nuove persone che ogni giorni si avvicinano al gruppo.

Los españoles primero

Fin dal simbolo, la llama (fiamma), è chiara l’ispirazione ad altre forze del panorama nazionalista europeo, primo fra tutti il francese Front National il cui padre-padrone Jean-Marie Le Pen ha “benedetto” i cugini spagnoli partecipando ad un loro congresso e sostenendoli pubblicamente (soprattutto dopo lo scioglimento nel 2011 dell’omologo Frente Nacional). Dai frontisti España 2000 mutua anche il principale slogan: Les Français d’abord (Prima i francesi), mutatis mutandis. Il riferimento qui è ad un punto cardine del programma politico della fiamma rosso-gialla: la strenua lotta contro l’immigrazione, un pericolo assoluto. Oltre a chiudere le frontiere, per il movimento è necessario (anche qui in linea con i francesi del FN ed altri movimenti europei) utilizzare in tutti i settori, dall’economia al lavoro ai sussidi e servizi sociali, il parametro della preferenza nazionale. Nella loro azione politica questo significa che le loro iniziative propagandistico-sociali, come quella di fornire assistenza ai senzatetto e generi alimentari ai bisognosi (il welfare parallelo è una tattica di consenso molto utilizzata: si vedano ad esempio i greci di Alba Dorata), si rivolgono esclusivamente agli spagnoli.

Stop a la invasión islamista

Anche España 2000 può essere annoverato tra gli imprenditori politici dell’islamofobia, di cui abbiamo già parlato a proposito degli analoghi fenomeni in Inghilterra e Francia. Oltre agli slogan contrari alla presenza musulmana nella penisola iberica (che tra l’altro,prendendo in esame la sola epoca contemporanea, è molto recente) anche gli atti islamofobi sono stati diversi. Lo scorso anno una grande manifestazione contro la costruzione di una moschea nella cittadina di Onda (Valencia) è stata seguita da un tentativo di rogo ad un luogo di culto islamico, attribuito alla stessa organizzazione di estrema destra. La quale ha subito preso le distanze da questo atto, ma le indagini sono tutt’ora in corso ed in ogni caso, se non c’è stata responsabilità materiale, c’è stato sicuramente un forte ruolo di España 2000 in quanto a diffusione di discorsi xenofobi e incitanti all’odio ed all’intolleranza. Se c’è un punto dove la propaganda ufficiale si differenzia, ad esempio, dal Fronte Nazionale è la laicità. Se Marine Le Pen cerca di strumentalizzarla seguendo l’enorme diffusione di questo principio nella società francese, il gruppo nazionalista di José Luis Roberto rivendica in maniera viscerale le radici cristiano-cattoliche della Spagna e le annesse tradizioni religiose. Fare il laico a Madrid è dintorni è troppo associato alla sinistra, a Zapatero e allo stravolgimento dei valori. A livello simbolico, come Giovanna d’Arco o Alberto da Giussano anche España 2000 ha un proprio paladino medievale: si tratta di El Cid, l’eroico condottiero protagonista della Reconquista. Ogni anno il movimento organizza parate e manifestazioni che commemorano il guerriero che cacciò i “mori” dalla Spagna nei pressi delle statue che lo ricordano. Nonostante tutto questo, però, la vicinanza del leader negli ambienti della prostituzione ha reso il gruppo nazionalista inviso al clero spagnolo: la netta contrarietà all’aborto e alle unioni omosessuali (nel programma è presente inoltre una non meglio precisata proposta di pena di morte per i “pederasti”) non è bastata a convincere la Chiesa.

España es una y no cincuenta y una

Caratteristica del movimento è la sua ferma contrarietà all’autonomia delle varie regioni presenti nello Stato spagnolo: dai baschi, ai catalani ai galiziani. España 2000 è a favore di un grosso taglio alle amministrazioni autonome e un forte accentramento dello Stato, contro ogni tentazione indipendentista. Bersaglio preferito dell’organizzazione identitaria è in questo senso l’ETA. In linea con tali principi nazionalisti troviamo anche il protezionismo economico, volto a favorire la produzione e l’acquisto di prodotti spagnoli; l’euroscetticismo e la proposta di abolizione della Nato; il no all’ingresso della Turchia nell’Unione Europea e la rivalorizzazione delle tradizioni nazionali contro il troppo diffuso relativismo culturale.

I rapporti con le altre forze di destra, in Spagna ed in Europa

España 2000 ha fatto fatica ad affermarsi nell’ambito della destra spagnola ed a collaborare con gli altri gruppi minoritari. Innanzitutto pesa l’ingombrante presenza del Partido Popular. La formazione ora al governo del Paese, nonostante ufficialmente parte della destra moderata europea, ha in realtà dirette origini franchiste, fin dalla sua fondazione ad opera di Fraga e compagni (si veda qui l’ottimo speciale di El Mundo sulla storia del PP). Molto sfaccettato al suo interno, il partito della gaviota (la rondine) è in realtà un contenitore per tutta la galassia conservatrice iberica, che comprende anche anime nostalgiche e neofranchiste, non lontane dalle posizioni dell’ultradestra. Di conseguenza, l’attuale primo partito riesce a convogliare in canali parlamentari questo tipo di istanze ed è per questo che finora i movimenti neofranchisti non hanno spopolato. Tuttavia adesso la situazione sta cambiando. La corruzione e l’incapacità della politica istituzionale e la crescente sfiducia nelle forze politiche mainstream se da un lato hanno prodotto movimenti per il cambiamento come quello del 15M e degli indignados, dall’altro hanno comportato anche un revival della destra estrema. Non è un caso che questa galassia molto differente al suo interno, che va da Fuerza Nueva ad un gruppo denominato La Falange che apertamente richiama il periodo franchista, sia su posizioni populiste ai limiti del “progressismo” su temi che in questo momento toccano da vicino la vita della popolazione, come quello degli sfratti e del diritto all’abitare (si veda qui il nsotro approfondimento sul tema).

Spagna 2000, nonostante tentativi di alleanze, è rimasta isolata nell’ambito dell’ultradestra, e ancora una volta a pesare è l’ingombrante presenza del leader José Luis Roberto. Questi viene accusato di ipocrisia, proprio perché al suo discorso anti-immigrazione ha affiancato invece il grosso reclutamento di prostitute provenienti dall’Est Europa nella sua attività di gestore di bordelli. Sul piano internazionale invece, oltre alla già citata vicinanza ai frontisti di Le Pen, sono ottimi i rapporti con il movimento ungherese Jobbik ed una vasta gamma di formazioni identitarie del continente. In Italia, España 2000 sostiene ufficialmente il partito La Destra di Francesco Storace ed è vicina ad esponenti del mondo neofascista come Stefano Delle Chiaie.

In generale, questo movimento che risulta un mix di caratteristiche classiche del neofascismo e di temi sociali calati nella realtà attuale, finora è rimasta una realtà sottotraccia, ma riteniamo che ciononostante vada conosciuta e non sottovalutata. La Spagna ha attraversato in maniera “rapida e indolore” e da soli 36 anni la sua transición dalla dittatura alla democrazia a partire dal 1977 (ancora una volta qui uno speciale di El Mundo). I conti con quel periodo non sono ancora stati fatti compiutamente, complice una legge che già agli albori della nuova monarchia parlamentare ha impedito con un’amnistia per gli ex-franchisti di indagare a fondo sui crimini e sulle responsabilità del vecchio regime. Se a tutto ciò si sommano la scarsa memoria, le tendenze globalizzanti e soprattutto la profonda crisi economica e sociale, diventa necessario stare attenti affinché questo tipo di forze retrograde e potenzialmente molto pericolose per la convivenza civile (basti solo pensare che Roberto ha dichiarato che se la situazione diverrà estrema il suo gruppo potrebbe passare alle maniere forti; oltre al fatto di possedere libri nazisti ed effigi del Caudillo) non si diffondano in Europa.

Per approfondire, consigliamo anche il reportage Bbc e l’articolo di The World

Domenico Musella